Djokovic: "Il nuovo team è fantastico, grande sinergia"

Interviste

Djokovic: “Il nuovo team è fantastico, grande sinergia”

Wimbledon, terzo turno. [2] N. Djokovic b. E. Gulbis 6-4 6-1 7-6(2). L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Una vittoria abbastanza comoda oggi. Sarai sicuramente al corrente delle molte discussioni sulle condizioni dei campi qui. Come hai trovato la superficie?
Nei primi due incontri non ho notato particolari differenze, ma ho sentito un sacco di commenti da parte di altri giocatori e si stavano lamentando, soprattutto sui campi secondari. Oggi invece ho sentito qualcosa di diverso nell’erba. Era più morbida, specialmente nella zona intorno alla riga di fondo. Ad essere onesto, non avevo mai avuto questo tipo di sensazione prima a Wimbledon. I campi sono sempre perfetti qui. Ovviamente l’erba è una superficie molto faticosa da mantenere e le differenti condizioni climatiche possono influire sulla qualità dell’erba, ma non sono molto preparato sui passi necessari per la preparazione e il mantenimento dell’erba durante il torneo. Più si gioca e più si rovina, questo è sicuro, ma sono certo che i giardinieri faranno il possibile per rendere la superficie giocabile per i tennisti nella seconda settimana.

Giocherai con Mannarino al prossimo turno. Che tipo di partita ti aspetti?
Sarà una partita diversa da quella di oggi. Gulbis è un giocatore molto imprevedibile, ha un gran servizio e un tipo di gioco molto potente da fondocampo. Non è facile giocare contro di lui su questa superficie e sono molto contento di essere riuscito a vincere in tre set, specialmente nel terzo quando ha ricominciato a servire con percentuali maggiori. Credo che abbia giocato un buon tennis, ma sono riuscito ad arginarlo e a giocare un ottimo tiebreak. Questo può solo aumentare la fiducia per il prosieguo del torneo. Mannarino ha battuto Monfils e ha fatto finale in Turchia. È in buona forma, ma lo sono anche io. Come ho detto sarà una partita diversa. Lui è mancino, ha un buon servizio slice e un gioco molto insidioso. Credo che abbia un gioco molto adatto per questa superficie: gioca piatto, copre bene il campo e anticipa molto bene.

È solo una settimana, ma come ti trovi con il tuo nuovo team per ora? Com’è la chimica con Andre e Ancic?
Per adesso è tutto fantastico. Non solo in questo torneo, ma già anche a Parigi. Passiamo un sacco di tempo insieme in campo e fuori. È un po’ diverso qui a Wimbledon perché sia Mario che Andre staranno con me fintanto che sarò nel torneo, mentre a Parigi Andre è dovuto andar via prima. Sono contento di averli entrambi. Danno il loro contributo, ciascuno a modo suo, ma soprattutto ci sono una grande sinergia, un grande rispetto e una grande comprensione reciproca. Mario è mio amico da molto tempo, mi sento molto rilassato vicino a lui. Andre è una persona molto amichevole e gentile, ma allo stesso tempo molto impegnata e professionale.

Gli US Open vogliono provare, nelle qualificazioni, a permettere ai giocatori di parlare con gli allenatori sugli spalti. Quando sei dallo stesso lato di campo del coach, si può parlare direttamente, quando si è dall’altro lato si possono solo fare segnali. Cosa ne pensi?
Sapevo delle discussioni sul provarlo quando il giocatore è dallo stesso lato dell’allenatore. Ma deve avvenire in un limite di tempo accettabile, perché è il giocatore al servizio a dettare il tempo. Sta al giudice di sedia determinare quando sia troppo lungo o troppo breve, ma dicevano che tra i sette e i dieci secondi è una media accettabile tra un punto e l’altro. Quello è il tempo all’interno del quale l’allenatore può comunicare col giocatore. Ho sentito, ma non so se l’informazione sia corretta, che a Milano, per le Next Gen Finals, vogliono provare con gli auricolari. Credo che quella sia un’ottima idea.

Preferisci gli auricolari?
Vanno entrambe bene. Devo ancora riflettere sul fare segnali, ma quando il giocatore è dal tuo lato di campo, va bene comunicare. Naturalmente, deve essere rispettato il limite di tempo e il ritmo del giocatore alla battuta. Anche gli auricolari sono una buona idea, anche per quanto riguarda il lato commerciale. Ci sono molte compagnie che producono auricolari, pronte a investire nel tennis. Però non so. Dicono che forse i telespettatori potrebbero sentire cosa viene detto al giocatore, quindi bisogna essere cauti ancora. Quando la WTA ha introdotto il coaching in campo, molti giocatori non erano molto favorevoli. Io credo che sia stata una buona mossa per lo sport. Certo in alcune situazioni puoi spezzare il ritmo all’avversario, ma in generale se hai un coach perché non servirsene anche durante il match? Siamo l’unico sport che non fa ricorso al coaching durante il gioco. Anche nel golf, uno sport individuale, hai un caddie col quale comunicare lungo il percorso. Quindi perché non permetterlo anche qui?

Lorenzo Colle

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