ATP Montreal: Nadal e Federer passeggiano, Shapo batte del Potro

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ATP Montreal: Nadal e Federer passeggiano, Shapo batte del Potro

Rafa travolge Coric, Federer domina Polansky. Monfils vince con Nishikori il miglior match del torneo, Sascha salva tre match point. Mannarino sorprende un infortunato Raonic

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[2] R. Federer b. [WC] P. Polansky 6-2 6-1 (da Montreal, Luca Baldissera)

Inizia il day 3 del masters 1000 di Montreal, e finalmente vediamo in campo i cosiddetti “big”. Sono le 12.30 ora locale quando fanno il loro ingresso nel campo centrale lo svizzero Roger Federer (36 anni, 3 ATP) e il canadese Peter Polansly (29 anni, 116 ATP), è una giornata di sole con un certo vento, non sgradevole, gli spalti dell’Uniprix Stadium, come sempre quando c’è in campo Federer, sono gremiti, le file fuori dai cancelli erano piuttosto lunghe già dal mattino. Un precedente tra i due, a Toronto nel 2014, vinse Roger 6-2 6-0. La speranza è di avere almeno un minimo di partita, la differenza di valori è veramente tanta.

L’avvio del match non è dei più incoraggianti in questo senso, con lo svizzero che vola 3-0 con un break al secondo game, e un solo punto concesso all’avversario. Gioca sciolto Roger, senza dare l’impressione di forzare più di tanto. Peter si difende tirando qualche buona prima palla di servizio, e spingendo con il dritto. Roger attacca molto e scende spesso a rete, sembra che stia provando schemi e colpi come fosse un allenamento. Polansky, giustamente, ce la mette tutta, e porta a casa due game alla battuta, ma sul 5-2 incappa in un paio di errori evitabili, e va sotto 15-40. Federer, con lo schema che già provava ieri durante il training, overo la risposta spinta di rovescio seguita dalla volée di dritto, chiude al primo set point. 6-2 in 20 minuti giusti, se la gente che sta ancora entrando sulle tribune (la fila adesso fa il giro completo dello stadio) non si sbriga, rischia di vedere ben poco dello svizzero.

Nel frattempo Roger fa serve&volley in relax totale, prova le accelerazioni da fondo, sbaglia anche qualcosa ma non dà mai l’idea di non essere in controllo totale del gioco. Come nel primo set, lo svizzero sale 3-0 in un attimo, siamo a 31 minuti di match, e i punti sono 37 a 17, dispiace un po’ per Polansky, e soprattutto dispiace per la gente che ha fatto tre ore di fila per esserci. Quando Federer gioca una “mezza SABR” ma utilizzando lo slice, quindi con quadrupla difficoltà, e chiude il punto a rete, e poi arriva il secondo break per il 4-0, si capisce che siamo al conto alla rovescia. Countdown che in effetti era partito già a inizio match, però. Le due palle break per Peter, propiziate da un gran passante, che arrivano nel quinto game sono un fulmine a ciel sereno, ma sul 10-2 si può capire un attimo di distrazione di Roger. Che le annulla, ovviamente, sale 5-0, fallisce 2 match point, ride di se stesso con autoironia quando tira uno smash largo un metro, e poi chiude 6-1. Ci vorranno avversari più impegnativi per vederlo al massimo, ma per adesso meglio di così non poteva iniziare.

[1] R. Nadal b. B. Coric 6-1 6-2 (da Montreal, Vanni Gibertini)

La pioggia che ad inizio settimana era prevista per la giornata di mercoledì fortunatamente è rimasta lontana da Montreal, permettendo lo svolgimento senza intoppi della giornata d’esordio delle grandi stelle. Proprio tutte le grandi stelle, dal momento che anche quelle inizialmente programmate per martedì per un motivo o per l’altro erano state spostate al giorno seguente.

