RG: Zverev, a Parigi è un'altra storia. Il buio salva Tsonga

Roland Garros

RG: Zverev, a Parigi è un’altra storia. Il buio salva Tsonga

Eliminazione al primo turno per Sascha Zverev: Verdasco non fa sconti. Kyrgios, del Potro e Wawrinka non soffrono, Nishikori e Murray lasciano un set. Divertono Monfils e Brown. Interrotto il match fra il francese e Olivo (2-1, 5-4 per l’argentino)

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F. Verdasco b. [9] A. Zverev 6-4 3-6 6-4 6-2 (Emmanuel Marian)

Alla ripresa delle ostilità – ieri l’incontro era stato interrotto per oscurità al termine dei primi due set, sul punteggio di parità – il campione degli Internazionali sembra aver tutta l’intenzione di archiviare la pratica senza perdere ulteriore tempo, e il break che apre il terzo parziale è una chiara dichiarazione d’intenti. Ma quando il brutto primo set giocato ieri iniziava ad assumere i contorni di un incidente di percorso che a fine torneo tutti avrebbero dimenticato, il neo top ten esce dal campo senza farsi scorgere, venendo nel frattempo sostituito da una controfigura svogliata, fallosa e strategicamente suicida. Zverev, forse per osmosi, assorbe le caratteristiche che hanno reso il suo avversario celebre nel mondo, ed è Nando, per una volta, a raccogliere i frutti delle altrui scelleratezze. Dal rassicurante 3-1 in avvio di terza frazione, insomma, Sascha cede otto dei successivi nove giochi, finendo per trovarsi sotto due set a uno e zero a tre nella quarta frazione, obbligato a scalare una montagna davvero troppo alta per le sue possibilità odierne. Il numero 10 del mondo deve fare i miracoli per allungare il match; annulla una palla dello zero a quattro e altre due dell’uno a cinque, senza mai riuscire, tuttavia, a crearsi un’occasione per rientrare davvero in partita. Un Verdasco occasionalmente ordinato accede dunque al secondo turno dove troverà Pierre-Hugues Herbert; Zverev si lecca le ferite e insieme a lui anche il torneo, obbligato a lasciar andare il più atteso rappresentante della tanto magnificata prossima generazione. Per la prima volta nell’Era Open il campione degli Internazionali BNL d’Italia perde all’esordio sulla terra di Parigi: l’ultima volta era capitato a Nicola Pietrangeli nel lontano 1957, sbattuto fuori al primo turno da Mal Anderson.

[12] J.W. Tsonga vs R. Olivo 5-7 4-6 7-6(6) 4-5 sospesa (Lorenzo Colle e Andrea Franchino)

La partita si incanala subito sui binari del servizio, ma l’equilibrio appare piuttosto precario. Tsonga infatti, pur mantenendo un atteggiamento sornione, soffre pochissimo in battuta grazie alla letale combinazione servizio-dritto e si ha l’impressione che basterebbe aumentare di poco il livello per mettere in difficoltà l’argentino. Invece a sorpresa, nel settimo gioco, è Olivo ad ottenere le prime palle break. Sulla prima sbaglia una risposta semplice, mentre sulle altre due è perfetto il transalpino. Tsonga, che di solito “vola come una farfalla e punge come un’ape”, oggi appare parecchio lento e indolente nella ricerca di palla. Il break non tarda ad arrivare e porta Olivo a servire per il set sul 5-4. Qui Tsonga si risveglia e recupera lo svantaggio, ma vanifica tutto sparacchiando via tre dritti nel game successivo. Questa volta l’argentino non si fa pregare e incamera il parziale: 7-5 in 47 minuti. Nel secondo set la situazione non sembra migliorare per il francese. Olivo, che non possiede colpi devastanti, ma gioca in maniera lucida e ordinata, si limita a mantenere una buona intensità nel palleggio e ad attendere i puntuali errori dell’avversario. Dopo il break ottenuto nel terzo gioco, l’argentino non sfrutta due palle del 4-1 “pesante” e un set point in risposta sul 5-3, ma riesce poi a chiudere senza particolari patemi: 7-5 6-4 in un’ora e 36 minuti. Nel terzo parziale, Tsonga riacquista la sicurezza al servizio dei primi game del match e il dritto torna a fare male. Questa rinnovata intensità gli permette di salire sul 4-2, ma, al momento di servire per il set, le incertezze si riaffacciano e il punteggio torna in equilibrio. Senza ulteriori scossoni si approda al tiebreak: dopo sei punti per il giocatore alla battuta, una risposta al fulmicotone del francese vale il minibreak. Due punti più tardi arrivano 3 set point consecutivi, sui quali però Olivo rasenta la perfezione. Tsonga non ci sta e con un’altra risposta vincente si aggiudica il jeu decisif per 8 punti a 6.​

