Wimbledon: Cilic vince il bombardamento, prima finale a Church Road

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Wimbledon: Cilic vince il bombardamento, prima finale a Church Road

WIMBLEDON – Marin Cilic raggiunge la seconda finale Slam in carriera. Sam Querrey generoso, ma il croato è più forte

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dal nostro inviato a Londra

[7] M. Cilic b. [24] S. Querrey 6-7(6) 6-4 7-6(3) 7-5

Siamo veramente all’ultimo chilometro della corsa, mancano quattro partite in tutto per concludere i singolari maschile e femminile ai Championships 2017. Nella prima, la semifinale della parte alta del tabellone uomini, scendono in campo il croato Marin Cilic (28 anni, 6 ATP) e lo statunitense Sam Querrey (29 anni, 28 ATP), i precedenti sono 5-0 in favore di Cilic, ma sono stati tutti molto combattuti, in particolare ricordiamo due quinti set proprio qui a Wimbledon, il più recente dei quali (2012) finì 17-15 al parziale decisivo.

Parte Marin alla battuta e si scatena da subito la sparatoria con i servizi e i drittoni. Sam non si tira certo indietro, e per chi è alla risposta non ci sono che le proverbiali briciole (ho contato 5 punti in totale per i ribattitori, 3 Cilic e 2 Querrey, nei primi 6 game, poi ho smesso, capito l’andazzo). Ci sono anche alcuni scambi piacevoli, pochi, per il resto dire che il gioco è scarno è un eufemismo. Ma sono da apprezzare la concentrazione e la determinazione di entrambi, entrati in partita a 100 all’ora, senza la minima sbavatura. Arriviamo al 6-6 e all’ovvio tiebreak con Marin in vantaggio nel numero di ace e vincenti, e Sam con una spaventosa percentuale di prime palle in campo (80%). Si mangia una ghiotta opportunità di minibreak il croato fallendo uno smash, ma si prende il punto successivo con il dritto. 2-1 e servizio per lui. Sembra stia accelerando al massimo ora Cilic, si cambia sul 4-2 in suo favore. Grande Sam con una volée in contrattacco a pareggiare 4-4, e brutto il gratuito di Marin che lo manda in vantaggio 5-4, ma subito il dritto in rete lo tradisce, 5-5. Con il servizio va a set point Querrey, con il servizio glielo annulla Cilic. Tra la prima e la seconda di Marin un’anziana spettatrice ha un malore in tribuna, i soccorsi si protraggono per un paio di minuti, bell’aiuto per Cilic che ha di nuovo una fondamentale prima palla, ma sbaglia un rovescio, ed è set point con la battuta per Sam: ancora tradito dal rovescio, Marin cede il primo set. Visto l’andamento del punteggio, 5 minibreak su 12 punti nel tiebreak sono tanti, è andata bene a Querrey. Partita veloce, tre quarti d’ora o poco più per un set chiuso 7-5 al tiebreak.

Tocca a Querrey ricominciare a bombardare, e nel primo game si fa subito trascinare ai vantaggi. Sbagliando un dritto concede una palla break (la prima vista nel match, in assoluto), la cancella, e poi tiene per l’1-0. Riparte il gioco senza possibilità per chi risponde, intervallato da buoni scambi come un lottatissimo punto nel quarto gioco dove Sam non chiude due smash e si fa poi infilare dal dritto di Marin. Sul 2-2 Cilic va 0-30, poi scambiando profondo va 30-40 e alla seconda palla break: ancora servizio vincente ad annullarla, 3-2 per Sam. Sul 3-3 altro momento di crisi per Querrey, stavolta le palle break sono 3 consecutive: il colpo che aveva tradito Marin a fine tie-break, il rovescio, gli restituisce il maltolto con gli interessi, sotto forma di un gran passante lungolinea che gli permette di strappare la battuta all’avversario. In una partita simile, è un avvenimento, ma era nell’aria, le occasioni le aveva avute Cilic. Poco dopo Marin chiude a zero il decimo game, 6-4, un set pari. Giusto per quanto visto in campo finora, ai punti meglio Cilic.