Come per Federer nel match delle 12.30, anche per Nadal in sessione serale alle 18.30 gli spalti sono completamente gremiti per accogliere il ritorno a Montreal del fuoriclasse spagnolo, che esattamente come il suo grande rivale sembra pervaso da una grande fretta (forse aveva i biglietti per il secondo concerto dei Coldplay?). Mezz’ora esatta per un perentorio 6-1 nel primo set, nel quale si fatica a capire come Coric fosse riuscito a vincere due dei tre precedenti incontri, l’ultimo dei quali proprio 12 mesi fa a Cincinnati su una superficie piuttosto simile: il giovane “NextGen” croato (se ancora non vi siete stufati di questa stucchevole definizione) gioca in maniera abbastanza simile a Nadal, ma fa tutto peggio. Si tratta probabilmente del termometro ideale per il maiorchino, almeno quando gioca bene, cosa che non è accaduto troppo spesso a Coric quest’anno. Questa sera non è un’eccezione: Borna è troppo irregolare per impensierire Nadal da fondo campo e subisce l’iniziativa con il diritto non appena i suoi palleggi tirati da molto dietro la linea di fondo si accorciano.

Il veloce rientro negli spogliatoi di Rafa al termine del primo parziale non cambia il tema di una partita soporifera che provoca un confronto stridente con le grandi battaglie che si sono dipanate sugli altri campi. Qualche gioco combattuto serve soltanto allo scopo di portare la partita sopra l’ora ed avere un “risultato cronometrico” non troppo pesante (1h12) nei confronti di Coric, mai in partita in questa serata.

Al terzo turno il test rappresentato dal 18enne canadese Shapovalov sarà sicuramente più probante per Nadal, che ha iniziato con grande agio la sua campagna sul cemento nord-americano ma che ha bisogno di alzare il livello per essere pronto alla corsa agli US Open ed al n.1 del ranking.

[WC] D. Shapovalov b. J.M. del Potro 6-3 7-6(4) (da Montreal, Luca Baldissera)

Dopo la passeggiata di salute che è in realtà stato il match di Federer, il palcoscenico del centrale di Montreal tocca al canadese Denis Shapovalov (18 anni, 143 ATP) e all’argentino Juan Martin del Potro (28 anni, 31 ATP). Si è alzato un vento molto più forte rispetto all’ora di pranzo, e gli spettatori, che hanno dovuto accontentarsi di un antipasto di grande tennis assai frugale, data la rapidità con cui Roger ha sbrigato la pratica, sono rimasti tutti sugli spalti a sostenere il giovane talento locale. Non ci sono confronti precedenti, ma c’è molta curiosità di vedere all’opera il diciottenne mancino dal gran rovescio monomane dopo la rocambolesca vittoria, con match point annullati in serie, di ieri pomeriggio.

L’inizio non è granché bello, i due tirano parecchio, Denis cerca il rovescio dell’argentino con le traiettorie mancine, Juan Martin spara il dritto appena può. Break per Shapovalov al quarto game, 3-1 per lui, propiziato da un paio di errori in lunghezza di Delpo, controbreak immediato con le stesse modalità, e successivo 3-3, la partita deve ancora decollare. Ancora Juan Martin in difficoltà alla battuta nell’ottavo game, forse soffre il vento – diversi i dritti steccati – più del giovane avversario, che comunque non ha certo paura di entrare in spinta quando possibile, e si merita il secondo break e il vantaggio di 5-3. E con autorità, aiutato da potenti prime palle, Denis chiude per 6-3, ottimo davvero il biondino della provincia di Toronto.

