Wimbledon: Djokovic le suona a Mannarino. Ma non brilla

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Wimbledon: Djokovic le suona a Mannarino. Ma non brilla

WIMBLEDON – Passetto dopo passetto Novak Djokovic si riavvicina alle partite che contano. Ora ai quarti avrà Berdych, con vista su Federer

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dal nostro inviato a Londra

[2] N. Djokovic b. A. Mannarino 6-2 7-6(5) 6-4

Non è stata una partita brillantissima, ma Novak Djokovic ha guadagnato l’accesso ai quarti di finale. Queste due ore di gioco non dovrebbero incidere troppo sul cammino del serbo, il cui incontro programmato ieri è stato disputato oggi a causa del prolungarsi dell’infinita battaglia tra Nadal e Muller. Il francese Mannarino si è arreso in tre set offrendo una maggiore resistenza nel secondo parziale, dopo un primo dominato dall’ex n.1 del mondo.

Per la prima volta in questa edizione dei Championships tetto chiuso sul Centre Court, data la pioggerellina insistente che cade da una mezz’ora su Wimbledon Village e dintorni. Nell’ovattata atmosfera che si viene a creare su questo mitico stadio in versione “indoor”, alle 12 ora di Londra scendono in campo il serbo Novak Djokovic (30 anni, 4 ATP), e il francese Adrian Mannarino (29 anni, 51 ATP), per l’ultimo ottavo di finale del tabellone maschile. C’è un solo precedente, proprio qui l’anno scorso al secondo turno, 6-4 6-3 7-6 per Novak. 

Parte Djokovic al servizio, la partita si incanala da subito sui binari degli scambi da fondocampo alla ricerca delle geometrie e degli angoli da parte di tutti e due, con Nole più potente e preciso e il mancino Adrian che cerca gli anticipi e le variazioni, ma si vede bene la differenza di categoria in questo avvio. In particolare, il rovescio del serbo affonda bene in lungolinea, quello del francese incappa in diversi errori gratuiti. Break per Djokovic al secondo game, palla per il doppio break nel quarto salvata da Mannarino, splendida smorzata di Nole nel quinto, e siamo 4-1 in 16 minuti, fino adesso tutto assolutamente sotto controllo per il tre volte campione sui prati di Church Road. Un consulto con il fisioterapista al cambio campo per Djokovic, ma non è nulla. Ci vogliono un paio di vantaggi a Nole per salire 5-2, e nell’ottavo game il serbo si procura tre set point sul servizio avversario, uno fallito, uno ben annullato da Mannarino con il rovescio, il terzo trasformato grazie a uno slice del francese che veleggia lungo oltre la riga di fondo. 6-3, ordinaria amministrazione che più ordinaria non si può per Djokovic, se Adrian non vuole fare la figura dello sparring partner dovrà assolutamente tentare qualcosa. Magari anche prendendosi dei rischi, perchè palleggiando in pressione con Nole non ci vinci mai, se non sei un gran Nadal o un gran Wawrinka.

Nel primo game del secondo set, dopo un mini-inciampo andando verso la rete, Djokovic fa notare all’arbitro Carlos Bernardes alcune zolle non ben messe nella zona centrale del terreno di gioco, intorno alle linee del servizio, i primi sette giorni di tennis hanno preteso un pedaggio particolarmente pesante all’erba dei “courts” di Wimbledon. Questo non impedisce a Nole, nel secondo game, di strappare il servizio a Mannarino per la terza volta, brutto il tentativo fallito di palla corta che costa lo svantaggio al francese. Francese che sembra proprio non riuscire a uscire dalla ragnatela del palleggio, schema tattico che non può permettersi nel momento in cui ha davanti uno con la palla ben più pesante di lui, oltre che colpi più solidi e precisi. Il 3-0 in favore di Djokovic arriva senza problemi, così come il 4-1. La maggior preoccupazione del serbo, ora, pare essere il campo, su cui si perde spesso l’equilibrio. Sono numerose le occhiatacce seccate che lancia all’ormai ampia striscia di terriccio sconnesso lungo la riga di fondocampo. Quando nel settimo game un paio di errori e un doppio fallo di Nole mandano Adrian sul 15-40, con due opportunità di contro-break, e il francese va a segno nella seconda occasione con una ottima palla corta esterna al termine di uno scambio tirato, l’applauso e il boato del pubblico non sono certo per antipatia verso Djokovic, ma perchè almeno si intravede la speranza di avere una partita. Galvanizzato, Mannarino spinge e azzecca buone traiettorie mancine, incassa altri due gratuiti di Nole, e pareggia 4-4. A zero Djokovic sale 5-4, Adrian lo raggiunge subito sul 5-5, è visibilmente salito di livello il francese, notevole un’accelerazione diagonale con il rovescio in salto, e qualche bel dritto in recupero. Il 6-6 e conseguente tie-break a cui si approda poco dopo è la giusta conclusione di un set equilibrato, anche se giocato a sprazzi. Cinque minibreak nei primi cinque punti, tanti errori da parte di entrambi, mandano Adrian 3-2 e servizio, e una bella palla corta fintata gli permette di cambiare campo sopra 4-2. Recupera il minibreak Nole chiudendo bene una volée smorzata, 4-3, poi tiene i suoi due servizi portandosi in vantaggio 5-4 e incassa l’errore di dritto di Mannarino e due set point. Annulla il primo il francese, va a segno sul secondo il serbo con il servizio, e siamo 7-6 e due set a zero. Un Nole nervosetto, con gesti plateali, chiama il pubblico all’incitamento mentre va a sedersi al cambio campo.

Subito due palle break per il serbo nel primo game del terzo parziale, fallite, e il francese inizia in vantaggio, si vedono ancora troppi erroro non forzati da parte di Djokovic, in particolare con il rovescio quando prova a tagliare lo slice o a spingere palle lente, su uno di questi la reazione è una pallata a terra che provoca l’ooh di disapprovazione degli spettatori. Ma è bravissimo Nole a guadagnarsi gli applausi, poco dopo, con il gran passante lungolinea di rovescio che gli dà il break nel terzo gioco, 2-1 per lui, che diventa 3-1 in scioltezza. Oltre agli spalti gremiti, si è riempito di ospiti illustri anche il Royal Box, in attesa dei fuochi d’artificio del pomeriggio nel tabellone femminile, con “belvetta” Ostapenko contro “nonna” Williams, e poi la speranza inglese Konta contro Halep alla caccia del numero uno WTA. Intanto, senza sussulti né nel punteggio né nel gioco – onestamente non stiamo assistendo a una partita memorabile – siamo al 4-3 e servizio Djokovic, che al cambio campo si fa massaggiare e stretchare la spalla destra. Nonostante un altro mezzo scivolone dopo un recupero laterale, Nole tiene tranquillamente il servizio e si porta 5-3, Adrian ha ancora voglia di campo centrale, e servendo bene accorcia sul 5-4. Alla battuta per chiudere il match, Djokovic manca due match point consecutivi, ma sul terzo pressa bene col rovescio e si guadagna l’ingresso tra i primi otto del tabellone.

Lo attende il quarto di finale contro Tomas Berdych, il computo degli head-to-head è un incoraggiante (eufemismo) 25-2 per lui, ma delle due vittorie del ceco, una è stata la semifinale qui a Wimbledon nel 2010, vinta da Tomas tre set a zero. Se Novak vuole ricavare una lezione da quello che è successo a Rafa Nadal ieri sera con Gilles Muller, è che non bisogna sottovalutare un avversario che parte anche pesantemente sfavorito, ma sa come batterti sui prati.

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