Kerber: "Ho difficoltà a muovermi sulla terra"

Interviste

Kerber: “Ho difficoltà a muovermi sulla terra”

Roland Garros, primo turno: E. Makarova b. [1] A. Kerber 6-2 6-2. L’intervista del dopo partita ad Angelique Kerber

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Cosa rende così difficile per te giocare sulla terra battuta? Quale è la differenza rispetto, per esempio, all’erba?
Sulla terra rossa proprio non mi trovo. Soprattutto non riesco a muovermi bene, a scivolare bene. Di solito lo faccio bene ma su questa superficie è un po’ diverso e più difficile per me. Questa credo sia la principale differenza rispetto alle restanti superfici.

Parlaci della partita. Che cosa non ha funzionato oggi? Con che mentalità hai affrontato questo incontro?
Prima di tutto lei ha giocato benissimo. Era un primo turno difficile. Ho avuto poche chance nel primo e nel secondo set e non le ho colte. Quella è stata la chiave del match. Nel secondo parziale ho creduto di poter girare l’incontro sino all’ultimo punto. Ma lei ha davvero giocato bene.

Ti senti sollevata per il fatto che la stagione su terra rossa si sia conclusa? Ora è tutto alle tue spalle ed è stato un periodo difficile.
Difficile a dirsi ora. Sono ancora delusa dall’andamento della partita e avrò bisogno di qualche giorno per dimenticare la stagione su terra poiché queste non sono proprio state le migliori settimane della mia carriera.

Quale parte del tuo gioco è per te più frustrante in questo momento, l’attacco o la difesa?
Entrambe, ma soprattutto gli spostamenti. Non riesco ancora a muovermi bene sulla terra rossa. Provavo a farlo al mio meglio anche durante gli allenamenti. Ma su questa superficie dove devo muovermi lateralmente e poi tornare al centro, non mi trovo. Ma anche nella fase offensiva sono sempre in ritardo di un passo.

Hai dichiarato che le aspettative in Germania e anche quelle che tu stessa hai su di te quest’anno sono molto diverse. Ce ne puoi parlare?
Lo scorso anno era tutto molto diverso. C’è sempre pressione e grandi aspettative ma quest’anno molte di più soprattutto nei grandi tornei e negli Slam. Anche io ho grandi aspettative perché so di cosa sono capace, di cosa ho fatto lo scorso anno. Ma ora devo solo ritrovare me stessa, dimenticare questa parte della stagione, riposare e ricominciare dai campi in erba.

Pensi che il problema per te in questo momento sia più psicologico o tecnico?
Penso dipenda da entrambe le cose. È sempre una combinazione di tanti fattori. È fisico quando come ora non mi muovo bene. Poi è tecnico, sicuramente. Vado troppo lentamente sulla palla. Infine mentale perché perdere spesso al primo turno, soprattutto su questa superficie che non è la mia preferita, ti fa perdere la sicurezza che hai quando sei sul veloce e vinci più partite. Quindi, ribadisco che si tratta di un mix di tante cose.

Kiki Bertens ha detto che per lei è difficile giocare da numero 19 del mondo tutte le settimane. È più difficile farlo da numero 1 del mondo? Talvolta è un peso dover continuamente mostrare che sei la numero 1 al mondo.
Sì, è dura. Specialmente con il mio tipo di gioco basato sul movimento, in cui devo combattere su ogni palla. Non posso contare su dei grandi colpi vincenti o sul servizio. Tutti sanno che lo scorso anno ho giocato tante partite durissime sui tre set. Quindi, che io sia numero 1, 10 o qualunque altro numero, devo lottare per la vittoria in ogni incontro sin dal primo punto. E questo per me è sempre impegnativo, poiché so di dover essere al 100% della forma dall’inizio. Questo è il mio modo di giocare. Ognuna ha il suo e questo è il mio.

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