Giustamente reagisce l’esperto Juan Martin, il match gli sta scivolando via troppo velocemente, e con un deciso cambio di ritmo con le botte da fondocampo e le percentuali al servizio, sale 2-0 brekkando Shapovalov nel secondo game. Ma gli errori ritornano subito, è decisamente un del Potro sottotono quello di oggi, vola largo un dritto, subito dopo la palla viene affondata in rete, e il controbreak è servito, 2-1. Denis si sta esaltando, grida a ogni punto conquistato, mentre Delpo appare un po’ ciondolone, e spesso poco reattivo. La “Torre di Tandil” non ha mai fatto del linguaggio del corpo aggressivo il suo cavallo di battaglia, certo, ma oggi sembra veramente un gattone semi-addormentato. Shapovalov è carico come una molla, invece, pareggia 2-2, e arriva anche a palla break nel quinto game, ma qui la gran battuta salva l’argentino. Che con un bel passante lungolinea di rovescio, poco dopo, si conquista una palla break per salire 4-2, ma la fallisce. Il game diventa una lotta, con quattro successive parità alternate al vantaggio interno, prima che Denis si prenda il 3-3. C’è qualcosa che non va in Juan Martin, forse disturbato da alcuni spettatori, che se ne lamenta con l’arbitro Lahyani, ma la distrazione rischia di costargli cara, perché affronta altre due palle break (con steccata in tribuna), che peraltro annulla di rabbia e agonismo (finalmente).

Siamo 4-3, da notare la maturità di Shapovalov che non si scompone davanti ai saliscendi di intensità del campione che ha davanti, e continua a macinare col dritto a sventaglio e il bel rovescio lungolinea. Senza scossoni si arriva al 5-5, e qui del Potro incappa di nuovo in un passaggio a vuoto, con gratuiti e doppio fallo, e il conseguente 15-40: il secondo doppio errore consecutivo è terribile, e manda Denis a servire per il match sul 6-5. Qui però si vede un po’ di “braccino” del canadese, per la prima volta, e tre gratuiti regalano il 6-6 e il tie-break a Juan Martin. Giocano a sprazzi entrambi ora, con errori e vincenti (soprattutto di Shapovalov), si scambiano un minibreak fino al 3-3, poi il canadese incassa un gratuito e un doppio fallo di del Potro, sale a 6-3 e 3 match point, e chiude al secondo con un buon attacco. Bravo Denis, che conquista i primi ottavi di finale in un 1000, male Juan Martin, che non è sembrato nemmeno vicino all’ottimo giocatore che aveva battuto Isner.

[4] A. Zverev b. R. Gasquet 6-3 4-6 7-6(3) (Andrea Ciocci)

C’è stato un tempo in cui Richard Gasquet ha provato il peso delle aspettative. Fu quando, da enfant prodige, finiva sulle copertine delle riviste specializzate. La storia decise che l’attesa messianica stemperasse nella rassegnata malinconia e i superlativi rimanessero nel cassetto, accanto a quei magazine. Nell’eterna staffetta dei ruoli imposta dallo sport, il francese ha ceduto il testimone del predestinato a Sascha Zverev. Prima ancora che il match odierno, perso in 3 set tirati fatti di scambi spettacolari e incredibili capovolgimenti di fronte. Predestinato, sì. Ma con tutte le cautele del caso, espresse da Juan Carlos Ferrero, suo consulente per la campagna nordamericana. Per quanto il suo staff voglia evitare toni trionfalistici, essere numero 4 nella Race dei grandi e i 4 tornei vinti finora, l’ultimo la settimana scorsa a Washington, parlano da soli.

Così come un primo set senza storia, anche se deciso da un solo break, ottenuto sul 3-2. Troppa la differenza nella resa del servizio. Gasquet strappa applausi per i suoi colpi estemporanei, ma il pallino è nelle mani del tedesco. Che chiude il parziale sul 6-3. La seconda partita vede un Gasquet, inizialmente in difficoltà, entrare man mano nel match e alternare colpi in pressione a palle corte e tagli sotto che spezzano un po’ il ritmo all’amburghese. Che sul 4-5 commette qualche errore di troppo e concede al francese di pareggiare i conti. Si va al terzo. Esaltato dal punteggio, Gasquet sembra aver trovato un pattern tattico nello schema palla corta-passante. In aggiunta, sull’1-1 il tedesco si ferma improvvisamente e chiede l’intervento del fisioterapista per un problema al piede sinistro.