Inizio di quarto set scoppiettante, con break a favore di Olivo grazie ad un servizio perso a zero da Tsonga, nel gioco successivo il giocatore francese tira nuovamente fuori le unghie e riesce a riequilibrare il match sul 2 pari al terzo tentativo (le prime palle break sono state vanificate dal solito gioco ordinato dell’avversario). Dopo un turno di battuta tranquillo di Olivo​​, nel sesto gioco succede di tutto: il giocatore argentino pressa e costringe all’errore Tsonga, guadagnandosi 3 palle break consecutive​. Sulle prime 2 il francese riesce lanciandosi a rete a rimediare, ma poi uno sciagurato doppio fallo lo costringe a cedere il servizio per l’ennesima volta. Renzo Olivo si trova nella condizione di poter dare la mazzata decisiva alla resistenza del suo avversario, ma non tiene conto della tenacia di Tsonga​ ​che conquista 2 palle break​ ​senza ​riuscire a ​sfruttarle​. Alla fine l’argentino riesce a vincere il gioco dopo diverse occasioni sprecate (uno smash elementare ​finito ​lungo grida ancora vendetta)​.​​ Il giocatore francese riesce a tenere senza troppi problemi il servizio successivo e si prepara a tentare di impedire quello che pare l’inevitabile epilogo dell’incontro: risposte aggressive sul servizio di Olivo gli consentono di guadagnarsi 3 palle break consecutive che gli permettono, dopo le prime 2 occasioni annullate dall’avversario, di recuperare il break di svantaggio e portare il match sul 5-4 prima dell’interruzione per oscurità.

[18] N. Kyrgios b. P. Kohlschreiber 6-3 7-6(4) 6-3 (da Parigi, Ruggero Canevazzi)

Esordio a Porte d’Auteuil per la tds n.18 (n.19 ATP) Nick Kyrgios, opposto al n.43 Philipp Kohlschreiber. Parigi si è svegliata con un tempo completamente diverso dalla canicola dei primi giorni. 18°C, cielo coperto e minaccioso, vento. Ma alle 11 è già tornato il sole e il cielo azzurro, col risultato di un clima ben piú vivibile della canicola dei giorni scorsi. Si mugugna in tribuna stampa per la scelta di assegnare questo match al campo 2: vista la grande affluenza di tedeschi e australiani siamo stipati come sardine. Inizia il match con il neoallievo di Sebastien Grosjean al servizio e quando batte da sinistra il timore di venire impallinati non è indifferente. Verrebbe quasi il desiderio che l’australiano fallisse tutte le prime, non molto sportivo ma primum vivere… Per motivi quasi analoghi il tedesco risponde attaccato alle tribune (scelta che si rivelerà comprensibile ma suicida: da quella distanza non entrerà mai nello scambio e sperare che il bad boy di Canberra ricorra a molte seconde è un eccesso di ottimismo).

