Nadal: "Nel tennis il dubbio è importante, ti fa rispettare l'avversario"

Interviste

Nadal: “Nel tennis il dubbio è importante, ti fa rispettare l’avversario”

Wimbledon, secondo turno: [4] R. Nadal b. D. Young 6-4 6-2 7-5. L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal

Pubblicato

il

 

Come ti senti dopo aver vinto in tre set contro un giocatore come Young sull’erba?
Bene, credo sia stato un altro buon incontro. A parte il piccolo problema di essere breakkato quando ho servito per chiuderlo, ho tenuto sotto controllo la situazione per tutto il tempo. Per il resto partita solida. Ho servito bene, con un piccolo calo nel terzo.

L’ultima volta che sei arrivato ai quarti qui a Wimbledon è stato nel 2011. Diverso tempo fa. Ma sembra che stai giocando meglio sull’erba rispetto agli ultimi anni. Credi nella possibilità di arrivare in fondo quest’anno?
Al momento, sono al terzo turno. Questo è tutto. Non si sa mai con l’erba. È una superficie diversa dalle altre e le cose possono cambiare rapidamente (schiocca le dita). Penso che sto facendo le cose giuste, sento che sto giocando bene. Ora avrò un avversario duro. Spero di essere continuare così, di essere pronto, magari di alzare un po’ il livello. Non so quanti turni riuscirò a passare, ma al momento non ci penso. L’unica cosa che conta è che oggi ho vinto un altro match qui. E per me significa molto. Sono contento che domani mi attenda un’altra tornata di allenamento e poi il giorno dopo il match. Questa è la strada che sto tentando di seguir

In passato hai fatto un’affermazione interessante, che dimostra umiltà. Hai detto che è bene avere dubbi, che tu ne hai. Potresti spiegarci meglio, parlarci di alcuni di questi?
Mah, non ho detto niente di speciale. Sono considerazioni di carattere generale, che valgono nella vita come nello sport. È normale avere dubbi quando devi prendere una decisione, se non sei troppo arrogante. Nello sport è esattamente la stessa cosa. Quando non giochi bene, quando ti infortuni troppo spesso, ti vengono dubbi. Quindi ne ho avuti anch’io. Dirò di più: se ho avuto dubbi quando vincevo quasi tutti gli incontri, come potrei non averne nelle situazioni più complesse? Ma il dubbio porta con sé alcune cose importanti, fra le quali il rispetto per l’avversario. Quando sei in campo, sai che ogni avversario è pericoloso. Quindi, non bisogna rilassarsi anche se si viene da una striscia vincente. E ci si deve migliorare costantemente. Credo che questo approccio mi abbia aiutato ad avere una carriera lunga e di successo.

Abbiamo parlato con Karen Khachanov (il prossimo avversario di Nadal, ndte ci ha detto che vi siete allenati insieme qualche volta. Cosa lo distingue dagli altri tennisti della NextGen?
È un gran giocatore, da tutti i punti di vista: servizio, dritto, rovescio, tre buoni fondamentali, e poi è molto potente. È molto forte, come tutti gli atleti giovani e lavora sodo. Gli piace il nostro sport e ha un grande futuro. Spero, non da dopodomani (ride).

Hai la possibilità di tornare al vertice della classifica, già qui a Wimbledon. Quanto ci pensi e cosa significherebbe per te riuscire a essere di nuovo il numero 1?
È difficile pensarci adesso, visto che sono solo al terzo turno. Sono solo contento di come sto giocando. Punto. Ovvio che è meglio essere numero 1 che numero 2 o 5. Su questo non ho dubbi (ride). Ad ogni modo, io faccio la mia strada. Ho detto più volte che in questa fase della mia carriera il ranking è importante. E avere la possibilità di tornare in cima è bellissimo. Al contempo, la cosa più importante è che io sia felice. E ciò che mi rende contento è la salute, in primis, e in seconda battuta essere competitivo. Se si verificano queste condizioni, il resto può venire e la lotta per il numero 1 mi eccita molto. Se continuerò a giocare allo stesso livello dei primi 6 mesi dell’anno, allora avrò concrete possibilità di trovarmi molto in alto nel ranking.

Riesci a fare paragoni fra annate come il 2008 e il 2010 nelle quali non hai perso un set al Roland Garros e poi sei venuto qui (vincendo il torneo, ndt). Ci sono similitudini con il 2017?
No. Allora venivo da una serie consecutive di finali giocate qui. Nel 2008 era la terza, nel 2010 la quarta, avendo saltato Wimbledon 2009. Storie diverse. Comunque, non si sa mai, no? Siamo solo all’inizio. Ho passato due turni, sono felice. Non ha senso parlare d’altro.

Sono certo che ti abbiano chiesto di autografare cose piuttosto strane nella corso degli anni. Oggi hai firmato una protesi?
Sì.

Chi la portava, s’è l’è tolta lì per lì?
Se l’era già tolta, non so quanto prima.

È stata la cosa più strana che tu abbia mai autografato?
Probabilmente no (ride)

Andrea Ciocci

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement