#AskUbitennis: Dulgheru e quella "macumba" a Genie Bouchard

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#AskUbitennis: Dulgheru e quella “macumba” a Genie Bouchard

Con #AskUbitennis i lettori interrogano i nostri esperti. Cosa è successo a Eugenie Bouchard da quell’episodio di Fed Cup 2015? La risposta di Alessandro Stella

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FedCup: Bouchard non stringe la mano alla Dulgheru dopo il sorteggio. Da quel momento crolla la canadese. La rumena le ha fatto una macumba? (Vladimir Ilic Murtas, via Twitter)

Ciao Vladimir, innanzitutto contestualizziamo per chi non conosce l’accaduto. Aprile 2015, sfida di Fed Cup tra Canada e Romania valida per i play off del world group: chi vince resta tra le prime otto, chi perde “retrocede”. A margine del sorteggio che delineerà le sfide del 18-19 aprile in quel di Montreal Eugenie Bouchard sceglie di non stringere la mano ad Alexandra Dulgheru, che assieme a lei presiedeva alla cerimonia. Genie si giustificherà successivamente così: “Non credo nella stretta di mano e nell’augurio alla mia avversaria prima della partita. Ma domani dopo la fine del match, le stringerò tranquillamente la mano comunque vada”. L’episodio fa il giro del web e carica di ulteriori significati la sfida tra le due giocatrici, che si svolge con il Canada in vantaggio 1-0.

In realtà carica più la giocatrice rumena di quanto non faccia con Bouchard, che cede 6-4 6-4 sotto i colpi di una Dulgheru centratissima. A fine gara la canadese non può sottrarsi alla stretta di mano prima di dileguarsi tra le maglie dello staff canadese. Dulgheru invece va a festeggiare con le sue compagne e “scimmiotta” il gesto di Bouchard dopo il sorteggio, tra l’ilarità diffusa. Bouchard perde anche il singolare successivo, Abanda la imita e a Montreal si concretizza la beffa: Canada in B.

Qui inizia in effetti un periodo poco felice per Eugenie, che tra rosso ed erba combina pochissimo. È proprio il suo tennis a soffrire, più che la sua tenuta psicologica che invece viene sicuramente minata dall’incidente degli US Open quando la canadese è costretta al ritiro prima del quarto di finale contro Vinci. Una banale caduta nello spogliatoio della quale ancora si trascinano – senza frutto – gli strascichi giudiziari. Il “pattern” dei suoi 2016 e 2017 è stato sovrapponibile, con un inizio che aveva fatto ben sperare (soprattutto nel 2016 con due finali) e un prosieguo di stagione decisamente altalenante che quest’anno l’ha vista passare dalla figuraccia in un ITF statunitense ai quarti di finale di Madrid, dopo aver battuto Sharapova e Kerber.

Soprattutto la vittoria contro Sharapova a Madrid, in una partita che era stata presentata quasi con toni da guerriglia, dimostra che Eugenie non ha perso la capacità di lotta che l’aveva contraddistinta in un 2014 straordinario. Quello che al momento sembra completamente sfuggirle è l’equilibrio, assieme alla normalità e la routine tennistica che sono fondamentali per mantenersi ad altissimo livello nel circuito professionistico. Qualche concessione di troppo al lato rosa e quello social della sua vita hanno certamente contribuito, ma sembra che al momento manchi la serenità necessaria per fare del tennis la prima preoccupazione. Volente o nolente, è questo l’unico modo per tornare tra le prime 10 del ranking. 

Quindi caro Vladimir, la teoria della macumba è affascinante e divertente ma credo che le motivazioni della crisi-Bouchard siano decisamente più terrene. E, aggiungo, anche estremamente risolvibili. Ma bisognerà che Eugenie scelga davvero di volerle risolvere!

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