ATP Montreal, spunti tecnici: Federer, si rivede la risposta di rovescio

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ATP Montreal, spunti tecnici: Federer, si rivede la risposta di rovescio

Primi allenamenti canadesi per la leggenda svizzera. Dopo Wimbledon, tanto lavoro sul rovescio spinto in risposta. Un colpo devastante sul cemento

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dal nostro inviato a Montreal

Innanzitutto, come da ormai gradevolissima abitudine, benritrovati a bordocampo. Stavolta siamo a Montreal, in occasione della Coupe Rogers, il Masters 1000 del Canada, che negli anni dispari si gioca nel maschile qui in Quebec, e nel femminile a Toronto in Ontario. E benritrovato anche al buon vecchio Roger Federer, che avevo lasciato a Londra tre settimane fa mentre sollevava commosso la coppa del suo ottavo Wimbledon, e diciannovesimo Slam. Per ripetitivo che possa sembrare (ormai le rubriche tecniche a lui dedicate non le conto più), visto che stufarsi di veder giocare Roger da pochi metri suona come una follia, andare a osservare con attenzione l’allenamento dello svizzero nella mattinata di martedì è stato molto interessante dal punto di vista sia tecnico che tattico. Gli steward del campo centrale, l’Uniprix Stadium (splendido, grande e raccolto al tempo stesso, personalmente mi ricorda il vecchio Louis Armstrong Stadium di New York, che nostalgia) sono gentilissimi, a parte il fatto di saper parlare spesso solo francese. Ma le credenziali stampa fanno miracoli, per fortuna, ovunque meno che a Church Road, e gli spunti tecnici con le relative imprescindibili foto fatte da vicino non possono che esserne grati.

Avevamo lasciato l’amico Federer, come detto, ai Championships, felice e vincente. Assistendo alla splendida cavalcata che lo ha portato a sollevare il trofeo senza perdere nemmeno un set, avevo notato che rispetto agli Australian Open e ai 1000 sul cemento della primavera americana (Indian Wells e Miami), dove aveva sparato il rovescio coperto in modo sistematico e magnificamente efficace, Roger aveva scelto la soluzione in slice molto più spesso, specialmente in risposta, “alla vecchia” insomma. Scelta perfettamente comprensibile, ed evidentemente vincente visto come è andata a finire. Affrontando sull’erba lungagnoni come Raonic, Berdych e Cilic, una bella palla che schizza bassa e svelta, e che li costringe ad andare giù di brutto con le gambone, sarà sempre efficace. Ma sul cemento è tutta un’altra storia, per veloce che possa essere la superficie, l’angolo di restituzione del rimbalzo cambia di molto rispetto ai prati. Per mettere in campo il tennis super-aggressivo che è la cifra di questa splendida parte finale di carriera di Roger, tirare in spinta sempre e comunque, a partire dalla risposta, è fondamentale. E l’allenamento che sono andato a vedere da vicino è stato in gran parte dedicato proprio a questo, al rovescio coperto e spinto su qualsiasi palla.


Qui sopra, aggressione a una seconda palla, da notare la posizione dei piedi (abbondantemente dentro il campo), e quanto aperto verso l’alto tiene Roger il piatto corde, per entrare piattissimo in massima spinta sul colpo.


Qui sopra, a sinistra una preparazione perfettamente in linea, e a destra un impatto a togliersi la palla dalla pancia. La cosa notevole è la reattività della gamba avanzata, la destra, su cui si appoggia la dinamica dell’intera esecuzione. Per non arretrare con l’asse di equilibrio, Roger sale in punta di piedi come un ballerino, a compensare la sbracciata in avanti. Se notiamo la tensione della muscolatura del polpaccio nella foto di destra ci rendiamo conto dello sforzo necessario a contrastare la traiettoria che gli sta arrivando addosso.


Qui sopra, la stessa esecuzione, ancora più estremizzata. A sinistra vediamo Roger sfiorare appena il terreno con le punte dei piedi (risposta d’incontro a una prima palla piatta e veloce), a destra è in sospensione dinamica completa (risposta aggressiva a una seconda palla al corpo, tirata a uscire). Due situazioni diverse, in cui l’atleta deve contrastare palle super-aggressive e penetranti, ma in entrambi i casi la reattività di gambe e la velocità di braccio consentono di non arretrare praticamente di nulla, e mantenere una centralità dell’asse di equilibrio strepitosa. Qualsiasi cosa gli arrivi addosso, a qualsiasi velocità, questo fenomeno rimane verticale come un filo a piombo, mentre spara missili a tutto braccio.


E per finire in bellezza, Roger si è messo a provare un’esecuzione che non fa quasi mai, sempre nell’ottica di aggredire a ogni costo: la risposta di rovescio in salto. Roba da Florian Mayer o Kei Nishikori in vena di follie, ma con la “lieve” differenza che il colpo viene sparato a una mano. Difficoltà fuori scala, missili piatti in serie, spettacolo tecnico totale. Poco da fare, di vederlo in azione da due passi non ci si stufa davvero mai. Anche se non si fa il tifo per lui.

Buon compleanno, Vecchio Jedi.

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