Quando i giocatori danno il peggio

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Quando i giocatori danno il peggio

Se credete che Fognini sia primo nella classifica delle intemperanze, forse non conoscete la storia di Jeff Tarango. E dei due ceffoni tirati da sua moglie

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Il lancio di monete effettuato da Daniil Medvedev contro il giudice arbitro al termine del match da lui perso contro Bemelmans al secondo turno di Wimbledon desta ancora stupore. Non solo per il gesto in sé, forse, ma anche perché si pensava che fossero solo i giocatori della domenica a mettere il portamonete nella sacca porta-racchette appoggiata sulla sedia a bordocampo; vederlo fare da un professionista e per di più in una cornice così prestigiosa e formale ha fatto una certa impressione. 

Comunque, lo sfogo del giovane russo contro l’arbitro di sedia non rappresenta un unicum a Wimbledon. Altri giocatori hanno dato il meglio/peggio di sé in tale specialità, qui e altrove. Eccone alcuni esempi.

1. Wimbledon 2016

Secondo turno. Siamo al quinto set e Albert Ramos-Vinolas sta battendo sul punteggio di 5-3, 30-30. Ad attendere il suo servizio c’è il serbo Viktor Troicki, giocatore che già in passato aveva dato prova di scarso autocontrollo. Il giudice di linea chiama out il primo servizio dello spagnolo ma immediatamente si corregge e l’arbitro di sedia, l’italiano Damiano Torella, assegna il punto allo spagnolo. Troicki va in escandescenza e aggredisce verbalmente il giudice di gara apostrofandolo così: “Terribile, sei il peggior arbitro del mondo”. Per il serbo inizia una sfuriata che prosegue anche dopo la fine della partita – vinta da Ramos-Vinolas – e condita, tra le altre, da considerazioni non proprio positive sulle attitudini mentali del malcapitato arbitro. Epilogo: multa di 7.500 £ per Troicki che farà poi le sue scuse a Torella, ma senza cambiare opinioni sulle sue capacità di giudice arbitro.

2. Wimbledon 1995

Terzo turno. Jeff Tarango, altro giocatore dal carattere non facile, sta giocando contro il tedesco Alexander Mronz ed è sotto 3-6 1-3. Il pubblico lo becca sonoramente per le sue reiterate proteste contro l’arbitro e lui lo invita al silenzio con un sonoro “chiudete il becco”. L’arbitro, il francese Bruno Rebeuh, lo ammonisce per verbal abuse attirandosi le ire dell’americano che prima gli chiede l’intervento del supervisor e poi lo apostrofa con le seguenti immortali parole: “Sei l’arbitro più corrotto del mondo e non puoi fare così!”. Penalty point e immediato abbandono del campo da parte di Tarango che verrà poi multato per l’intemperanza con una multa di 15.500 dollari, la più alta comminata nella centenaria storia del torneo, condita dalla squalifica per l’edizione del 1996. Non sono note, invece, le sanzioni prese contro la moglie di Tarango, Benedicte, che mollò due sonori ceffoni in faccia a Rebeuh per quanto aveva osato fare al suo adorato e adorabile marito.

3. Stoccolma 1984

È l’anno migliore della carriera di McEnroe, quello in cui perse solo tre volte. Sta giocando la semifinale del torneo di Stoccolma contro lo svedese Anders Jarryd ed è sotto di un set e in vantaggio 4-2 nel secondo. Sul 30-30 il giudice di linea chiama l’out su una prima di servizio che secondo lo statunitense è caduta esattamente sulla riga. Si rivolge quindi all’arbitro, Leif Ake Nilsson, chiedendogli ironicamente se a suo avviso sino a quel momento non fossero stati commessi errori di valutazione. Il malcapitato giudice arbitro ignora la domanda e dice semplicemente “secondo servizio”. La reazione di McEnroe è proverbiale: “Rispondi alla mia domanda. Alla domanda, idiota!”. L’insulto gli costa il punto e il successivo errore di diritto il game. Nel minuto di riposo le bottiglie di bibite subiscono l’ira funesta dell’allora numero 1 del mondo che subisce un ulteriore ammonizione dell’arbitro con ulteriore sceneggiata e minaccia di abbandonare il campo. Per la cronaca McEnroe finisce per vincere quel set al tie-break e poi la partita al terzo set. In finale si aggiudica il titolo contro Mats Wilander.

4. US Open 2009

Per par condicio riportiamo infine un episodio che vede protagonista Serena Williams. La statunitense affronta in semifinale Kim Clijsters, giunta sin lì grazie ad una wild-card concessale dall’organizzazione del torneo. Serena ha perso il primo set e si trova sotto 5-6 e 15-30. Sul secondo servizio della statunitense una giudice di linea giapponese, Shino Tsurubuchi, chiama il fallo di piede consegnando quindi a Clijsters una duplice possibilità di far proprio l’incontro. Serena non ci sta. Con fare minaccioso si dirige verso la minuscola giudice di linea e le dice pressappoco così: “Se potessi ti infilerei questa pallina in gola…”. Il giudice di sedia chiede allora alla sua collaboratrice di riferirle quanto dettole da Serena e, sentito anche il giudice capo del torneo, commina un punto di penalità che manda direttamente in finale la belga destinata due giorni dopo a conquistare il suo secondo US Open. Nella conferenza stampa che seguì l’incontro Serena espresse le sue scuse e affermò che avrebbe voluto abbracciare la sua involontaria nemica. Se per riappacificarsi o per stritolarla resta un mistero.

https://www.youtube.com/watch?v=2Pg1AYtaL-Q

Avrete notato che in questa carrellata mancano sia Fognini che Gulbis, due che sul campo hanno saputo farsi notare non soltanto per le eccelse qualità tecniche. Perché vi state chiedendo? Non temete, si affronteranno tra poco sui campi di Gstaad (attorno alle 17). Non escludiamo che possano fornire materiale per aggiornare questo articolo…

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