Dominano i servizi, al punto che dopo 10 minuti siamo già 3-2 per Kyrgios, sebbene non manchino una sontuosa palla corta a testa e due belle risposte vincenti del teutonico, una di dritto e una di rovescio. Al 6° game però Philipp cala al servizio e Nick lo castiga subito, implacabile nel rispondere aggressivo (addirittura sul 15-40 risponde alla prima correndo verso la palla, quasi a voler eseguire una SABR in corsa, ma Kohli fallisce il colpo). Dopo 26 minuti l’australiano serve per il set e tiene a 0, 6-3. Bisogna aspettare il 4° game del secondo set per vedere il ventiduenne down under costretto ai vantaggi in un turno di battuta (è il 7°), ma la bombarda che si ritrova lo toglie subito dai pasticci con l’ennesimo ace e un servizio vincente. Continua la dittatura della battuta ma la banalità dei totalitarismi è interrotta al 9° gioco dal bizzarro Nick, che dopo aver fallito un break-point sul 30-40 aveste i panni inconsueti di giocatore silenzioso e concentrato e indossa i suoi. Si dirige in prossimità della riga esterna dove ha servito Kohlschreiber e cerca il segno, il giudice di sedia glielo indica e lui non lo trova: “Where is the ball?“, ma la ricerca è vana e i dubbi rimangono. Arrivano poi i primi vaffa in salsa aussie… Si arriva comunque al tie-break dove Nick dal 2 pari schizza sul 6-2 con una palla corta favolosa, prima di chiudere 7-6. Il trentatreenne di Asburgo ha  ben poco fa rimproverarsi, ma ora le due speranze sono minime. Ad avvio terzo set Kohlschreiber dimostra personalità perché dopo aver fallito la prima palla break offerta dell’avversario (servizio vincente sul quale non aveva chance) tiene a zero il sevizio successivo: non banale in questa situazione di punteggio. Continua la tirannia dei servizi, non si va mai oltre i 3 colpi ed è un gran peccato perché le volèe di entrambi e le palle corte di Kyrgios sono una gioia per gli occhi. Al 6° gioco, però, anche l’acciaio teutonico mostra delle crepe: Philipp sul 30-15 stecca un dritto poi commette un sanguinoso doppio fallo: Nick centra il break del 4-2 con un dritto imprendibile. Due giochi più tardi la pratica è chiusa con un rovescio lungo del tedesco, in 1 ora e 51 e sfiderà al secondo turno il vincente di Anderson-Jaziri.

In conferenza stampa, Nick parte impettito – ma mai banale (“Non è stato facile, non avevo giocato alcun match sulla terra finora e lo sforzo fisico su questa superficie è sempre importante”), ma quando gli viene chiesto se fosse un po’ nervoso nei 2-3 punti dopo aver parlato con il giudice di sedia (4-4 secondo set, dopo aver fallito palla break) risponde lapidario (e falsissimo): “Ero nervoso? Per nulla!”. Il solito, impareggiabile, Nick Kyrgios. Poi, sulla collaborazione con Grosjean e sulle sue parole circa il bisogno di Nick di libertà: “Vivo alle Bahamas, non è comodo spostarsi in Europa e non solo da lì, Sebastien non è un coach full-time ma mi trovo bene con lui, anche se non mi piace mai spostarmi per allenarmi, mai”. Su chi vede favorito per la vittoria finale non ha il minimo dubbio: “Rafa è dominante sulla terra, fisicamente e mentalmente, francamente non credo sia veramente spaventato da qualcuno… certo c’è Djokovic, mentre Murray non credo possa fare grandi cose”.

[29] J.M. del Potro b. [Q] G. Pella 6-2 6-1 6-4 (da Parigi, Carlo Carnevale)

C’era più di qualche dubbio sulla presenza, e poi sulla condizione, di Juan Martin del Potro in questo Roland Garros: l’argentino aveva infatti cancellato la sua conferenza stampa pre-torneo, e il suo esordio era stato piazzato dagli organizzatori sul campo 6. Scelta contestabile, che lasciava avvertire aria di ritiro, dato che una defezione sui campi più importanti avrebbe arrecato danni ai possessori dei biglietti. Del Potro invece c’è stato eccome, e in meno di due ore ha disposto con agio del connazionale Pella, visto a inizio anno costringere Fognini al quinto in Coppa Davis. Il dritto viaggia potente, a tagliare il campo verso entrambi gli angoli senza sforzo apparente; il rovescio rimane appena sufficiente, per lo più in slice, profondo, per evitare che l’avversario prenda campo. Pella non incide con il suo gioco mancino, che si rivela semplicemente troppo leggero per reggere il confronto, pur regalando pregevolissime soluzioni con il dritto in corsa. Non c’è di fatto partita, il piccolo e caldissimo campo 6 è colorato dall’orrendo completino di del Potro, e dall’atmosfera di grande sportività che si respira: fioccano i “Buena?” con cui l’uno chiede all’altro lumi sul segno lasciato dalla palla, l’arbitro è un optional. Al prossimo turno, delPo affronterà Nicolas Almagro, uscito vincitore dallo scontro nostalgico con Marcos Baghdatis: 3-1 i precedenti in favore dell’albiceleste, l’ultimo lo scorso anno a Stoccolma, nel torneo che Juan Martin vinse al rientro dopo l’infortunio.

