Toni Nadal: ”Djokovic deve trovare la forza dentro di sé”

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Toni Nadal: ”Djokovic deve trovare la forza dentro di sé”

Lo zio e storico coach di Rafa dice la sua sulla crisi di Nole. Ma anche su come la rivalità con il tennista serbo abbia influenzato la carriera del nipote

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Al termine di un allenamento di Rafa Nadal prima del match di secondo turno contro l’americano Donald Young, vinto agevolmente in tre set, il suo storico allenatore, lo zio Toni Nadal, è stato intervistato in esclusiva dal sito serbo “Vecernje  Novosti”. Argomento principale: l’opinione del coach spagnolo sulla prolungata crisi di Novak Djokovic. A partire dalla decisione di continuare a collaborare con Pepe Imaz e chiudere il rapporto con il suo storico team di collaboratori. “Non credo alle influenze esterne sulla psiche del giocatore. La forza mentale è dentro di lui, Imaz non può aiutarlo in questo. Agassi nel suo box è qualcosa di diverso, perché è un grande campione. Ma fin quando il giocatore non decide interiormente che vuole essere il migliore, nessuno può convincerlo. La cosa più importante è che lo senta di nuovo dentro di sé”.

Una sensazione che Djokovic sembra non riesca più a provare dopo la vittoria a Parigi dello scorso anno. Ma nonostante questo, il 56enne allenatore spagnolo ha troppa stima e considerazione del 30enne tennista di Belgrado per escluderlo dal novero dei favoriti ai Championships. La voglia e la fame di trofei possono tornare in ogni momento. Io considero sempre Novak uno dei favoriti, anche quando non è in forma. Non è che dopo il Roland Garros non avesse chances a Wimbledon e poi improvvisamente grazie ad un titolo sull’erba diventa il favorito. Lui è sempre, senza alcun dubbio, un candidato alla vittoria nei tornei in cui si presenta. Se parliamo di ritmo di gioco, penso che l’abbia ritrovato. Ma anche se non fosse del tutto così, è tornato uno che devi battere. E per noi questa è stata, in tutta la carriera, una delle sfide da affrontare”.

Nella caccia al suo quarto titolo sull’erba londinese Nole ha deciso di farsi seguire, oltre che da Andre Agassi anche dall’ex tennista croato Mario Ancic. Qual è l’opinione del coach maiorchino in merito? “Novak sa cosa fa, non posso giudicare le sue scelte, ma sicuramente Agassi e Anci (il diminutivo con cui nel circuito è conosciuto Ancic, ndr) lo possono aiutare”. Toni Nadal conosce così bene il fuoriclasse serbo anche perché nessun altro giocatore ha affrontato così tante volte suo nipote Rafa nel circuito: cinquanta sfide in tutto tra i due (26-24 per Novak), la prima delle quali nei quarti di finale del Roland Garros 2006. Allora erano due teenager, ora sono due giovani uomini di trent’anni. “Per me è una cosa assolutamente naturale che loro due si siano sfidati così tante volte, cinquanta, più di qualsiasi altra rivalità della storia del tennis. Sono vicini come età, sono al vertice nel Tour da tanto tempo, è normale che si incontrino più volte in una stagione. Sin dall’inizio questa rivalità mi è sembrata bella, perché in campo era dura, dato che entrambi hanno sempre dato tutto per vincere, mentre fuori dal campo hanno creato un rapporto di amicizia. All’inizio non era così, ma poi sono cresciuti”.

L’allenatore maiorchino ritiene che la rivalità con Novak abbia spinto Rafa a migliorarsi addirittura più di quella con Federer. “Con Federer è sempre stato qualcosa di particolare, perché è stata la prima grande rivalità di Nadal. Però con Djokovic è stato più difficile in alcuni momenti, nel periodo in cui ai vertici della classifica c’erano i più forti: Federer, Nadal, Djokovic, Murray. Mi piace vederli ora di nuovo tutti lì in cima”. Doverosa l’ultima domanda è su Rafa e sul fatto che con la vittoria a Wimbledon il fuoriclasse spagnolo potrebbe tornare n. 1 al mondo. “In questo momento non gli interessa diventare n. 1, lui vuole vincere titoli, titoli e ancora titoli. Questa è la nostra priorità adesso. Però è bello che si sia di nuovo accesa la lotta per il primo posto del ranking”.

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