Errani difesa e attacco nel match più difficile. Positiva all'antidoping (Piccardi – Bonarrigo), Accordo Comune-Coni Tetto sul Foro dal 2019 (Crivelli)

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Errani difesa e attacco nel match più difficile. Positiva all’antidoping (Piccardi – Bonarrigo), Accordo Comune-Coni Tetto sul Foro dal 2019 (Crivelli)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Errani difesa e attacco nel match più difficile. Positiva all’antidoping

 

Marco Bonarrigo e Gaia Piccardi, il corriere della sera del 7.08.2017

 

Il sito ufficiale non viene aggiornato da oltre due mesi. Nel frattempo Sara Errani ha giocato a Parigi, qualificazioni e due turni nel tabellone principale, Bol, Maiorca, Eastbourne, Wimbledon, Bastad e Washington. Era iscritta alle qualificazioni di Toronto, ma poi all’improvviso si è sfilata, scomparendo dai radar del circuito. Sara Errani è rientrata in Italia ed è impegnata nel match più difficile della sua carriera. Un controllo antidoping risalente ai primi mesi dell’anno, infatti, ha accertato un caso di non negatività che la riguarda e che la Federtennis internazionale (Itf), alla fine di un lungo iter, sta per rendere pubblico. Nelle urine della campionessa sarebbero state trovate tracce di arimidex, nome commerciale anastrozolo, riconducibile a un principio attivo farmacologico inquadrabile nella classe S4 degli «stimolatori ormonali e metabolici». Non ci sono alternative posologiche al suo utilizzo (viene usato per trattare il carcinoma mammario in post-menopausa). In assenza di esenzione terapeutica, poiché fa parte dell’enorme e variegata famiglia degli steroidi anabolizzanti, è considerato doping. C’è un precedente di anastrozolo nella storia recente dello sport italiano: il 35enne canottiere azzurro Niccolò Mornati, cui alla vigilia dei Giochi di Rio de Janeiro fu imposto uno stop di quattro anni dal Tribunale nazionale antidoping, dimezzato (a fronte della presentazione di un imponente dossier) in appello. E 15 positività registrate nel mondo. Tutte sanzionate. Una pessima notizia per la tennista romagnola che, tramontata la generazione di fenomene capace di conquistare (con il fondamentale contributo di Sara) quattro Federation Cup in otto anni e due titoli del Grande Slam (Schiavone nel 2010 al Roland Garros e Pennetta nel 2015 all’Open Usa), si era presa in spalla l’Italia del tennis con il compito di riportare la squadra nel gruppo mondiale e se stessa in una posizione di classifica più consona ai fasti passati, quando era arrivata in finale a Parigi (2012), al numero 5 del ranking (2013) e in vetta alla classifica del doppio con Roberta Vinci, coppia irresistibile al punto da completare il Grande Slam della carriera. Poiché Sara è considerata una fondamentale risorsa del nostro tennis — è una 30enne d’esperienza in grado di traghettarci dai vecchi successi ai nuovi talenti —, convinta della sua buona fede, la Federtennis italiana non ha abbandonato la campionessa, che ha approfittato dei mesi tra la non negatività e l’imminente annuncio dell’Itf per mettere a punto con una squadra di avvocati e medici (endocrinologi e specialisti) la linea difensiva. Sarà la stessa Errani, in settimana, a spiegare cosa è successo. Fatte le debite proporzioni (perché di situazione ben diversa si tratta), nella scia del caso Sharapova: Il 7 marzo 2016, infatti, la russa aveva annunciato di essere risultata positiva al meldonio in un controllo durante l’Australian Open. Il caso Errani non è Il caso Sharapova, però anche Sara vuole prendere in mano il suo destino, affrontando l’opinione pubblica con le spiegazioni necessarie. Se la strategia difensiva riguarderà l’ipotesi di una contaminazione da integratori, un’esenzione terapeutica presentata in ritardo o in modo non corretto, uno squilibrio metabolico, lo sapremo presto. Ora, qui, è importante ricordare le parole con cui Sara si accomiatò dall’ultimo Australian Open, lo scorso gennaio, dopo Il ritiro al secondo turno con la russa Makarova: «È vero che ho cambiato coach e allenamenti, però mi sto facendo male troppo spesso. Voglio tornare in Italia e fare analisi più approfondite». Esaminata attentamente la vicenda, in presenza di ottime giustificazioni la Federtennis internazionale potrebbe ridimensionare il caso Errani, avvicinandolo forse — più che al meldonio di sharapoviana memoria — al valore anomalo di salbutamolo (sostanza contenuta in un farmaco per curare l’asma) che venne contestato a Filippo Volandri, ex numero uno italiano, nel 2009. In quel caso, accertato il fatto che il tennista non aveva l’intento di migliorare la prestazione sportiva, l’Itf gli aveva comminato tre mesi di squalifica, poi cancellati dal Tas di Losanna. Il match più tosto è appena cominciato. Errani al servizio.

 

Accordo Comune-Coni Tetto sul Foro dal 2019

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 7.08.2017

 

Progetto nuovo con tecnologia all’avanguardia, costo previsto di 15 milioni Luce sul tetto. E il Foro Italico, dopo anni di promesse, avrà finalmente la sua copertura. Decisivo per l’accelerazione l’incontro in settimana tra l’assessore allo Sport del comune di Roma, Daniele Frongia, il capo di gabinetto del Coni Francesco Soro e il direttore marketing del Coni Diego Nepi Molineris. La copertura mobile costerà circa 15 milioni di euro che saranno pagati interamente dalla Coni Servizi, con un progetto completamente rinnovato e diverso da quello originario e che prevede l’utilizzo di una tecnologia avanzata, oltre al restyling completo dell’impianto. Il tetto mobile, oltre a consentire agli Internazionali la continuità di gioco anche con la pioggia, almeno sul Centrale, permetterà di utilizzare l’impianto anche d’inverno, visto che già ora ospita in estate concerti e altri eventi sportivi. L’obiettivo è di completare i lavori entro la fine del 2018 e in ogni caso prima dell’edizione 2019 del torneo. Naturalmente il progetto dovrà adesso passare al vaglio della Conferenza dei Servizi e superare gli eventuali dubbi della Sovrintendenza sui vincoli paesaggistici del Parco del Foro Italico, ma il Comune diventa il primo sponsor del progetto con un’indubbia facilitazione delle procedure. Perciò, dopo i dissidi sulla candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2024, sembra tornato il sereno tra la sindaca Raggi e il Coni.

 

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