Nei dintorni di Djokovic: l'uomo che ha fatto rinascere Donna

Nei dintorni di Djokovic

Nei dintorni di Djokovic: l’uomo che ha fatto rinascere Donna

“Tranquillità, sicurezza e fiducia in se stessa”. Questa la ricetta con cui il coach croato Nikola “Nick” Hrovat ha permesso a Donna Vekic di conquistare un torneo WTA dopo più di tre anni

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“Sì, per noi è stata una sorpresa, anche se sotto sotto speravamo facesse bene sull’erba.”
Risponde così Nikola “Nick” Horvat alla prima domanda dell’intervista che ha rilasciato al quotidiano croato Sportske Novosti, ovvero se la vittoria di Donna Vekic a Nottingham sia stata una sorpresa anche per il team della ventenne giocatrice croata da lui guidato. Horvat, infatti, dalla scorsa estate è il coach della tennista croata, che proprio oggi (è nata il 28 giugno 1996) compie 21 anni.

Il nome di questo 39enne allenatore originario di Cakovec, cittadina della Croazia settentrionale, non è conosciutissimo a livello internazionale, o almeno non come quelli che lo hanno preceduto sulla panchina di Donna Vekic: David Felgate, già coach di Tim Henman, e la connazionale Iva Majoli, campionessa del Roland Garros nel 1997 e attuale selezionatrice della nazionale croata di Fed Cup. Lo è sicuramente però in Croazia, dato che Horvat ha già una lunga esperienza nel mestiere, iniziato dopo aver smesso a soli 23 anni la carriera di giocatore. Dopo aver cominciato come allenatore di club, ottiene i primi risultati a livello di circuito WTA tra il 2005 ed il 2006, quando porta la sua concittadina Ivana Lisjak a raggiungere per ben due volte il terzo turno a livello Slam: a New York nel 2005 e a Parigi nel 2006. Risultato quest’ultimo che permette alla allora 19enne tennista croata l’ingresso nella top 100, dopo aver iniziato la collaborazione con Nick dalla 385esima posizione del ranking. Il bel lavoro con Lisjak consente a Horvat di avere subito dopo una nuova e interessante opportunità professionale: entra nello staff del top ten Mario Ancic e allo stesso tempo coach della sorella minore Sanja, in quegli anni grande promessa del tennis croato (n. 159 al mondo a 18 anni), prima che una serie di infortuni la costringessero a ritirarsi anzitempo. “Per la famiglia Ancic ho solo parole di rispetto e gratitudine. Ho lavorato con Sanja quando era nei suoi anni migliori e sono stato aiuto-allenatore di Mario quando era n. 7 al mondo, per me è stata un’esperienza incredibile.”

Dal 2008 al 2013 è selezionatore delle rappresentative nazionali juniores, ruolo in cui segue e vede crescere tutte le attuali grandi promesse del tennis croato: nomi come Borna Coric in campo maschile, Ana Konjuh, Jana Fett e ovviamente la stessa Donna Vekic in quello femminile. “Con Donna ci conosciamo dai tempi in cui ero il selezionatore della rappresentativa croata juniores e lei era la nostra migliore junior. Ci siamo incontrati lo scorso anno a Wimbledon e da lì è iniziato il discorso che ha portato alla nostra attuale collaborazione.” La vittoria del torneo di Nottingham della sua attuale allieva rappresenta però qualcosa di molto importante nella sua carriera di coach. “Sono nel tennis, prima come giocatore e poi come allenatore, ormai da trent’anni. Ho fatto molte esperienze ed ho lavorato con diversi giocatori noti, ma questo è senza dubbio il mio maggiore successo. La sensazione di conquistare un titolo WTA è incredibile.”

Tornando alla sorpresa per questa vittoria, Horvat spiega che c’è un segreto“Posso dire che le fondamenta le abbiamo posate sulla terra rossa. Donna finora sulla terra non ha mostrato il suo vero potenziale e per me come allenatore la stagione sul rosso rappresentava la sfida più grande. Abbiamo lavorato molto in questo direzione e i risultati si sono visti, ha giocato alcuni ottimi match sulla terra (ha superato le qualificazioni sia a Madrid che a Roma, nella capitale spagnola ha anche battuto nel main draw Yulia Putsintseva, n. 30 WTA, ndr) ed è stata un’ottima preparazione per l’erba, sia a livello di gioco che a livello mentale. Il risultato di Nottingham è la conseguenza di tutto questo.“ Una curiosità è se il match decisivo contro Johanna Konta, a quasi due anni dall’ultima finale WTA disputata dall’atleta croata (nell’ottobre 2015 a Tashkent, in Uzbekistan, dove fu sconfitta dalla giapponese Nao Hibino) ha necessitato una preparazione diversa dal solito. “Non c’è stato niente di particolare, la preparazione è stata identica a quella degli altri match. La tattica la prepariamo il giorno prima o la mattina stessa del match, il resto è routine: riscaldamento, incremento del livello di attivazione e concentrazione in silenzio. Donna è una giocatrice molto esperta per la sua età e sa esattamente cosa bisogna fare prima di un incontro.”