Paradossalmente, il match adesso si fa più fisico. Con scambi molto tirati. Ma proprio quando sembra sempre più convinto, il nativo di Beziers incappa invece in un brutto gioco e cede la battuta. Sembra finita. Zverev sa che è ora di chiudere e prova a farlo. Peccato che il francese annulli tre matchpoint e ottenga un incredibile controbreak. Siamo in pieno psicodramma. Gasquet beve la stessa amara medicina del suo rivale e si vede annullare tre matchpoint nel game successivo, uno dei quali dopo uno scambio pauroso di 49 colpi! L’inevitabile tie-break è illuminato da due fantastici rovesci lungolinea di marca tedesca. Sascha chiude al quarto matchpoint il gioco decisivo. Regalandosi un’altra puntata della rivalità con Nick Kyrgios, altra attesissima next big thing. Per la gioia di pubblico e organizzatori. Onore comunque a Gasquet, che scrive un’altra pagina della sua personale epopea. In attesa che la storia dica la sua sul nuovo predestinato.

A. Mannarino b. [6] M. Raonic 6-4 6-4 (da Montreal, Vanni Gibertini)

Grazie alla rapidità del match vinto da Nadal su Coric, l’ultimo match della giornata sul campo centrale va in scena in un orario da “prima serata”, con gli spalti ancora gremiti di canadesi pronti a sostenere il loro beniamino Raonic. Milos, però, rimane fermo sui blocchi in partenza e cede tutti i primi otto punti del match ad un Mannarino molto vispo in ribattuta e che anche al servizio sfrutta bene le traiettorie mancine manovrando bene gli angoli e spostando Raonic con grande efficacia. Il gigante canadese inizia ad ingranare al servizio, si fa sentire con il diritto ed all’ottavo game, grazie ad un numero molto basso di prime palle di Mannarino, ottiene il contro-break per il 4-4. Sembra il copione solito, ma Mannarino non ne vuole sapere, continua a rispondere con grande continuità alle prime di Raonic, ed approfittando di un doppio fallo e qualche gratuito di troppo del canadese con il diritto, ottiene un nuovo break che gli vale la vittoria nel parziale.

Il francese non molla la presa, continua a servire con grande efficacia ed a rispondere benissimo alle prime di Raonic, che non è abituato a veder tornare indietro così tanti servizi. Il suo diritto poi è tutt’altro che perfetto, molto falloso e solo a tratti incisivo come al solito. Come nel primo parziale, sul 4-4 Mannarino piazza la zampata vincente, grazie anche ad uno splendido passante di rovescio lungolinea sul 15-0 che pizzica la riga di fondo, proprio mentre il pubblico si interroga tra lo stordito e lo stranito per un temporaneo malfunzionamento del tabellone elettronico. Una volée di diritto a campo aperto messa lunga ed un rovescio in rete inguaiano definitivamente Raonic che cede il servizio per la terza volta nella serata (3 break subiti e 3 ace la insolita statistica per il servizio di Milos) e fa le valigie anzitempo per Cincinnati.

L’infortunio che aveva convinto Raonic a chiedere lo spostamento del suo match d’esordio da martedì a mercoledì si è dimostrato essere più serio di quanto non si pensasse: “Si tratta di un infiammazione al polso, una cosa che mi è già capitata e che non è insolita tra i tennisti” ha spiegato il canadese dopo il match “di solito se ne va in 24-48 ore, in questo caso è rimasta molto più a lungo. Dovrei essere a posto per gli US Open, ma in questo momento c’è ancora parecchio fluido nel mio polso ed il livello di dolore è piuttosto alto”.

Il quarto di Nadal in questo modo si libera dell’avversario più pericoloso che poteva frapporsi tra il maiorchino e la riconquista del n.1 in classifica ATP.

G. Monfils b. [5] K. Nishikori 6-7(4) 7-5 7-6(6) (da Montreal, Gabriele Ferrara)

Gael Monfils vince una partita strepitosa contro Kei Nishikori, annullando quattro match point consecutivi e facendo letteralmente impazzire il pubblico canadese. Il transalpino vendica così le due sconfitte di MiamiRio contro il numero 9 del mondo, che in entrambi i casi lo aveva sconfitto sul filo di lana. Ennesima dimostrazione del talento, fisico e tecnico, di questo ragazzo, che quando è ispirato ha dei picchi di rendimento da far invidia a quasi tutti. Domani agli ottavi sfiderà Roberto Bautista Agut (il francese ha sempre avuto la meglio nei tre precedenti).

