A Montreal Federer fatica ma va ai quarti (La Gazzetta dello Sport). Il Nadal è già qui (De Pauli)

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A Montreal Federer fatica ma va ai quarti (La Gazzetta dello Sport). Il Nadal è già qui (De Pauli)

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A Montreal Federer fatica ma va ai quarti (La Gazzetta dello Sport)

Niente da fare per David Ferrer che infila la 17′ sconfitta della sua carriera contro un Roger Federer decisamente in giornata no. Lo svizzero cede il primo set dopo 32 vinti di fila e va ai quarti dove trova lo spagnolo Bautista che ieri ha superato Monfils. Nella notte tutti gli occhi sono stati puntati sulla sfida fra un Rafa Nadal deciso a tornare al n.1 della classifica Atp contro il 18enne rampante di casa Shapovalov che aveva eliminato Del Potro. Oltre al match fra il baby talento Alexander Zverev a caccia del quinto titolo del 2017 e l’australiano Kirgyos che aveva eliminato il nostro Lorenzi. Il tedesco nel turno precedente, aveva faticato non poco col francese Gasquet in un match spettacolare in cui si è visto annullare tre match point e poi ne ha a sua volta annullati altrettanti all’avversario prima di portare a casa la gara. Un torneo che vede l’uscita di scena, dopo Del Potro, del n. 10 Atp Milos Raonic, padrone di casa, che si arrende senza molta lotta al francese Mannarino e del belga Goffin che cede a un più modesto Chung.

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Il Nadal è già qui (Andrea De Pauli, Corriere dello Sport)

La chioma forse non è più fluente come una volta, ma lo sguardo, con il minaccioso sopracciglio destro arcuato, è tornato feroce. Rafa Nadal, 31 anni, è un tennista completamente ritrovato e lo possono confermare con cognizione di causa il rampante Borna Coric, spazzato via in appena 1 h 11′ al debutto ai Masters 1000 di Montreal (6-1 6-2), e la classifica Atp che, salvo sorprese, registrerà, nei prossimi giorni, la quarta risalita del mancino di Manacor al n.1 del ranking. Dovesse raggiungere le semifinali del torneo canadese, infatti, lo spagnolo spodesterebbe l’acciaccato Andy Murray, che per colpa di un problema all’anca, dopo aver dovuto dare forfait all’appuntamento del Quebec, si vedrà costretto a saltare pure Cincinnati, abdicando a un primato che vantava dal 7 novembre 2016. Posto insidiato pure dall’immortale Roger Federer, che però parte da una posizione di svantaggio rispetto al vecchio amico delle Baleari. Per Rafa sarebbe il quarto approdo alla vetta della classifica del tennis mondiale, occupata per 141 settimane complessive. L’ultima volta era il 6 luglio 2014. Gli avessero annunciato una simile prospettiva solo lo scorso ottobre, probabilmente non ci avrebbe creduto neppure lui. Con un polso dolorante, al termine di un deprimente triennio inaugurato con un appendicectomia e proseguito con dolori alla schiena, alla gamba e con un paio di episodi di crisi di ansia, già l’idea di ritrovare una sensazione prossima alla gioia giocando a tennis appariva un miraggio. “Finito”, era l’aggettivo che risuonava nelle orecchie. Poi la svolta, con la decisione più saggia. 19 ottobre 2016. Rafa è nella natia Manacor per inaugurare la sua accademia. Al suo fianco c’è proprio Roger Federer ospite d’eccezione dell’evento. Grandi sorrisi, un paio di scambi per la gioia dei presenti, poi il congedo dal collega. Una cena con poche persone fidate e all’indomani l’annuncio: «Mi fermo. Sono Rafa Nadal, e andare in giro per i campi da tennis senza nessuna possibilità di competere non fa per me. Ci rivediamo quando sto meglio». Scelta azzeccatissima, a giudicare da quel che si è visto in questo 2017, fin dall’inizio della stagione. Dopo aver fatto suo il torneo-esibizione di Abu Dhabi, a due anni e sette mesi dall’ultima volta, Nadal torna nella finale di un Grande Slam, e ci può stare se in Australia finisce per cedere, dopo cinque set memorabili, all’eterno Federer. Rafa, finalmente a posto fisicamente, ritrova le vecchie sensazioni e recupera definitivamente la mentalità giusta sulla terra battuta, che lo vede trionfare ai Masters 1000 di Montecarlo e Madrid, inframezzati dal Masters 500 di Barcellona. Filotto che gli permette di presentarsi in condizioni psicofisiche impeccabili al Roland Garros, che fa suo per la 10^, volta sbarazzandosi di Wawrinka in finale in appena tre set. Oltre alla salute ritrovata e alla perdita di qualche chilo, tra i segreti della resurrezione sportiva di Nadal c’è l’incorporazione, nel suo staff, di Carlos Moya. «E’ sempre positivo che ci sia qualcuno che ti faccia vedere le cose da un nuovo punto di vista», la riflessione di Rafa. Ancora due vittorie, a Montreal, e con l’approdo alle semifinali arriverà anche la nuova vetta del ranking.

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