Federer: "Con Raonic è come con i calci di rigore"

Interviste

Federer: “Con Raonic è come con i calci di rigore”

Wimbledon, ottavi di finale: [3] R. Federer b. [13] G. Dimitrov 6-4 6-2 6-4. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Dimitrov non ha fatto mai serve and volley, in tutto il torneo. Questa scelta ti ha reso la vita più facile alla risposta? Ti ha messo in una situazione di comodo sin dal principio?
Possibile. Sono un po’ sorpreso che non ci abbia mai provato una volta, forse neppure sul 40-0. Anche solo per vedere come ci si trovava. Così facendo insinui nella mente del tuo avversario l’idea che forse, anche sul punteggio di 15-40, potresti provarci, perché potresti trovarti meglio  a rete che non a fondocampo. Quindi ritengo che decidere di non attaccare mai sia una scelta un po’ estrema, specialmente sull’erba. Erba significa giocare d’attacco. Personalmente ho deciso di farlo oggi, non tanto quanto avrei potuto, ma molto. E sono stato premiato.

Tornando a un anno fa, a parte tutti gli infortuni, il match contro Cilic sembrò dimostrare che avevi ancora tennis di altissimo livello dentro di te. Nel periodo di assenza dal tennis quanto fu importante per te saperlo?
Non molto per la verità. Sapevo che se stavo bene potevo giocare molto bene. Il punto è che per tre o quattro mesi non ero riuscito a giocare così. Fu straordinario per me vincere quella partita perché Cilic giocò benissimo. Ebbi molta fortuna a cavarmela in qualche modo. Feci anche dei colpi straordinari. Fu un match in tutto e per tutto strepitoso e viverlo sul centrale fu elettrizzante. Ho più rimpianti per la semifinale perduta e per la pausa forzata. Fossi arrivato in finale, forse avrei fatto bene pure in tale circostanza. Chi lo sa. Ma per il mio corpo era troppo. Milos fu più bravo. A un certo punto ti preoccupi solo del ginocchio, come fare a guarire e non ai tuoi ultimi risultati e a come ti senti a tale proposito. Tutto ad un tratto ogni cosa scorre via rapidamente e speri solo di poter presto tornare a giocare ad alto livello.

Come ti senti al momento? Ti senti in condizione di vincere Wimbledon? Anche tu senti di essere più in forma che mai?
Domanda difficile questa perché dipende sempre da chi incontri. Se giochi contro un tennista che sta a fondocampo e riesci a buttarlo fuori dal campo, di solito ti senti al tuo meglio. Ma battere un grande battitore è molto diverso. È come essere ai calci di rigore. Ecco ciò che mi aspetterà contro Raonic o Zverev. Mi sento sufficientemente riposato. Non ho avuto match durissimi. Posso attendere questo quarto di finale pienamente rilassato. Non devo preoccuparmi di nulla a differenza dello scorso anno a causa del ginocchio. Potrei già giocare oggi pomeriggio, se dovessi ed è fantastico. È un bel vantaggio. Però, i più forti sono ancora nel tabellone. Sarà dura e lo so. Per questa ragione non devo guardare troppo in là. Sarà un finale di torneo tostissimo, credo.

Guarderai qualche incontro in corso per ragioni strategiche?
Il match di Rafa non può dirmi molto. Sono due mancini che si affrontano. È una partita completamente diversa. Di quello tra Raonic e Zverev non ho visto niente. Credo che siano i coach a guardarsela in questo momento. Forse mi mostreranno qualche immagine saliente, poiché ritengono sia importante. Ma io posso rifarmi alla partita contro Zverev ad Halle e a quella contro Raonic qui lo scorso anno e nel 2014, in semifinale. Penso di avere sufficienti informazioni in vista dei quarti di mercoledì.

Hai parlato dei tuoi due prossimi possibili avversari, Raonic e Zverev. Descrivici separatamente quali potrebbero essere, a tuo parere, le chiavi del match.
Più o meno le stesse. Devo essere molto intenso e concentrato come lo sono stato sin qui sulla prima e sulla seconda palla di battuta. Fare poche scelte sbagliate. Sapere cosa fare in ogni momento. Poi, essere aggressivo in risposta. Avere un atteggiamento positivo. Credo fortemente che possano accadere cose belle. Entrambi battono e colpiscono fortissimo e quindi per me è più o meno la stessa cosa giocare contro uno o contro l’altro.

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