Murray: "Quando ero sotto non mi sono preoccupato"

Interviste

Murray: “Quando ero sotto non mi sono preoccupato”

Roland Garros, terzo turno: [1] A. Murray b. [29] J. M. del Potro 7-6(8) 7-5 6-0. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

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Credi sia stato il tuo miglior match dell’anno?
Sicuramente per quanto riguarda la stagione di terra. Ho fatto altri buoni incontri a inizio anno. Ma su terra gli ultimi due set sono stati i migliori che ho disputato.

Sotto il profilo della potenza come valuti il diritto di del Potro? Quanto ha pesato il tie-break del primo set?
È stato molto importante. Credo sia durato un’ora e 25 minuti. Oggi il campo era molto lento e recuperare in queste condizioni è molto difficile perché devi combattere su ogni punto. Alla fine di quel set lui era ovviamente molto dispiaciuto. Ha fatto un doppio fallo su un set point dopo avere avuto più chance di chiudere. Si fa dura poi recuperare quando ci sono queste condizioni di gioco. Il suo diritto è un gran colpo. È lì che si deve essere accorti quando si gioca contro di lui. Molti giocatori con un gran diritto preferiscono tirarlo dal lato del rovescio. Da quella posizione è difficile capire dove tireranno. Però, lui ha anche un gran diritto in corsa.  Per lui credo sia più complicato usarlo sul rosso perché hai meno stabilità sui piedi. Sull’erba e sul cemento quando colpisce dal lato del diritto tira più forte di tutti. Perciò devi saper selezionare bene il momento in cui tirargli su quel colpo.

A causa del problema al polso sinistro, del Potro usa molto il rovescio in slice. È un problema affrontare due diversi tipi di rovescio in termini di ritmo?
Si, ma questo anche a causa delle condizioni di gioco. Sul lato del rovescio sbaglia poco. È molto solido da quella parte. Io ho provato a dettare il gioco girando sul mio diritto dal lato del rovescio. Se tiri 20 volte di fila la palla nello stesso angolo a giocatori di tale abilità, non sbaglieranno mai. È cruciale inchiodarli nell’angolo dal quale non riescono a generare grande potenza. E per farlo devi aprirti per prima cosa l’altro lato del campo. È importante avere il giusto equilibrio. All’inizio non riuscivo, ma nel proseguio della partita sì.

Il tuo prossimo avversario potrebbe essere Isner contro il quale hai un ottimo record. Ha sconfitto tanti grandi giocatori, ma mai te. Da cosa credi che dipenda?
Si, ma ho sempre vinto di misura. Mai match facili. La partita a Parigi dello scorso anno l’ho vinta 7-5 al terzo set. Qui a Parigi lo scorso anno abbiamo giocato due tie-break. Ha avuto un set point nel primo tie-break. Anche a Shanghai vinsi 6-4 al terzo. Ha un grandissimo servizio e su terra battuta ha più tempo per piegarsi sui colpi di rimbalzo.  Con Khachanov non ho mai giocato ma mi ci sono allenato quando era 350 al mondo, ed era forte. Alto, grosso, potente. Ha anche un gran servizio ma non l’esperienza di Isner. Nel loro incontro mi aspetto ci siano pochi break

Come ti sei sentito psicologicamente ad iniziare uno Slam senza grandi certezze? L’anno scorso ti mostrasti più fiducioso. Come ti senti ora mentalmente?
Io ho fiducia in me stesso e sento di poter cambiare in meglio il corso delle cose in ogni circostanza. Non è semplice, ma se ti alleni bene e hai fiducia in te stesso alla fine le cose succedono. Giocare su cinque set mi aiuta perché ho più tempo di volgere a mio favore le partite. Ora mentalmente sto bene. Sono contento di come sia andata oggi. Come ho detto, è una componente importante del mio gioco apportare le giuste correzioni a partita in corso. La tattica è importante per me. E se quella funziona bene, è un fatto positivo. Anche quando ero in svantaggio oggi, non ero preoccupato. Stessa cosa con Klizan; ho fatto qualche aggiustamento e la partita è girata. Questo è ciò che più conta per me ora come ora

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