RG: Djokovic-Thiem quarto di lusso, Nadal tritura anche Bautista

Roland Garros

RG: Djokovic-Thiem quarto di lusso, Nadal tritura anche Bautista

Ottavi di finale della parte bassa: l’austriaco domina Zeballos e sfiderà ai quarti Djokovic che soffre per un set con Ramos. Rafael Nadal spazza via un altro avversario. Carreno Busta, elimina dopo più di 4 ore Raonic.

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[4] R. Nadal b. [17] R. Bautista Agut 6-1 6-2 6-2 (da Parigi, Antonio Garofalo)

Nel 2012 in quattro partite aveva perso diciannove giochi, quest’anno uno in più: effettivamente Nadal non è più lui. L’undicesimo quarto di finale a Parigi (eguagliato Roger Federer), il trentunesimo a livello slam (solo Federer, Connors, Djokovic, Agassi e Lendl ne hanno di più), la centunesima vittoria sul rosso al meglio dei cinque set sono solo numeri che certificano il dominio di questo signore su questa superficie, come mai si era visto prima d’ora e chissà se mai si rivedrà. Sul Lenglen oggi c’era il sole, l’altro giorno la pioggia ma la sostanza non cambia: Rafa Nadal – che ieri ha festeggiato i trentuno anni e la dodicesima Champions League del suo Real Madrid – viaggia spedito verso la Decima, sbarazzandosi del malcapitato Roberto Bautista Agut in un’ora e cinquanta di serena passeggiata. La cosa preoccupante per gli avversari è che Roberto – sicuramente uno spagnolo anomalo più a suo agio sul duro –  non certamente un peones anzi un ottimo giocatore, numero 18 del mondo, ha comunque fatto la figura dello sparring partner. Per tutta la partita il divario è stato francamente imbarazzante con il povero allievo di Tomas Carbonell sballottato da una parte all’altra del campo. Trentuno vincenti (quindici con il diritto), trentadue punti più dell’avversario, insomma la solita carneficina con il pubblico che ha provato – per la verità senza neanche tanta convinzione – a incitare “Roberto, Roberto!”. Rafa attende ora il vincente del match tra Raonic e Carreno Busta, con il canadese è avanti 7-2, con il connazionale 3-0: bisognerà attendere – forse – la semifinale per assistere a qualcosa di più di un allenamento agonistico.

[20] P. Carreno Busta b. [5] M. Raonic 4-6 7-6(2) 6-7(6) 6-4 8-6 (Paolo Di Lorito)

Carreño Busta raggiunge per la prima volta i quarti di finale in uno Slam e lo fa battendo, sempre per la prima volta, un top 5. Milos Raonic, che aveva vinto i tre precedenti senza mai concedere neanche un set, era partito bene anche oggi ma quando si è trattato di dover variare il gioco per trovare altri modi per impensierire l’avversario non si è saputo adattare.

Nel primo set Raonic qualche sussulto lo passa nel settimo game, quando incappa in due doppi falli e fatica più del previsto per tenere la battuta. Poco più tardi sta allo spagnolo doversi difendere dalle prime palle break, ma non lo fa con altrettanto successo: Raonic spinge fin dalla risposta e con un’inaspettata solidità sul lato del rovescio porta a casa il set 6-4. Nonostante nel secondo parziale il canadese parta male subendo un break in apertura, riesce poi a risalire grazie allo strapotere dei suoi colpi da fondo e sia sul 5-4 che sul 6-5 va a set point. Le occasioni mancate però si pagano e nel tie-break il numero 5 del mondo condensa tutti gli errori gratuiti, e con l’ennesimo dritto largo, perde 7-2. Il terzo set sembrava volesse seguire l’andamento del primo, con Raonic che passa in vantaggio di un break ed è deciso a mantenerlo fino alla fine. Tuttavia sul 5-4 Carreño, che fino a quel momento era stato sempre presente ma mai particolarmente pungente, trova i colpi giusti per riagguantere il pareggio e si finisce di nuovo al tie-break. Ancora una volta Raonic gioca sul filo del rasoio e si vede annullare due set point da uno spagnolo sempre più combattivo, ma alla fine chiude alla terza occasione con un serve-and-volley. Il quarto parziale è sicuramente quello giocato meglio dallo spagnolo, sempre grintoso e disposto a fare quello scatto in più per costringere l’avversario a giocare un’altro colpo. Raonic appare affaticato e infastidito dalle continue variazioni di Pablo, che riesce nell’impresa di brekkarlo due volte per poi andare a chiudere 6-4, addirittura con un ace.

All’inizio dell’ultima frazione entrambi sono comprensibilmente stanchi e questo comporta una minor precisione nei colpi, soprattutto al servizio. Vengono concesse palle break in nove game differenti e prevedere il nome del vincitore risulta impossibile. Tra i due quello con la maggior predisposizione alle maratone è Carreño il quale, nonostante la minor esperienza sui grandi palcoscenici, può contare su un ottimo feeling con la terra battuta. Le armi del canadese non fanno più paura a Pablo che ormai è sempre più conscio del fatto di poter portare a casa il match. I primi match point per lui arrivano nel decimo game quando va a servire sul 5-4. Tutti e tre vengono giocati con coraggio ma senza mai tentare il colpo definitivo e allora Raonic, ostinandosi a portare avanti il suo gioco, ristabilisce la parità. Il numero 21 del mondo comunque non accusa il colpo a livello psicologico come ci si sarebbe aspettato e continua a macinare metri e colpi profondi, mentre Milos, sempre più distratto, perde per la terza volta nel set, e per la terza volta a 0, la battuta. Carreño torna a servire sopra 7-6, e considerando l’intensità dei suoi Vamos dopo ogni match point conquistato saremmo sorpresi se avesse ancora voce per la conferenza stampa. Il settimo è quello buono e dopo una volée di dritto vincente arrivata dopo 4 ore e 21 minuti di incontro, può finalmente tendere le braccia al cielo. Fra due giorni starà a lui tentare di bloccare la strada a Nadal verso la sua decima, anche se i precedenti (3-0 in favore di Rafa) non preannunciano niente di buono.

