Croatia Open inside: come si organizza un torneo ATP

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Croatia Open inside: come si organizza un torneo ATP

Intervista esclusiva ad Arlen Brozic, presidente del Comitato Organizzatore del Plava Laguna Croatia Open di Umago. Ecco come si prepara una manifestazione come quella croata, in cui l’evento agonistico si fonde con l’intrattenimento

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Quando assistiamo ad un torneo dei circuiti ATP o WTA, alla tv oppure dal vivo, noi appassionati di tennis ci concentriamo – logicamente – sulla parte agonistica: i giocatori in gara, la composizione del tabellone, i match, i risultati. A ben pensarci, quello che noi vediamo è il “prodotto” realizzato di chi organizza la manifestazione, quello a cui si arriva grazie al grande ed intenso lavoro di tante persone nell’arco dell’anno. Noi di Ubitennis abbiamo voluto saperne un po’ di più del “dietro le quinte” di un torneo ATP e di conseguenza ci siamo rivolti ad Arlen Brozic, Corporate Affairs Director di Istraturist e Presidente del Comitato Organizzatore del Croatia Open di Umago. La manager croata, che essendosi laureata a Trieste parla un ottimo italiano (“Mi sono stupita, lo parlo così poco ormai”), ci ha gentilmente concesso un’intervista in esclusiva in cui ci ha spiegato come si organizza un torneo professionistico come quello che si disputa nella cittadina istriana.

Il Croatia Open è uno dei tornei più “vecchi” del circuito, dato che è giunto quest’anno alla sua ventottesima edizione. Si tratta di un evento che da sempre si è contraddistinto all’interno della categoria dei tornei 250 – in passato denominata “International Series” e ancora prima “World Series” – per le peculiarità della sua location. Il centro tennistico “Stella Maris” che lo ospita è infatti affacciato sul mare, con i campi a pochissimi metri dalla spiaggia. Non è raro perciò durante il torneo vedere qualche giocatore che, soprattutto dopo l’allenamento mattutino, si concede un tuffo ristoratore. A poca distanza, sorgono le strutture ricettive dell’omonimo villaggio turistico della Istraturist, la società turistico-alberghiera proprietaria del torneo che è a sua volta controllata da un altra società del settore, Plava Laguna, da quest’anno main sponsor del “suo” torneo. Complessivamente nella parte nord della costa occidentale dell’Istria, tra Umago e Parenzo, le strutture del gruppo turistico offrono più di 40.000 posti letto.

Arlen, spiegaci innanzitutto in cosa consiste il tuo ruolo nell’ambito del Croatia Open e l’importanza che riveste quest’ultimo per la società per cui lavori, l’Istraturist.
Per Istraturist, e di conseguenza per Plava Laguna, il torneo è uno dei progetti più importanti ai fini della promozione di Umago come destinazione turistica e di conseguenza delle strutture alberghiere del gruppo. Il Croatia Open è importantissimo in questo senso perché è un evento di respiro internazionale. Molti dicono che Umago è conosciuta nel mondo proprio perché ospita questo torneo. Quindi per noi è più di un avvenimento tennistico. Ovviamente la parte agonistica è fondamentale, avere in tabellone dei giocatori di richiamo è essenziale, però noi offriamo molto di più ed il torneo vuole essere un mezzo per presentare Umago e l’Istria al nostro cliente, che è rappresentato dal turista classico. Il mio ruolo è quello di organizzare il torneo a livello operativo, compresa la gestione delle infrastrutture, coordinando anche tutte le persone – circa 500 – che vi lavorano nei dieci giorni della manifestazione.

Quindi gestisci tutta la manifestazione ad esclusione della parte agonistica, del torneo di tennis vero e proprio.
Esatto. Il direttore del torneo è Lawrence Frankopan, manager di livello internazionale, che con la sua società cura gli interessi di diversi tennisti (è fondatore e CEO di Star Wings, società di management sportivo che conta tra i suoi clienti tennisti come Wawrnika e Monfils, oltre che le principali promesse croate Borna Corcic e Donna Vekic, ma anche grandi ex giocatori come Chris Ever e Goran Ivanisevic, ndr). Lui fa un lavoro eccezionale, che è in grado di fare solo chi lavora nel mondo del tennis per 365 giorni all’anno. Perciò siamo veramente fieri di poterlo avere nella nostra squadra. Di conseguenza, noi ad Umago cerchiamo di fare del nostro meglio per ospitare i giocatori che vengono qui.

