Veni, vidi, Kiki... la guerriera Mladenovic

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Veni, vidi, Kiki… la guerriera Mladenovic

Kiki Mladenovic incontra Garbiñe Muguruza. Ce la può fare, grazie al progresso tecnico e alla forza mentale. E lei dice: “A Parigi sono una delle ragazze da battere”

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DA PARIGI – “Posso essere la ragazza da battere” aveva dichiarato Kristina Mladenovic in una recente intervista a Le Quotidien, la rivista ufficiale del Roland Garros. Se all’inizio poteva sembrare un’affermazione un po’ sfrontata, la francese sta dimostrando alle sue avversarie che forse non aveva tutti i torti e quanto sia difficile superarla in questo momento. Venerdì infatti, contro Shelby Rogers, si è risollevata da un match che era a un soffio dal perdere, recuperando da 2-5 per poi vincere 8-6 al terzo. Una partita epica!” dirà poi la transalpina in conferenza stampa.

Carattere tosto quello di Kiki, che eredita senza dubbio dalle origini slave (i genitori, sportivi di alto livello, sono arrivati in Francia dalla ex-Yugoslavia) ma anche dalla sua appartenenza al nord, essendo nata a Sain-Pol-sur-Mer, vicino a Dunkerque. Ragazza schietta e dalla volontà di ferro, non si tira mai indietro nell’esprimere apertamente le proprie opinioni, anche su argomenti scottanti, vedi il caso Sharapova e la scelta di Caroline Garcia di disertare la Fed Cup nel 2017.

Estremamente decisa e disciplinata, Kristina sta vivendo il miglior momento in carriera. Issatasi al n. 14 della classifica mondiale, quest’anno vince il suo primo titolo, a San Pietroburgo, e disputa altre tre finali, Acapulco, Stoccarda e Madrid. In tutto sono sette le altre finali giocate finora in carriera. Ma Mladenovic è anche abilissima in doppio, disciplina in cui ha vinto ben 17 titoli, tra cui proprio l’Open di Francia l’anno scorso insieme a Caroline Garcia. Con la connazionale conquista altri tre titoli e disputa altre quattro finali. Nel 2013 ha vinto inoltre il torneo di Osaka in coppia con Flavia Pennetta e le due sono molto amiche. Oltre ai 17 trofei, raggiunge altre 12 finali. Conquista inoltre il titolo a Wimbledon e all’Australian Open in coppia con Daniel Nestor.

Un progresso costruito giorno dopo giorno con una gran “voglia di vincere” unita ad un mal celato “odio della sconfitta”. È vero, a Kristina non piace per nulla perdere. La francese è ormai celebre per essere grande lottatrice, sia in campo che fuori. Nata leader, ora è un elemento federatore in seno al team di Fed Cup, che dice sempre la sua, in particolare riguardo alla scelta del capitano (Kiki stessa ha suggerito di fare appello a Noah dopo il forfait di Mauresmo) e agli atteggiamenti delle sue compagne di squadra. Atteggiamenti che, a quanto pare, Kiki non perdona se rivelano opportunismo o scelte lontane dall’interesse del gruppo. E questo per il grande attaccamento alla maglia della nazionale: Fin da piccola seguivo la Fed Cup e la Coppa Davis e il mio grande sogno era di poter entrare un giorno in squadra” ha detto ancora Kiki.

In questa gusto per la lotta, c’è anche la scelta di lasciare tutto e, nonostante l’appartenenza al nord, l’anno scorso decide di trasferirsi a Dubai per godere di condizioni ideali per la preparazione  alle competizioni in off season, proprio come il suo amico e connazionale Lucas Pouille.

Dotata di un gioco aggressivo e vario, il tennis espresso in campo da Mladenovic riflette a tutti gli effetti la sua personalità. Capace di declinare con la racchetta le diverse soluzioni di gioco, Kiki riesce ad essere eclettica anche fuori dal campo. Un esempio? È una vera poliglotta e tra le lingue predilette c’è, ovviamente, anche l’italiano. E, se frequentasse l’università, sarebbe una studentessa modello. Perché? Non solo per la disciplina che regola la sua attività e a cui si è adeguata fin da giovanissima ma, soprattutto, perché a volte viene chiamata “Kikipedia”! Già, Kristina possiede una serie di appunti e informazioni sul gioco delle altre tenniste per scendere in campo totalmente preparata. Insomma, oltre al pathos e alla grinta con cui affronta le partite, la francese ha imparato ad essere una vera professionista, studiando e affrontando le competizioni come se si trattasse di un vero e proprio esame.

Insomma, Mladenovic è una vera vincente, dentro e fuori dal campo. La guerra non è ancora vinta a Porte d’Auteuil ma, per ora, ogni battaglia è stata un successo. Oggi la transalpina affronta la campionessa uscente del Roland Garros, Garbiñe Muguruza; e, per una come Kiki, questa sarà un’arma in più.

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