ATP Lione: Tsonga "coi piedi per terra", primo titolo sul rosso

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ATP Lione: Tsonga “coi piedi per terra”, primo titolo sul rosso

Il francese sconfigge Berdych in due set tirati e si aggiudica la prima edizione del nuovo ATP 250 lionese. Buone sensazioni a pochi giorni dal Roland Garros

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[2] J.W. Tsonga b. [3] T. Berdych 7-6(2) 7-5

Finale fortunata quella di Lione, gratificata da un bel sole in cielo e da due stelle in campo: il francese Jo-Wilfried Tsonga (n.13 ATP) alla sua prima finale su terra rossa della carriera e il ceco Thomas Berdych (n.14 ATP) che ieri ha sconfitto con due tie-break la prima testa di serie del torneo, Milos Raonic. I finalisti si conoscono molto bene, dal momento che quello lionese è il loro tredicesimo scontro diretto, il terzo in una finale ATP – le prime due se le sono salomonicamente ripartite: vittoria per Tsonga nel 2013 a Marsiglia, per Berdych nel 2012 a Stoccolma. Il bilancio complessivo è di otto vittorie a quattro a favore del ceco, ma su terra rossa hanno vinto una volta a testa.

Primo set molto solido da parte di Tsonga, che però va vicinissimo a perderlo, dopo avere sprecato tre opportunità di break: due consecutive al terzo gioco e una al settimo. In due circostanze è bravo Berdych a cancellare il vantaggio, mentre in una il suo eterno punto debole, il rovescio lungolinea, lo tradisce. La dura legge del break quasi colpisce il numero uno di Francia nel decimo game: sul 4-5 il diritto, sino a quel momento infallibile, lo abbandona e quindi tocca a lui lo spiacevole compito di annullare due break-e-set point consecutivi; l’impresa gli riesce un po’ per sua bravura e molto per l’eccessiva passività del ceco in entrambe le circostanze. Il tie-break è preceduto da un game vinto a zero da Tsonga, che prosegue poi nella serie vincente portandosi sul 4-0. Piccolo passaggio a vuoto per lui sul 4-1 e poi più nessuna esitazione sino al 7-2 finale. Da segnalare i due imbarazzanti errori consecutivi commessi da Berdych sul 2-6, evidentemente a quel punto già con la testa al secondo parziale.

Entrambi i giocatori in pieno controllo nei propri turni di servizio nel secondo parziale, sino all’ottavo gioco in cui Berdych si trova a dover fronteggiare una palla break che ha il sapore di un match point. Lo fa molto bene, servendosi di un diritto vincente incrociato propiziato da una sontuosa seconda palla di servizio esterna in kick. Al decimo gioco, sul 15-30, il ceco è ancora una volta bravissimo a togliersi dai guai con tre servizi vincenti consecutivi. Al dodicesimo game però, sullo 0-30, Tsonga si inventa un diritto vincente in corsa che rimette in discussione un gioco che sembrava tranquillamente nelle mani dell’avversario, il quale poi mette in corridoio un primo diritto, in rete un secondo e regala la vittoria al neo-papà con un doppio fallo sul match point, che ricorda sinistramente quello commesso nel quarto di finale perso a Miami quest’anno contro Federer.

Tsonga conquista così il suo quindicesimo titolo ATP, il terzo della stagione dopo Rotterdam e Marsiglia e il primo in assoluto lontano dal duro. Per il numero 1 di Francia si tratta di una bella iniezione di fiducia, alla vigilia del “campionato del mondo” su terra battuta del Roland Garros. Un volo nazionale, un paio di nottate di riposo e poi affronterà Renzo Olivo nel primo turno dello Slam di casa. Berdych perde invece la diciottesima finale in carriera (su trentuno disputate) e rimanda a tempi migliori la possibilità di tornare ad una vittoria che manca da ottobre dello scorso anno, quando si aggiudicò l’Open di Shenzhen. A Parigi è davvero impensabile, certo, magari più in là…

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