Da quanto tempo ricopri questo incarico?
Tra poco saranno dieci anni.

Raccontaci un po’come funziona. O meglio, raccontaci cosa succede dal lunedì successivo alla fine del torneo, dopo che la sera prima il vincitore ha alzato la coppa ed i fuochi d’artificio hanno riempito il cielo sopra Stella Maris. Partite già a pensare all’edizione successiva?
Il torneo per noi è un progetto permanente. Per capirci, noi stiamo già pensando a cosa fare per l’edizione del trentennale del torneo che ci sarà tra due anni. Questo proprio perché si tratta di un progetto in continua evoluzione. Ovviamente, come in tutti i progetti di business, durante l’anno sono previste delle fasi che devono essere portate a termine per poi poter arrivare all’obiettivo, ovvero allo svolgimento dell’edizione di quell’anno. Perciò sì, appena finito il torneo iniziamo a pensare immediatamente al programma dell’anno successivo, definendo i nostri obiettivi in ambito turistico, a livello di intrattenimento e divertimento, di promozione complessiva della destinazione. Cerchiamo quindi di preparare tutto questo il prima possibile, in modo da poter poi presentarci al meglio negli incontri con gli sponsor. Abbiamo una parte degli sponsor che ha contratti a medio termine, un’altra invece sulla quale dobbiamo lavorare ogni anno. Purtroppo la Croazia è un mercato piccolo, perciò per noi gli sponsor di fama internazionale sono spesso inaccessibili. Pur avendo un numero importante di sponsor internazionali, come Stella Artois, American Express, Nike, da quest’anno anche Hublot, non possiamo organizzarci come un torneo come quello di Stoccarda, che ha uno sponsor unico. Noi abbiamo un totale di 130-140 partner.

Un numero veramente notevole. Pensando anche solo alla parte amministrativa, ad esempio alla redazione dei contratti, quanto lavoro c’è dietro?
Un lavoro enorme. Si tratta veramente un progetto su cui bisogna lavorare tutto l’anno. Per fortuna, abbiamo un team di collaboratori esperti ed in gamba.

Puoi descriverci per sommi capi lo scheduling del progetto, come si sviluppa il lavoro nel corso dell’anno?
Il nostro desiderio è quello di definire le guidelines del programma tra fine novembre ed inizio dicembre. Entro quella data dobbiamo già sapere cosa faremo, perché – come dicevo – dobbiamo presentare il prima possibile il programma agli sponsor e cercare di chiudere tutte le trattative con loro entro la fine di febbraio, in modo da avere il tempo necessario per organizzare l’avvenimento. Ovviamente, come capita nel business, spesso andiamo un po’ lunghi, ma queste sono le linee guida che ci siamo dati e che cerchiamo di rispettare. Nello stesso periodo organizziamo anche tutte le campagne promozionali. Ad esempio, abbiamo ceduto diritti di trasmissione ad una società estera di fama mondiale e quindi lavoriamo con loro per migliorare la nostra visibilità in campo internazionale. Siccome siamo una società turistica, il nostro obiettivo è quello di far sì che il torneo sia visibile nel miglior modo possibile all’interno dei mercati turistici a cui si rivolge la nostra offerta.

Il budget si delinea quindi attorno a febbraio-marzo.
Sì, sono queste le scadenze previste per la definizione del budget.