Nishikori inizia la sfida mostrando tutte le incertezze palesate durante il torneo di Washington, sbagliando molto da fondocampo e andando subito sotto 2-0, ma Monfils fa lo stesso e ricambia subito il favore. I due giocatori trovano un po’ di stabilitá e cosi si va avanti senza patemi fino al 5 pari, quando Nishikori prende molto bene l’iniziativa con il dritto per portarsi sullo 0-40; Gael si salva con il servizio e con un dritto giocato in salto (molto apprezzato dal pubblico), ma cede la battuta mettendo in rete uno sciagurato rovescio al volo e un’accelerazione di dritto. Nishikori ringrazia e nel game seguente va avanti 40-0, ma qui dimostra di essere poco tranquillo – probabilmente anche a causa dei tanti problemi fisici – e concede due palle break (bravo il francese nelle due circostanze in cui si è trovato in parità), approdando poi al tiebreak grazie a un errore in larghezza con il dritto da parte di Nishikori. Nel tredicesimo game c’è molto equilibrio: Monfils alterna grandi giocate a errori e distrazioni gravi per un campione del suo livello, con Nishikori che non riesce ad approfittarne. Si prosegue cosi fino al 4 pari, quando un errore di rovescio e una risposta completamente scentrata di Monfils pongono fine al parziale, con il giocatore nato a Shimane che vince il tiebreak 7 punti a 4.

Il francese è in rottura prolungata, Nishikori capisce il momento e nel secondo game viene a rete per procurarsi un break point, convertito grazie a un dritto lungolinea di LaMonf che si stampa sul nastro: 2-0. Sul 3-1 il giapponese va 40-0, ma si fa recuperare – gravissima la volée sbagliata a campo aperto – con Monfils che alla fine ottiene il break grazie a un bel passante di dritto e a un errore del rivale con il medesimo fondamentale. Tuttavia, subito dopo Gael ricambia il favore con due gratuiti di rovescio e un drop shot mal riuscito che consegnano il 4-2 a Nishikori, il quale concede un’altra occasione all’avversario sul 5-3, commettendo un paio di errori piú che evitabili (specialmente quello con il dritto inside-in sul 30-40). Il parigino riesce a riportarsi in paritá sul 5 pari, strappando poi il servizio a Nishikori nel game successivo, in cui gli sono fatali un errore di dritto e un altro nei pressi del net. Monfils poi non ha problemi nel conquistare il set per 7-5, rimandando il verdetto della sfida alla frazione di gioco decisiva dopo 1 ora e 45 minuti.

Dopo la rapida vittoria di Federer, adesso tutto il campo Banque National è gremito in ogni ordine di posto, il pubblico si diverte moltissimo e parteggia nettamente per Monfils, che sul 2 pari 40-0 si inventa dal nulla un tweener che però non gli consente di vincere il punto. Nell’ottavo game il transalpino perde la misura del dritto, con Nishikori che lo passa per lo 0-40; un rovescio in recupero che termina in corridoio spedisce Kei a servire per chiudere l’incontro. Monfils non ci sta e si porta sul 30-40 con un lob di rovescio millimetrico che fa impazzire lo stadio, perfezionando l’opera con una risposta fulminante che vale il controbreak. Il tiebreak è la giusta conclusione di questo match splendido. Un dritto inside-in di Gael che finisce in corridoio porta Nishikori avanti 4-2, allungando poi grazie a una buona stop volley; il giapponese vince un altro punto in avanzamento per il 6-2, commette un doppio fallo, subendo poi un rovescio lungolinea vincente dopo uno scambio infinito che manda in visibilio la platea. Una prima vincente vale il 6-5, un dritto inside-in vincente un incredibile 6 pari. Kei ora ha nuovamente perso sicurezza e sbaglia in lunghezza un dritto in manovra, con Monfils che archivia la contesa con un altro siluro di dritto. Standing ovation del pubblico per il match più bello del torneo, durato 2 ore e 41 minuti. Uno spot meraviglioso per il tennis. Queste le dichiarazioni del numero 22 ATP nella conferenza stampa post-match: “Non so che posizioni occupi questa partita tra quelle che ho vinto in carriera, ma sicuramente è una delle migliori, una bella vendetta dopo quanto successo l’anno scorso a Miami e Rio“. Monfils, tra l’altro, ha giocato tutta la partita con una vistosa e stretta fasciatura ad entrambe le ginocchia: “La gente parla solo quando le fa comodo. Avevo delle fasciature molto strette, stamattina ho dovuto fare una riabilitazione pesante”.