[3] S. Wawrinka b. [Q] J. Kovalik  6-2 7-6 (6) 6-2 (Diego Serra)

Vince Stan Wawrinka in tre set contro Jozef Kovalik, numero 152 del mondo. Terza partecipazione a uno slam per Kovalik ed è sempre eliminazione al primo turno. Stavolta con qualche rammarico per quei tre set point avuti nel tiebreak del secondo set. Anche se la vittoria di Stan non è mai stata in discussione. Primo set ed è subito break nel terzo game e poi nel settimo: considerando che lo svizzero non lascia all’avversario nemmeno una palla break sembra tutto semplice per il campione di Parigi del 2015. Nel secondo set scambio di servizi nel secondo e nel settimo game, poi è bravo Kovalik a difendersi da 3 palle break nel settimo game, e a riuscire a portare il set al tiebreak. Serve male Wawrinka e subisce tre minibreak, e il suo avversario ha quindi 3 set point, uno dei quali sul servizio, tutti vanificati. Rimonta Stan, mette a segno 5 colpi consecutivi e chiude il set. Altro rilassamento dello svizzero nel primo game del terzo set e 4 palle break non sfruttate da Kovalik, troppo leggero quando si tratta di affondare il colpo. Ma è l’ultimo passaggio a vuoto svizzero, anzi nel sesto game Stan guadagna il vantaggio di un break, mette alle corde l’avversario e non gli concede più nulla fino alla fine. Ora al prossimo turno Dolgopolov.

H. Chung b. [27] S. Querrey 6-4 3-6 6-3 6-3 (Emanuela Palmieri)

Verso le 13,00 scendono sul Campo 3 il veterano Sam Querrey (n.28 del ranking), reduce da un’eliminazione ai quarti all’ATP Ginevra, e il giovane e promettente sudcoreano Hyeon Chung (n.67 del ranking) che di recente ha dato buona prova di sé all’ATP Barcellona, estromettendo Alexander Zverev agli ottavi, e soprattutto all’ATP Monaco, dove si è innalzato fino alla semifinale. E anche oggi Chung si presenta molto aggressivo fin dall’inizio tanto da riuscire a portarsi in vantaggio di un break già pochi minuti dopo l’inizio del match per poi andare a vincere il primo set per 6-4. Ma la partita non è finita qui e, con grande delusione di un gruppo di agguerriti tifosi sudcoreani presenti sulle tribune, nel secondo set è l’esperienza di Querrey a prevalere sull’irruenza giovanile di Chung e così si va sull’1-1. Il sudcoreano però non si abbatte e ricomincia ad attaccare facendo suoi sia il terzo che il quarto set e andando così a vincere questo match che gli permette di accedere per la prima volta in carriera al 2° turno del Roland Garros. Dopo il primo set, sembrava che il ritorno in uno slam da parte di Thanasi Kokkinakis potesse essere dei più dolci. La prestazione dell’australiano non è stata del tutto negativa ma, dopo un primo set brillante, il calo di tensione e i troppi errori lo condannano alla sconfitta. L’assenza prolungata dai match che contano si è fatta sentire. Nonostante riesca a mettere in campo sprazzi di ottimo tennis, “Kokki” non riesce a produrre un gioco costante e subisce la rimonta inesorabile di Kei Nishikori. Il giapponese non disputa un match particolarmente brillante, ma resta solido e preciso nei momenti topici dell’incontro e si assicura il secondo round del French Open con lo score di 4-6 6-1 6-4 6-4.