Indubbio che si tratti di una giocatrice molto esperta, nonostante abbia solo ventun anni, dato che è ormai nel circuito dal 2012. Negli ultimi anni però la tennista di Osijek non ha ottenuto i risultati che ci si attendeva da lei, soprattutto dopo la vittoria nel torneo di Kuala Lumpur nel 2014, in finale su Dominika Cibulkova, allora n. 10 al mondo. Le classiche voci di corridoio che saltano fuori in queste situazioni, sostenevano che le cause fossero da ricercare in un suo impegno non proprio massimale negli allenamenti e nelle distrazioni fuori dal campo, con riferimento in primis alla sua relazione con il collega svizzero Stan Wawrinka. Horvat, dopo dieci mesi di lavoro con Donna, spazza via con decisione tutte queste illazioni“Dalla mia esperienza, posso dire che Donna è prima di tutto una professionista. È molto matura per la sua età e ritengo che gestisca molto bene gli impegni personali con gli obblighi derivanti dalla carriera di tennista professionista.“

Ma la Donna Vekic che da lunedì ha raggiunto il suo best ranking, n. 57, quanto è diversa da quella che Horvat ha iniziato ad allenare lo scorso agosto, fuori dalle prime 100 della classifica mondiale dopo aver perso al primo turno a Wimbledon e nei tre precedenti tornei WTA disputati sull’erba? “Mi piace dire che guardo il tennis da una prospettiva più ampia. Il tennis è uno sport in cui si vince con la testa, e sulla testa impattano molti fattori, molti dei quali non sono legati al campo di gioco. Per interesse e cultura ho sempre cercato di allargare le mie conoscenze, e questo mi ha portato ad approfondire discipline come la kinesiologia, la psicologia, la nutrizionistica, lo sviluppo personale e persino il business (Horvat ha una laurea in kinesiologia e un Master in Business Administration, ndr). La figura dell’allenatore moderno, in qualsiasi sport, deve andare oltre le specifiche conoscenze di quella determinata disciplina sportiva. Ritengo che pian piano in questi mesi, attraverso la comunicazione, siamo riusciti con Donna a farle raggiungere un determinato livello di tranquillità e sicurezza nel suo approccio al match e a restituirle la fiducia in se stessa.

I risultati di quest’anno dimostrano in effetti che si tratta di una Donna diversa, in grado finalmente di qualificarsi con continuità nei tabelloni dei principali tornei del circuito. “Osservando quello che è successo nel suo complesso, sono ragionevolmente certo che il successo ottenuto da Donna così presto abbia lasciato dei segni, ha portato una pressione che alle volte non è facile sopportare. Donna oggi è cresciuta, è più rilassata, più sicura in campo e fuori e questo si riflette nei risultati. Per quanto riguarda il gioco nello specifico, ho insistito sul rendere più efficace la sua prima di servizio, che tecnicamente è sempre stato un colpo molto buono. Alla risposta, uno dei colpi più importanti nel tennis femminile, prima di tutto ora è più sicura, ma sa anche essere più aggressiva se serve. Ha aggiunto qualche variazione al suo gioco, e nei suoi match si può anche osservare come riesca ad ottenere molti punti da scambi prolungati, a dimostrazione del miglioramento della sua mobilità in campo, merito del lavoro del preparatore fisico Dario Novak.”

Dalle parole del 39enne allenatore di Cakovec, traspare quasi che la sua allieva abbia possibilità enormi.
“È sempre pericoloso fare pronostici, noi cerchiamo di concentrarci sul far migliorare il gioco di Donna ad ogni allenamento, ma credo sia giusto sperare in un suo brillante futuro.” Logico infine chiedere a Horvat se ha qualche aspettativa nel breve termine, con i Championship alle porte. “Non è nel mio stile avere grandi aspettative, perché il tennis è oltretutto uno sport molto imprevedibile, dove il risultato è influenzato da molti fattori. Sarei però molto felice se a Wimbledon alcuni di questi fattori collimassero e ci permettessero di arrivare a qualche risultato significativo.

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