Abbiamo parlato di sponsor e di budget. Restando sulla parte economico-finanziaria, parliamo anche di biglietti. Che relazione c’è tra la presentazione ufficiale del programma, quella dell’entry list e le tempistiche di vendita dei biglietti?
A questo proposito è interessante notare come una parte non piccola di biglietti, circa un quarto del totale, vengano acquistati ben prima che si sappia chi saranno i giocatori. Abbiamo dei turisti che sono affezionati al torneo. Addirittura scelgono sempre lo stesso posto da anni per poter guardare le partite del torneo dalla loro posizione preferita. Chiaramente la maggior parte dei biglietti si vende durante il torneo, ma questo 25% si vende molto prima. Per capirci, parliamo di circa 5-6 mesi prima. Dalle nostre analisi abbiamo rilevato che si tratta per la maggior parte di appassionati di tennis che arrivano dai paesi vicini: l’Italia, la Slovenia, l’Austria e l’Ungheria.

Curioso il dato relativo all’Ungheria, che pur essendo paese di tradizioni tennistiche in questo momento non ha grossi nomi nel circuito ATP: il migliore ungherese nel ranking è Marton Fucscovics, attualmente n. 110. Anche se quest’anno nel tabellone principale c’era Attila Balasz, proveniente dalle qualificazioni dove curiosamente aveva eliminato proprio il futuro vincitore del torneo Andrej Rublev, poi ripescato come lucky loser.
Sì, anche noi siamo rimasti un po’ sorpresi quando abbiamo rilevato la presenza di tifosi ungheresi.

A proposito del pubblico, quest’anno sin dai primi giorni è stato molto numeroso su tutti i campi. Più degli anni scorsi e anche di molti altri tornei dello stesso livello. Vi siete chiesti come mai?
Sì, siamo molto soddisfatti. C’è da dire che il nostro obiettivo, che poi condividiamo con il direttore del torneo Frankopan è quello di avere una lista di giocatori che risulti interessante per il pubblico che proviene dai nostri mercati di riferimento dal punto di vista turistico: cioè in primis Italia, Slovenia, Austria, Germania e Francia. In modo da richiamare l’interesse degli ospiti di questi paesi che sono qui in vacanza in questo periodo.Quindi una parte del successo è dovuta al fatto che quest’anno c’erano gli sloveni, con Aljaz Bedene, c’erano gli italiani, tanti, c’erano i croati, i francesi e gli austriaci. Mancava solo la Germania, doveva esserci Kohlschreiber ma purtroppo poi ha rinunciato.

Da questo punto di vista, quando inizia il lavoro di Frankopan?
Lui lavora praticamente tutto l’anno in quest’ottica, abbiamo condiviso gli obiettivi e quindi opera per andare in questa direzione. Chiaramente con la nostra offerta possiamo cercare di incentivare i giocatori a venire qui, ad iscriversi al torneo. Per loro è un torneo particolare: con il fatto che siamo nel bel mezzo di un complesso turistico sul mare, in piena stagione turistica, con la musica e l’intrattenimento serale. Un “plus” è sicuramente il fatto che da noi si gioca dalle 17 in poi, diversamente da tutti gli altri tornei. Ecco che così i giocatori possono partecipare agli spettacoli serali e poi la mattina posso riposare prima di allenarsi. Insomma, una settimana in cui pur giocando, i loro ritmi sono meno serrati. Ovvio che finché l’ATP non pubblica l’entry list non possiamo sapere chi verrà, noi possiamo solo lavorare per invogliare i tennisti ad iscriversi.

Parlavi prima del fatto che il torneo per voi è un progetto in continua evoluzione. A tale proposito, ogni anno saltano fuori il discorso del cambio data – ovvero di tornare nel periodo primaverile nella stagione sulla terra – e quello del cambio superficie, ovvero il passaggio al cemento. Dal punto di vista della data, già quest’anno è andata molto meglio dello scorso anno, con solo altri due tornei in contemporanea. Lo scorso anno erano tre, di cui due sulla terra battuta.
Esatto, poi lo scorso anno c’era anche la Coppa Davis con la Croazia che giocava negli USA. Personalmente, spero che la questione data sia chiusa. Potrà variare di una o due settimane in base al calendario ATP, ma ritengo che una delle caratteristiche che rende il nostro torneo diverso dagli altri – come dicevo – è proprio il fatto che si disputa nel pieno della stagione turistica, quindi per i nostri sponsor e per il pubblico è una vacanza. Lo ritengo fondamentale. Invece per quanto riguarda il discorso della superficie di gioco continuiamo a lavorarci. Non sarà una cosa a breve termine, non sarà facile, ma credo che con il tempo riusciremo ad arrivarci.