[8] K. Nishikori b. T. Kokkinakis 4-6 6-1 6-4 6-4 (da Parigi, Laura Guidobaldi)

I suoi piedi si muovono che è una meraviglia ma non lo aiutano nel primo set. Kei Nishikori subisce il rientro grintoso di Thanasi Kokkinakis che, dopo un anno e mezzo di disavventure dovute ad infortuni, da qualche settimana è ritornato sui campi del circuito. Un bel primo set per l’australiano di Adelaide che, irrobustitosi fisicamente e potente in spinta, mette in campo colpi pesanti, profondi e liftati. Delusi e ammusati i giornalisti giapponesi presenti in tribuna stampa, accorsi numerosissimi per assitere al match di Kei. Troppi errori per il n. 9 del mondo che non riesce a trovare continuità. Nonostante Kokkinakis si porti sul 5-3, non ne approfitta; ora è lui a sprecare malamente, permettendo a Kei di avvicinarsi sul 4-5. Alla fine il primo parziale parla australiano, con Thanasi che, dopo aver fallito le due prime palle del set (di cui la seconda con un doppio fallo), chiude per 6-4 dopo 52 minuti. C’è però aria di montagne russe. Il tennista Aussie sembra aver staccato la spina. I suoi colpi si perdono, fuori misura; Thanasi appare privo di concentrazione e, in circa 30 minuti, Nishikori pareggia i conti con un inappellabile 6-1. Nel terzo set Thanasi illude ancora. In vantaggio 3-0, stacca però nuovamente la spina, dando segnali di frustrazione e impazienza. Nishikori compie la rimonta e, in 49 minuti, fa suo anche il terzo set per 6-4. Niente da fare per il 21enne di Adelaide che, pur spingendo ancora, continua ad essere troppo falloso. Non si fa attendere il break di Nishikori sul 3-2 al quarto. Il pupillo di Michael Chang è bravo a rimanere attaccato allo score e, dopo 3 ore e 2 minuti, elimina uno stordito e deluso Kokkinakis. Per lui ora ci sarà il francese Jérémy Chardi.

[1] A. Murray b. A.Kuznetsov 6-4 4-6 6-2 6-0 (Gabriele Ferrara)

Andy Murray si qualifica per il secondo turno del Roland Garros dopo aver eliminato in quattro set Andrey Kuznetsov, capace di opporre resistenza solamente per un’ora e mezza. I precedenti tra i due giocatori vedevano Murray avanti 2-0, con entrambe le sfide che si erano disputate sul cemento. Il numero 73 del mondo inizia il match andando subito sotto 5-2, recuperando però grazie a due errori di dritto di Murray che valgono il 5-4, salvo poi cedere il set dopo un doppio fallo e due gratuiti. Nel secondo Andy gioca costantemente tre metri dietro la linea di fondocampo, peraltro intensificando il monologo con se stesso. Kuznetsov ne approfitta e, malgrado perda due giochi di fila dal 5-2 in suo favore, vince il parziale: 6-4. Alla ripresa il britannico ritrova concentrazione, aggressività e serenità; dall’altra parte, Kuznetsov dimostra di avere piú di un problema negli spostamenti laterali, in uscita dal servizio e nei pressi della rete. Il 6-2 è la naturale con conseguenza di tutto questo. Nel quarto il russo non ci crede più e si lascia travolgere da Murray, che archivia la pratica in 2 ore e 32 minuti. Giovedì Andy se la vedrà con Klizan (lo scozzese si è aggiudicato l’unico scontro diretto a Vienna lo scorso ottobre).

[15] G. Monfils b. D. Brown 6-4 7-5 6-0 (Michelangelo Sottili)

Promette spettacolo la prima sfida in assoluto fra il numero 16 del mondo Gael Monfils e Dustin Brown, n.76. Le incredibili capacità atletiche del primo e la costante ricerca del colpo a effetto da parte del secondo rendono il match godibile, con scambi divertenti e relativi sorrisi di approvazione da parte di entrambi. Servendo sul 4-5, Brown tira lungo un facile dritto di attacco e gioca una smorzata che è un assist: arriva così l’unico break che decide il primo set a favore di Lamonf. Un break a testa nella parte centrale della seconda partita, Dustin che “rovina” quello che avrebbe potuto essere lo scambio del torneo sbagliando la chiusura al volo e il tedesco è di nuovo in difficoltà quando serve per il 5 pari, ma questa volta salva i due set point. Non ci riesce però al turno successivo: un nastro fortunato del francese, due errori di dritto e un doppio fallo regalano a Gael anche il secondo set. Con Brown comprensibilmente sfiduciato, Monfils può dilagare nel terzo conquistando così la prima vittoria su terra in stagione, la numero 400 a livello di World Tour e un’altra sfida inedita contro il vincente fra il brasiliano Thiago Monteiro e la WC francese Alexandre Muller.