Cilic che infatti va subito a 3 palle break consecutive nel primo game del terzo set, Sam ne annulla due con la battuta, e la terza con una bella stop volley, ma sta rischiando troppo spesso ormai lo statunitense. A Sam servono altre due parità per tenere e portarsi 1-0. Le percentuali di prime palle in campo adesso sono pari (67%, bravissimi), ma pesano le 7 palle break (una trasformata) avute da Marin, che non ne ha concessa nessuna. Ancora sotto 15-40 Sam sull’1-1 – palle break numero 8 e 9: si è come spento a livello di intensità. Ogni turno di battuta è una sofferenza, e il dritto sulla riga di fondo di Cilic lo condanna alla seconda occasione: 2-1 e servizio per il croato, che vuole prendere il largo e si vede. Quasi inaspettata arriva la prontissima reazione di Querrey: dopo un’ora e 42 minuti, si arrampica per la prima volta a palla break sul servizio di Cilic, la trasforma con un bel rovescio facilitato da un nastro, ed è 2-2. Tutto da capo.

Non ci sono ulteriori scossoni, i giocatori ora sono molto più continui e concentrati, sempre alla ricerca della pressione da fondo a seguito di grandi prime palle. Sarà ancora tie-break. Da fondo più convincente Cilic, bravo Querrey a tenere con qualche ottimo sprazzo (almeno una gran volée). Ma sul 4-3 per Marin nel gioco decisivo, mentre è alla battuta, Sam commette due gratuiti consecutivi terribili – rovescio largo e dritto in rete – regalando due minibreak al croato e di fatto il parziale stesso, che Cilic conquista con un bel dritto alla prima opportunità. 2 set a 1 per Marin, 53 vincenti (16 errori) a 37 (17 errori), 112 punti a 94 (+18). I numeri ci dicono che sta ampiamente meritando il vantaggio finora.

Nel terzo game del quarto set, però, Cilic al servizio si distrae un attimo, commette due gratuiti evitabili, e concede palla break, cedendo poi la battuta con un dritto affondato in rete. In un attimo il resuscitato Querrey, bravo a non mollare mai, ringrazia e sale 3-1 e poi 4-2. Il rischio quinto set è concreto adesso, ma il croato prova a evitarlo con il controbreak all’ottavo game: una gran palla corta e poi una risposta di dritto lo rimettono in corsa nel parziale, siamo 4-4. Poco dopo, sul 5-4, Sam deve servire per rimanere nel match, lo fa bene e tiene senza problemi. Lo imita Marin, 6-5. E qui un doppio fallo e due errori da fondo costano caro a Querrey che deve fronteggiare due match point: fallisce il primo Marin, stampa giù il dritto sul secondo ed è prima finale a Wimbledon per lui. Risultato giusto, a parte il primo set che gli è comunque stato praticamente scippato con destrezza (e bravura) da Sam. È sempre stato avanti in tutte le statistiche, e nella solidità del gioco. Nella seconda finale Slam della sua carriera sfiderà uno tra Federer e Berdych.

Marin Cilic in sala stampa: La cosa per me importante è stata la solidità mentale. Sono rimasto concentrato tutta la partita, il livello è stato alto da parte di tutti e due. I FabFour hanno davvero alzato l’asticella, specialmente in questo torneo, lo hanno vinto solo loro. Vincere qui per me vorrebbe dire il mondo, dopo gli US Open del 2014 la mia carriera ha avuto una svolta. Non c’è stato un segreto particolare che mi ha permesso di arrivare qua, è stato l’insieme del lavoro fatto su ogni dettaglio. No, non guardo chi c’è nel Royal Box, sono troppo concentrato sul mio gioco, certo fa piacere sapere che c’è gente famosa che viene a vedermi giocare. Se dovrò affrontare Roger, beh questo è il suo campo, ci vorrà tutta la mia abilità, perché qui gioca benissimo, il miglior tennis della sua carriera forse. Sarà una montagna da scalare. E sarà una finale Slam, non sai mai cosa può passarti per la testa quando entri su quel campo, le emozioni. Se penso a Roger qui a Wimbledon, penso alla fluidità, alla velocità del suo gioco, è fatto apposta per l’erba. La cosa impressionante è la quantità di titoli che ha vinto, con in giro gente fortissima, come Rafa, Nole e Andy. Io sono un tipo tranquillo, spesso mi dicono che dovrei essere più aggressivo, cattivo in campo, ma non è la mia indole, con Jonas stiamo lavorando per essere sempre più positivo in campo”.

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