RG: Nadal passeggia, Kiki fa sognare. Il meglio arriverà?

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RG: Nadal passeggia, Kiki fa sognare. Il meglio arriverà?

Si è chiusa la prima settimana di torneo con poche emozioni. Djokovic-Thiem per sfidare Nadal. Halep in pole tra le donne. L’Italia è già a casa

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La buona notizia rispetto allo scorso anno è che la pioggia ci ha quasi del tutto risparmiati, ma di emozioni in questa prima settimana di torneo ce ne sono state poche. Lo stesso dicasi per le sorprese clamorose , perché in fondo Angelique Kerber è la numero 1 del mondo solo per il computer e la sua crisi è stata solo certificata dal netto ko contro Ekaterina Makarova (che due giorni dopo ha perso con lo stesso punteggio 6-2 6-2 contro Tsurenko…) e che Sascha Zverev potesse pagare la troppa euforia del trionfo romano e del debutto in top-10 in un match trappola contro una vecchia volpe come Fernando Verdasco poteva essere messo in preventivo.

Tsonga e Berdych che salutano anzitempo la compagnia sono il segno del tempo che passa ed anche in Dimitrov e Raonic finirà che non ci crede più nessuno. Per il resto, derubricabile ad ordinaria amministrazione l’uscita della Konta completamente inadatta alla terra, mentre si può solo gioire del ritorno alle gare di Petra Kvitova, le cui lacrime liberatorie alla fine del match vinto contro la Boserup ci hanno davvero commosso.

Se i tedeschi non ridono – sei su sei fuori al primo turno trai maschietti e cinque su sette tra le donne – i primi tre turni di torneo hanno spazzato via il contingente italiano (restano Schiavone e Lorenzi in doppio, per quel che può valere): anche qui, niente di nuovo sotto al sole (parigino), anche se va messo agli atti che era dal 1999-2000 che per due anni di fila non avevamo nessun rappresentante agli ottavi dello slam che storicamente ci premia di più. Ça va sans dire, “il movimento è in salute” come ci dicono dalle parti del foro italico.

Nel tabellone maschile, la Invincible Armada spagnola è tornata a dominare, con cinque iberici agli ottavi e fa niente se non si è riusciti ad eguagliare il record del 2003 quando in quattro – Albert Costa, Carlos Moya, Tommy Robredo e Juan Carlos Ferrero (che finì per vincere il torneo in una delle finali più brutte di sempre contro l’olandese Martin Verkerk) – raggiunsero i quarti.

Chiaramente a rubare l’occhio è sempre Rafa Nadal con la miseria di venti game concessi agli avversari nei primi quattro turni (nel 2012 furono diciannove…), ed in attesa che si trovi un ostacolo per lui degno di questo nome, i favori del pronostico non possono che andare in una sola direzione. I progressi (?) di Djokovic con la cura Agassi fin qui non si sono apprezzati, si è salvato contro Schwartzman, un po’ meglio contro Ramos Vinolas, ma con Thiem – percorso netto sin qui e una solidità impressionante – sarà tutta un’altra storia e non inganni il recente precedente di Roma.

Wawrinka ha giocato “da Wawrinka” un paio di set contro Fognini ma per un’ora non è stato in grado di fare più di due punti alla risposta contro un giocatore con un servizio mediocre: nella seconda settimana degli slam Stanimal si trasforma e forse sarà lui l’uomo da tenere in considerazione per trovare un’alternativa credibile a Rafa.

Le condizioni di Andy Murray sono ancora avvolte nel mistero. In un modo o nell’altro è riuscito a venire a capo dei trucchetti di Klizan e del cuore di del Potro. Sarà interessante vedere come se la caverà contro il ventunenne Kachanov, la più bella sorpresa fin qui del torneo (ha fatto fuori Berdych e Isner) e il più giovane ad arrivare così avanti nel torneo dal 2009 quando Marin Cilic vi arrivò senza avere ancora compiuto ventuno anni. A proposito di Cilic: 23 game lasciati ai suoi avversari (tra cui Gulbis e F. Lopez, due a cui non è semplicissimo togliere il servizio) sono parenti dei 20 di Nadal anche se con un turno in meno, eppure nessuno sembra accorgersi di lui. Le due settimane da Padreterno le ha già trovate una volta e questa terra sembra sempre più veloce. Nishikori è sopravvissuto sin qui grazie ad un sorteggio benevolo ma se Fernando Verdasco non si scioglie – cosa tutta da verificare – rischia di costringere il nutrito gruppo di reporter giapponesi a fare rapidamente le valigie.

Nel tabellone femminile, ovviamente la sconfitta della Kerber ha fatto scalpore, se non altro perché è la prima volta che accade che la testa di serie numero 1 del torneo lasci Porte d’Auteuil già al primo turno. I risultati post-trionfo dello scorso anno lasciavano presagire che per Garbine Muguruza sarebbe stato molto difficile riconfermarsi e le lacrime dopo la sconfitta contro Mladenovic hanno rivelato tutta la pressione che incombeva sulla spagnola. Peraltro se solo cinque giocatrici sono riuscite a difendere il trono parigino (la “chiacchierata” Court, Evert, Graf, Seles e Henin) per un totale di undici volte (decisamente poche rispetto alle 24 di Wimbledon, 22 degli Us Open e 21 di Melbourne), ci sarà un motivo.

E allora, con l’uscita anche di Venus Williams, Kuznetsova e Stosur (e le già citate di Kerber, Kvitova e Schiavone) il Roland Garros 2017 avrà una nuova campionessa slam. Delle ragazze rimaste in corsa, solo Simona Halep ha giocato la finale da queste parti e per quanto visto tra Madrid, Roma e in questi primi turni, la palma di favorita va assegnata a lei. Mladenovic è spinta a furor di popolo anche se ha dovuto già superare due maratone (9-7 al terzo contro Brady al primo turno, 8-6 al terzo contro Rogers) ed ha un servizio troppo ballerino. Con la simpaticissima Cornet e Garcia (che peraltro si detestano per vicende legate alla Fed Cup) proverà a riportare la Francia sul trono diciassette anni dopo la vittoria di Mary Pierce Ma francamente il torneo femminile potrebbe vincerlo tutte quelle rimaste in corsa.

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