Gli altri incontri (Andrea Lavagnini)

Dopo l’ottima finale raggiunta a Lione la scorsa settimana, Berdych incespica un po’ al primo turno del suo 14° Roland Garros consecutivo, ma alla fine prevale in quattro set su Struff (6-1 6-1 4-6 6-4). Prima apparizione invece per il giovane Khachanov, vittorioso contro il qualificato Jarry. L’infortunio di Almagro a Roma sembra essere meno grave del previsto considerata la bella lotta vinta su Baghdatis. Nel “derby” tra gli unici due africani presenti in tabellone, Anderson ha la meglio su Jaziri. Tre solide prestazioni non scontate per Istomin, Dolgopolov ed Edmund rispettivamente contro Escobedo, Berlocq ed Elias. Chardy superà il primo turno dello slam parigino per la settima volta consecutiva contro il moldavo Albot. Buona prova anche del semifinalista al Foro Italico, John Isner, che ha la meglio sull’australiano Jordan Thompson. La wild card francese classe ’97, Alexandre Muller, rischia l’impresa contro Monteiro, ma alla lunga è costretto a cedere al più esperto brasiliano.

La pillola del giorno:

È vero, Zverev ci ha lasciato ed è già la sorpresa del torneo (anche se tutti dicono che l’avevano previsto). Ma questo martedì ce lo ricorderemo anche per il match tra la wild card francese Lokoli e il mai banale Martin Klizan. Cinque set di ordinarie stranezze come spesso accade quando in campo c’è lo slovacco, che non ha mancato di offrire tutto il suo campionario di metodiche volte al “winning ugly“. Uno degli apici è stato l’urlo di gioia sul doppio fallo di Lokoli che ha consegnato a Klizan il vantaggio di 5-2 nel quinto set: il francese non ha gradito – e come dargli torto – il comportamento del suo avversario e al momento della stretta di mano si è elegantemente defilato.

Risultati:

F. Verdasco b. [9] A. Zverev 6-4 3-6 6-4 6-2
[1] A. Murray b. A. Kuznetsov 6-4 4-6 6-2 6-0
[12] J.W. Tsonga vs R. Olivo 5-7 4-6 7-6(6) 4-5 sospesa
[3] S. Wawrinka b. [Q] J. Kovalik 6-2 7-6(6) 6-3
[15] G. Monfils b. D. Brown 6-4 7-5 6-0
[8] K. Nishikori b. T. Kokkinakis 4-6 6-1 6-4 6-4
[13] T. Berdych b. J.L. Struff 6-1 6-1 4-6 6-4
[18] N. Kyrgios b. P. Kohlschreiber 6-3 7-6(4) 6-3
J. Chardy b. R. Albot 6-2 6-4 7-6(3)
H. Chung b. [27] S. Querrey 6-4 3-6 6-3 6-3
[21] J. Isner b. J. Thompson 6-3 4-6 7-6(5) 6-3
P. Lorenzi b. R. Berankis 6-0 6-2 6-4
K. Khachanov b. [Q] N. Jarry 6-3 3-6 7-6(4) 6-1
[29] J.M. del Potro b. [Q] G. Pella 6-2 6-1 6-4
N. Almagro b. M. Baghdatis 6-7(3) 6-4 6-3 7-6(1)
D. Istomin b. E. Escobedo 7-6(3) 6-3 6-4
A. Dolgopolov b. C. Berlocq 7-5 6-3 6-4
M. Klizan b. [WC] L. Lokoli 7-6(4) 6-3 4-6 0-6 6-4
K. Edmund b. G. Elias 6-3 6-2 7-5
K. Anderson b. M. Jaziri  7-6(4) 6-3 7-6(4)
T. Monteiro b. [WC] A. Muller 7-6(4) 2-6 4-6 7-6(3) 6-0

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