Da un certo punto di vista è un peccato, Umago è conosciuta anche per essere la città del tennis sulla terra rossa…
Sì lo so, c’è un aspetto romantico che verrebbe a mancare. Poi è anche bellissimo vedere lo stadio con la terra rossa, le seggiole azzurre, lo sfondo del mare. Però…

… Però così avreste la possibilità di essere il torneo europeo che fa da “anteprima” alla stagione sul cemento americano, con la stessa superficie. Molto allettante per i giocatori europei che potrebbero rimanere in Europa ancora una settimana e abituarsi già alle condizioni di gioco che troveranno al di là dell’oceano.
Sì, è esattamente così.

Evoluzione significa anche “rifarsi un po’ il trucco” ogni anno. Il Croatia Open lo fa, con costanza. Quest’anno sulle tribune del campo centrale saltava all’occhio che avete rinnovato una gran parte dei seggiolini , ora di un azzurro più vivace.
Sì, cerchiamo di migliorarci sempre anche in questo. Lo scorso anno – e in parte quest’anno – abbiamo rinnovato tutta la parte interna dello stadio, quella destinata ai giocatori e allo staff dell’ATP. Oltre ai seggiolini, quest’anno sul Centrale abbiamo anche messo le nuove cabine per i commentatori radio e TV – che ora sono molto moderne – e abbiamo cambiato la recinzione di tutto il centro tennistico.

Puoi darci qualche anticipazione di altre cose che “bollono in pentola” in tal senso?
Come dicevo, siamo già orientati al trentennale e ragioniamo perciò anche in ottica 2019. Il nostro desiderio è quello di riuscire a portare avanti un progetto di illuminazione particolare dello stadio. Il nostro “Goran Ivanisevic Stadium” è ritenuto uno degli stadi del tennis più belli del circuito: a forma di conchiglia, in riva la mare. Quindi vorremmo valorizzarlo ulteriormente, in quanto è un tratto distintivo del torneo.

Per intenderci, una illuminazione esterna tipo quella dell’Allianz Arena di Monaco?
Sì, una cosa simile. Abbiamo già fatto fare dei preventivi del progetto e dobbiamo valutare tempi e costi di realizzazione, per capire se riusciamo a portarlo a termine per il 2019.

Ci hai raccontato tante cose. Ti chiediamo ancora qualche numero del torneo per i nostri lettori.
Certamente, ci sono alcuni dati che mi piace sempre evidenziare. Sono più di 400 – quasi 500 – le persone che lavorano qui durante il torneo: i raccattapalle, le hostess, i giudici, le persone della sicurezza, gli addetti alle pulizie, noi dell’organizzazione. Il nostro stadio ha più di 4.000 posti. Nei dieci giorni del torneo passano per il centro tennistico “Stella Maris” circa 100.000 persone, ci sono più di 100 ore di musica, con concerti e dj party dal vivo. E parlando anche di enogastronomia, altra parte importante della nostra offerta, le trenta e passa aziende vinicole della zona che sono nostre partner, che offrono le degustazioni nella zona dell’Istrian Gourmet Festival: lo scorso anno sono state più di 45.000.

Infine, un’ultima domanda. C’è un sogno del cassetto che in qualità di Presidente del Comitato Organizzatore ti piacerebbe realizzare, magari proprio in occasione della trentesima edizione del torneo?
Sì, c’è. Mi piacerebbe rendere onore alla tradizione del torneo di Umago. Creare uno spazio particolare dove posizionare in maniera permanente alcuni elementi che ne parlano. Non uso la parola museo perché non è quella l’impostazione che vorremo dare, ma fare una cosa più moderna, interattiva, in cui andare a scoprire la tradizione di questo torneo.

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