Un mese sull'erba: chi guadagna punti e chi deve difenderli?

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Un mese sull’erba: chi guadagna punti e chi deve difenderli?

Un recap sulla scorsa stagione sull’erba: quanto ci dice delle aspettative, dei timori e delle opportunità dei big che si affacciano a questa. Con un occhio a Wimbledon

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Il primo turno di un torneo può essere molto diverso, a seconda che tu sia il campione in carica o qualcuno che l’anno precedente neppure si era iscritto: quando il circuito ATP fa il giro delle 52 settimane, i punti dell’anno precedente vengono scalati dal ranking di ognuno dei giocatori. La breve stagione sull’erba non fa eccezione, e per capire come i singoli top 20 affronteranno questa delicatissima fase (che culminerà il 3 luglio nell’inizio del torneo di Wimbledon) è necessario andare a ricordare come si erano comportati sul verde la scorsa stagione.

A difendere più punti di tutti c’è Andy Murray, imbattuto nel mini circuito erbaiolo del 2016. Lo scozzese porta in dote i 500 punti degli Aegon Championships (il torneo del Queen’s) e i 2000 di Wimbledon, e in caso di doppio flop rischia di cadere dal trono ATP. A scalzarlo sarebbe Rafael Nadal, che l’erba non la ama di certo ma può affrontare i prati di giugno e luglio con la consapevolezza che ogni risultato sarà un guadagno. Gli scorsi giugno e luglio, causa infortunio, Rafa sui prati non si presentò neppure. I punti in scadenza per lui sono quindi zero. Preoccupazioni in vista anche per Milos Raonic, che grazie alla cura McEnroe riuscì a piazzarsi subito dietro Murray in entrambi i grandi eventi e difende quindi ben 1500 punti delle due finali.

La scorsa stagione su erba, per Novak Djokovic, fu “l’inizio della fine”. Questo fatto, a dodici mesi di distanza, potrebbe invece giocare a suo favore: dopo sei mesi passati a difendere titoli conquistati in uno stato di forma e fiducia ben diverso, Non-più-Super-Nole si approccerà all’estate verde con soltanto i 90 punti della famosa sconfitta al terzo turno di Wimbledon contro Sam Querrey. Djokovic non è iscritto a nessuno dei tornei preparatori per il major, ma la possibilità di veder crescere la sua classifica (appena piombata al n.4) potrebbe indurlo nella tentazione di accettare una qualche wild card. L’ingresso in tabellone “legittimo” di Edmund, ad esempio, ne ha appena liberata una per il Queen’s…

Come sono messi gli svizzeri? Stan Wawrinka bene, in virtù (?) delle figuracce rimediate lo scorso anno: una eliminazione al primo turno nel torneo della regina e una al secondo turno a Wimbledon (fu sfortunato nel pescare un del Potro quasi privo di classifica) gli consentiranno di puntare all’ultimo Slam mancante con relativa spensieratezza e appena 45 punti in scadenza. Qualche difficoltà in più la avrà Roger Federer, invece: nessun titolo per lui nel 2016 ma ben tre semifinali a Stoccarda, Halle e a Church Road. Totale: 990 dei suoi 4.945 punti. Rimanendo tra i top 10 monomani, una brutta esperienza a Wimbledon salva Dominic Thiem dal dover difendere un bottino già ricco di vittoria a Stoccarda e semifinali di Halle (475 in tutto).

Marin Cilic ha da replicare semifinali al Queen’s e quarti Slam se vuole conservare i suoi 540 punti, mentre Kei Nishikori ha 225 punti in totale ma un feeling non eccellente con la superficie: i Championships sono fino ad ora lo Slam in cui ha combinato meno, al massimo un quarto turno nel 2014. Tomas Berdych, già sprofondato alla piazza numero 14, ha una semifinale di Wimbledon e 720 punti da difendere. Bella grana, non c’è che dire, ma è il prezzo da pagare per essere stato il quarto più “ricco” tra gli erbivori nel 2016. Saluterà almeno temporaneamente la top 10 Alexander Zverev: i punti della finale raggiunta a Halle verranno detratti con una settimana di anticipo sulla nuova edizione del torneo, e Jo-Wilfried Tsonga è lì in agguato. I ruoli si invertiranno a Wimbledon, quando il francese difenderà i 360 punti dei quarti di finale e il tedeschino soltanto i 90 del terzo turno.

Chi a Halle avrà grattacapi giganti sarà Florian Mayer, detentore del titolo del Gerry Weber Open. Funky Flo con quei 500 punti ha costruito oltre metà del suo ranking (in totale ne ha appena 910, ed è numero 51…) e ripetere l’impresa sarebbe un’impresa ancor più grande. Titoli da 250 punti da riconquistare anche per Steve Johnson (Nottingham, che nel frattempo è divenuto Eastbourne) e Nicolas Mahut (‘s-Hertogenbosch). Tornando in alto: ci sono 180 punti a testa per Nick Kyrgios e Roberto Bautista Agut, ma aspettative assai ben diverse nei confronti della manciata di tornei su erba. Possono infine compiere un bel balzo in avanti sia Grigor Dimitrov, sia Jack Sock, sia Gael Monfils, sia Pablo Carreño Busta. LaMonf e il quartofinalista al Roland Garros ne hanno addirittura soltanto 10 della partecipazione a Wimbledon.

Oltre a costituire una buona fetta di classifica per alcuni, i tornei di questa e delle prossime settimane stabiliranno anche l’ordine delle teste di serie per i Wimbledon. Per decidere i 32 seeded players dei Championships, infatti, si prenderà il ranking ATP dei giocatori che verrà pubblicato il lunedì seguente la settimana di Halle e del Queen’s (26 giugno) e si andranno a sommare ad esso tutti i punti conquistati su erba nel 2016, più il 75% di quelli guadagnati dal miglior torneo disputato sulla medesima superficie nel 2015.

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