Il doping e il tennis: tutti i casi più famosi

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Il doping e il tennis: tutti i casi più famosi

Da Mats Wilander a Maria Sharapova tutte le squalifiche del tennis per uso di sostanze illecite

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Quello di Sara Errani è solo l’ultimo caso di una serie che ormai diventa piuttosto lunga di doping applicato al tennis, specialmente negli ultimi 15 anni. Ecco dunque un elenco dei casi più famosi che quasi sempre si sono conclusi con una squalifica più o meno lunga:

  • Mats Wilander (cocaina, 1995): risulta positivo alla cocaina durante il Roland Garros 1995, squalifica di tre mesi decisa dall’ATP.
  • Andre Agassi (metanfetamina, 1997): il Kid di Las Vegas ha ammesso nella sua autobiografia Open di essere risultato positivo alla metanfetamina nel 1997.
  • Petr Korda (nandrolone, 1998): positivo al nandrolone a Wimbledon 1998. Il ceco fu inizialmente privato dei punti ranking guadagnati e del prize money di quel torneo. Poi sospeso per 12 mesi.
  • Guillermo Coria (nandrolone, 2001): risulta positivo al nandrolone nell’aprile 2001 dopo un match giocato a Barcellona. Inizialmente la condanna fu di due anni. Squalifica poi ridotta da due anni a sette mesi.
  • Mariano Puerta (clenbuterolo 2003, etilefrine 2005): nel 2003, Puerta riceve una sospensione di due anni per essere risultato positivo al clenbuterolo durante il torneo di Vina del Mar. La sanzione fu ridotta poi a 9 mesi ma nel dicembre 2005 risulta positivo ad uno stimolante cardiaco, l’etilefrine, proprio dopo la finale del Roland Garros raggiunta contro Nadal. La sospensione prevista fu di 8 anni, poi ridotta a due anni. Tornò in campo a giugno 2007 ma solo a livello Challenger.
  • Guillermo Cañas (idroclorotiazide, 2005): sospeso per due anni dall’ATP dopo essere risultato positivo a un test anti-doping a causa di un farmaco diuretico chiamato idroclorotiazide, una sostanza che viene utilizzata per l’ipertensione ma che può coprire l’uso di altri farmaci proibiti.
  • Richard Gasquet (cocaina 2009): nel maggio 2009 il francese fu provvisoriamente sospeso dopo essere risultato positivo alla cocaina. Tornò in campo due mesi dopo, poiché fu stabilita che la cocaina fu inavvertitamente acquisita dopo una serata in un night club, probabilmente attraverso un bacio con una ragazza.
  • Filippo Volandri (salbutamolo, 2009): sospeso nel gennaio 2009 per essere risultato positivo al salbutamolo durante Indian Wells. Aveva il permesso medico per il suo uso a causa dell’asma, ma l’ITF ritenne che l’uso della droga non era a fini terapeutici. La sospensione durò fino al 14 aprile 2009.
  • Marin Cilic (nikethamide, 2013): dopo esser stato trovato positivo al torneo di Monaco di Baviera nel maggio 2013 (i laboratori WADA di Montreal evidenziarono nel suo organismo la presenza di coramina, uno stimolante nella sezione 6 delle liste delle sostanze proibite), nel settembre di quell’anno è stato sospeso per nove mesi, con pena retroattiva a causa di tracce di nikethamide nel test delle urine. Cilic fece ricorso al TAS ottenendo la riduzione della pena da 9 a 4 mesi.
  • Viktor Troicki (rifiuto consegna campioni di sangue, 2013): sospeso per 18 mesi per non aver consegnato il risultato di un esame del sangue al Masters 1000 di Montecarlo del 2013. Sospensione poi ridotta a un anno e dal 15 luglio 2014 il serbo è tornato a giocare.
  • Martina Hingis (benzoilecgonine, 2014): nel novembre 2007, Martina Hingis convocò una conferenza stampa straordinaria per annunciare che era stata trovata positiva al benzoilecgonine, un metabolita della cocaina. Sospesa dall’ITF per due anni.
  • Maria Sharapova (meldonium, 2016): squalificata per uso di un farmaco anti-ischemico il meldonium (mildronato), sostanza appena inserita nell’elenco delle proibite, durante l’Australian Open 2016. Il meldonium, secondo la WADA, aiuta a migliorare la resistenza, accelerare i tempi di recupero, attivare la risposta del sistema nervoso centrale e superare meglio lo stress. Pena prevista di due anni poi ridotta a 15 mesi dal TAS di Losanna. Rientra in campo il 26 aprile 2017 a Stoccarda.

Altri casi:

Fra l’agosto 2002 e il marzo 2003 sette giocatori sono risultati positivi al nandrolone e altri 53 presentavano parecchie tracce di nandrolone stesso o suoi precursori, a livelli molto vicini al limite, però solo il caso di un tennista venne alla luce, si trattava del ceco Bodhan Ulirach, poi sospeso per due anni, che si difese in tribunale parlando di capsule di integratori (distribuite dall’ATP) contaminate venendo retroattivamente assolto, così come analogamente decaddero i casi degli altri 6 tennisti trovati positivi. Due mesi dopo l’interruzione della distribuzione di questi supplementi elettrolitici, Greg Rusedski fu trovato positivo ad ormoni steroidei e venne sanzionato. Positivi a steroidi anabolizzante furono anche l’austriaco Stefan Koubek, lo slovacco Karol Beck e l’argentino Juan Ignacio Chela.

Fra le donne Sesil Karatantcheva a 15 anni, nel 2006, fu trovata positiva al nandrolone; dichiarò di essere incinta in quel periodo, e di aver presentato quella tempesta di ormoni alle analisi a causa di un aborto spontaneo. Ciò non le evitò una squalifica di due anni, a seguito dei quali non ha più ritrovato i risultati conseguiti da minorenne. Una sospensione di 6 mesi venne comminata dall’ITF nel febbraio 2013 alla ceca Barbora Zahlavova Strycova dopo aver rinvenuto in un suo campione tracce di sibutramina (sostanza che aiuta il controllo dell’appetito e dunque utile per il dimagrimento): il controllo anti-doping era stato effettuato a metà ottobre 2012 durante il torneo WTA di Lussemburgo.

Alla spagnola Nuria Llagostera Vives nel novembre 2013 è stata comminata una squalifica di due anni, per essere risultata positiva a un controllo antidoping durante il torneo di Stanford, mentre il 27 maggio 2015 l’ITF ha annunciato che l’ucraina Kateryna Kozlova ha commesso una violazione contro le regole antidoping: trovata positiva a una sostanza dopante dopo aver assunto uno stimolante, la dimetilbutilamina, con sospensione ridotta poi a sei mesi, dal 15 febbraio al 15 agosto 2015.

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