[2] N. Djokovic b. [19] A. Ramos-Vinolas 7-6(5) 6-1 6-3 (da Parigi, Carlo Carnevale)

È vero che vincere è quello che alla fine della giornata conta più di ogni altra cosa. È vero anche che riuscire a portare a casa un incontro senza giocare al meglio, può aiutare a guadagnare fiducia e condizione. Ma il tennis e soprattutto l’atteggiamento messi in campo da Djokovic quest’oggi sono un segnale preoccupante, che si traduce in un messaggio chiaro: così non basterà per vincere il torneo. Due ore e mezza di livello medio-basso, ricco di errori e dal ritmo lento, per nulla entusiasmante. Un primo set strappato con i denti a quell’Albert Ramos, finalista a Montecarlo che difendeva i quarti colti lo scorso anno quando a sorpresa batté Milos Raonic. Un liguaggio del corpo negativo e spesso scoraggiato, che lo vede scuotere la testa e allargare le braccia in direzione del suo angolo, privo di Andre Agassi rientrato negli Stati Uniti (ci sono i genitori e il guru Imaz).
I rari momenti di concentrazione vera sono palpabili, Ramos non riesce a reggere il confronto da fondo durante gli sprazzi di marce alte. Il dritto dello spagnolo fa male e nei momenti di stanca punge per mandarlo avanti di un break, in due separate occasioni nel primo set: non sono abbastanza nella mediocrità odierna, Djokovic rientra fino a vincere il gioco decisivo, pur facendosi rimontare da 4-0. Il resto del match è un trascinarsi noioso, è evidente che il serbo si sia liberato del disagio iniziale ma restano copiosi gli errori in manovra, anche di metri: Ramos non riesce però ad approfittare della scarsa condizione dell’avversario, accettando di disputare un incontro dalle tinte cupe. A parità di condizioni, è naturalmente Djokovic a venirne fuori vincitore, senza mancare di restituire il break ottenuto nel terzo parziale. In quarti di finale ci sarà Dominc Thiem, che probabilmente ancora ricorda la batosta subita a Roma (6-1 6-0) in semifinale: qui a Parigi però le cose andranno diversamente. A patto che Djokovic non torni Djokovic.

[6] D. Thiem b. H. Zeballos 6-1 6-3 6-1  (da Parigi, Ruggero Canevazzi)

Dominic Thiem prosegue inarrestabile il suo percorso a Parigi, annichilendo agli ottavi di finale Horacio Zeballos in appena 1 ora e 40 minuti. Troppo grande il divario fra i due, in campo si è vista tutta la differenza di classifica tra il n.7 e il n.65 del mondo, sebbene al mancino argentino non si possa imputare niente. Ha lottato come un leone ma contro questo Thiem c’era ben poco da fare e il 51% di punti con la prima (67% di prime in campo) e il 33% con la seconda è una naturale conseguenza dell’avversario superiore.

Dopo che la grandeur francese ha avuto grandi soddisfazioni dalla Giovanna d’Arco Kiki Mladenovic, fresca giustiziera della campionessa uscente Garbine Muguruza, il pubblico del Suzanne Lenglen ora presente in gran numero assiste all’ultimo incontro in programma. Il sole si è fatto largo tra le nuvole, presenti ma non certo minacciose, della gradevole e ventilata giornata odierna. La partita non ha molto da raccontare, se non nel terzo game del primo set quando l’argentino al quarto tentativo centra l’immediato controbreak sul 2-0, ma subito dopo perde di nuovo la battuta, esattamente come due giochi dopo per l’inevitabile 6-1. Nel secondo parziale Zeballos serve meglio ma sul 2 pari è costretto nuovamente a concedere il break al più solido avversario. Il povero Zeballos (che peraltro non può lamentarsi visto che ha già raggiunto il quarto turno di uno Slam) è costantemente ancorato 3 metri fuori dal campo, a correre veloce come Pietro Mennea e resistente come Abebe Bikila, mentre il n.7 del mondo è costantemente coi piedi sulla riga di fondo, tranne quando viene a prendersi il punto a rete.

Nel terzo parziale Zeballos apre alla battuta ma si ritrova in un amen 15-40 e con un doppio fallo cede subito il servizio e le ultime, eventuali, residue speranze. C’è spazio per un magnifico pallonetto in rovescio liftato dell’argentino sul 2-0 40-15, applaudito anche da Dominic, che poi decide che è ora di finire e chiude senza difficoltà. Ai quarti sfiderà il vincente di Djokovic-Ramos Vinolas.

Risultati:

[4] R. Nadal b. [17] R. Bautista Agut 6-1 6-2 6-2
[20] P. Carreno Busta b. [5] M. Raonic 4-6 7-6(2) 6-7(6) 6-4 8-6
[2] N. Djokovic b. [19] A. Ramos-Vinolas 7-6(5) 6-1 6-3
[6] D. Thiem b. H. Zeballos 6-1 6-3 6-1

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