Gli altri incontri (Michele Trabace)

Roberto Bautista Agut, tds 12, supera in due set Ryan Harrison. Nel primo parziale si ritrova sotto 3-1, poi è bravo a risalire fino a conquistare il set 7-5, mentre il secondo parziale lo porta a casa agevolmente 6-2. Grigor Dimitrov, numero 7 del seeding, vince in tre set il suo impegno contro Mischa Zverev come nel loro unico precedente disputato in questa stagione a Rotterdam. Primo set a favore del bulgaro 6-3, seconda partita col medesimo punteggio per Zverev, ma poi Dimitrov ha la meglio sempre col punteggio di 6-3 nel parziale decisivo. David Ferrer continua nella sua estate di riscossa superando in tre set Jack Sock (tds 15). Dopo un primo set vinto al tie-break, perde 3-6 il secondo, ma nel terzo viene fuori alla grande regalandosi la qualificazione al turno successivo con il punteggio di 6-1. Kevin Anderson, finalista la settimana scorsa a Washington, prosegue nel suo buon momento regolando in due set Pablo Carreno Busta, tds 11, con il punteggio di 6-3 7-6. Finisce l’avventura del lucky loser Ernesto Escobedo sconfitto da Robin Haase con il punteggio di 6-4 6-1. Hyeon Chung, a sorpresa, va ad eliminare in due set David Goffin, tds 9, con il punteggio di 7-5 6-3. Probabilmente David ha ancora bisogno di tempo per smaltire l’infortunio del Roland Garros che l’ha tenuto lontano dal campo per diverse settimane. Tsonga, numero 8 del seeding, riprende la sua stagione dopo aver perso quel “maledetto” game nella prosecuzione del match interrotto il giorno prima al quinto set contro Sam Querrey a Wimbledon e lo fa, guarda caso, contro lo stesso avversario che lo costringe a una nuova sconfitta: 6-1 il primo parziale per Sam, Tsonga si aggiudica il secondo 6-3, ma in quello decisivo prevale l’americano 6-4.

Risultati:

G. Monfils b. [5] K. Nishikori 6-7(4) 7-5 7-6(6)
[2] R. Federer b. [WC] P. Polansky 6-2 6-1
R. Haase b. [LL] E. Escobedo 6-4 6-1
[12] R. Bautista Agut b. R. Harrison 7-5 6-2
[7] G. Dimitrov b. M. Zverev 6-3 3-6 6-3
[WC] D. Shapovalov b. J.M. del Potro 6-3 7-6(4)
D. Ferrer b. [15] J. Sock 7-6(7) 3-6 6-1
[4] A. Zverev b. R. Gasquet 6-3 4-6 7-6(3)
K. Anderson b. [11] P. Carreno Busta 6-3 7-6(6)
[16] N. Kyrgios b. P. Lorenzi 6-2 6-3
[1] R. Nadal b. B. Coric 6-1 6-2
S. Querrey b. [8] J.W. Tsonga 6-1 3-6 6-4
A. Mannarino b. [6] M. Raonic 6-4 6-4
H. Chung b. [9] D. Goffin 7-5 6-3

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