Djokovic: "McEnroe può dire quello che vuole. Capisco sia Tomic che la Head"

Interviste

Djokovic: “McEnroe può dire quello che vuole. Capisco sia Tomic che la Head”

Wimbledon, secondo turno: [2] N. Djokovic b. A. Pavlasek 6-2 6-2 6-1. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Oggi solo cinque game persi. Tre l’altro giorno. Otto game in due turni, non ti era mai successo. Inoltre due ore e 34 minuti.
E quanti respiri ho fatto (sorride)? È perfetto, esattamente quello che volevo. Non voglio giocare nessun match fino al quinto set, ne ho già giocate abbastanza di partite a Eastbourne. Per quanto riguarda il mio gioco oggi mi sono sentito molto bene dall’inizio fino alla fine. Sto andando nella giusta direzione.

Com’è stato rientrare sul campo 1 dodici mesi dopo il match con Querrey? Hai avuto dei flashback?
No, niente affatto. Se devo essere onesto è sembrato quasi un posto differente per via del tetto in costruzione. Ora sembra tutto più aperto perché stanno effettuando i lavori. Si provava una sensazione diversa rispetto al solito, ma era qualcosa di positivo, mi sono divertito.

Ieri si sono alzate un po’ di sopracciglia per via delle parole di John McEnroe che ha paragonato il tuo periodo di difficoltà a quello di Tiger Woods. Qual è la tua reazione alle parole di John?
Sì, ho sentito oggi della cosa. Guarda, John ha assolutamente il diritto, anzi a dire il vero tutti in questo mondo hanno il diritto di dire quello che vogliono e io lo rispetto, posso non condividere, però lo rispetto. Soprattutto se proviene da John perché è uno che si è guadagnato questo diritto per via di tutto quello che ha fatto per questo sport, e quello che fa ancora come ex giocatore. È sempre molto attivo nel tour. Inoltre è molto conosciuto per questi suoi commenti, sai, arditi, senza preoccuparsi troppo di essere politically correct, preferisce dire qualsiasi cosa abbia in mente. Questo è tutto quello che posso dire. Sul serio, io non prendo niente sul personale, io sto sempre bene in compagnia di John. Non so se questa sia solamente la sua opinione o se vuole essere una critica o stava facendo un paragone, non ne sono sicuro, ma comunque alla fine io rispetto quello che dice. Quando mi stavo allenando sul campo centrale per il mio primo match, lui stava facendo un intro alla partita parlando alla telecamera e un mio servizio è andato a finire dritto contro di lui. Non lo so, forse si tratta di questo (sorride). Forse pensa che non fosse un gioco, mentre invece io stavo semplicemente facendo uno scherzo. Stavo cercando di colpirlo. Io la prendo molto alla leggera. Non ritengo che lui abbia detto la cosa con intenzioni negative verso di me.

La Head, lo sponsor della tua racchetta, ha deciso di lasciare Bernard Tomic dopo che quest’ultimo ha detto di essere annoiato in campo e di non rispettare lo sport come faceva in passato. Dice di sentirsi vecchio ma almeno è onesto. Pensi si debba essere penalizzati per aver detto una cosa del genere o cerchi di provare empatia per lui?
Questo è un buono spunto. Dal punto di vista umano tutti abbiamo quel tipo di empatia e compassione, si tratta solo di vedere a che livello tu la fai emergere e se cerchi di capire quella persona o no. Dipende tutto da te. Io in genere cerco di capire le persone e cerco di scoprire perché in certe situazioni si comportano in una certa maniera, alla fine siamo tutti umani e può capitare che nella foga del momento si dicano cose inappropriate. Ma comunque è comprensibile da un certo punto di vista perché la Head abbia deciso di reagire in questa maniera. Non è il messaggio giusto che uno dei ragazzi più talentuosi degli ultimi sei o sette anni dovrebbe inviare al pubblico, soprattutto con tutti i ragazzini che ti guardano come un eroe in Australia. Anche io sono nel tour e capisco tutti questi alti e bassi che può trovarsi a vivere un giocatore, so le emozioni che si provano e non è facile. Ci sono ovviamente cose più dure nella vita. Dobbiamo sempre essere grati per lo stile di vita che conduciamo e per l’opportunità che abbiamo di giocare lo sport che amiamo. Per lui ora è differente, sta attraversando una fase difficile e bisogna in qualche modo capirlo e sostenerlo.

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