ATP Montreal: Federer non vuole fermarsi, finale anche in Canada

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ATP Montreal: Federer non vuole fermarsi, finale anche in Canada

Roger raggiunge la sesta finale dell’anno superando in due set Haase. Partita punto a punto nel secondo set ma Federer chiude al tie-break

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ATP Montreal: Zverev non fa sconti, è finale

dal nostro inviato a Montreal

[2] R. Federer b. R. Haase 6-3 7-6(5)

Siano arrivati al giorno delle semifinali, al Masters 1000 di Montreal, dopo una mattinata di tempo variabile con qualche rischio di pioggia, il cielo si è aperto e c’è un bel sole. Alle 15 ora locale fanno il loro ingresso in campo lo svizzero Roger Federer (36 anni, 3 ATP) e l’olandese Robin Haase (30 anni, 52 ATP), al loro secondo confronto diretto, vittoria nel 2012 di Federer in Coppa Davis. Spalti gremiti, è una grandissima settimana di tennis per gli appassionati canadesi, che hanno potuto godersi sia Roger e Rafa Nadal, che Sascha Zverev, e soprattutto l’esplosione del talento di casa Denis Shapovalov, impegnato stasera contro il tedesco. L’entusiasmo e la partecipazione si respirano ovunque, molto bello.

Inizia Federer al servizio, e vola 2-0 con break dopo un secondo game lottato, ma si fa subito controbrekkare da Robin commettendo un paio di erroracci (per lui), e cedendo la battuta a 15. Comunque è solo un inciampo di distrazione, nel quarto game Roger strappa ancora il servizio a Haase manovrando bene con lo slice e trovando il gratuito dell’avversario, 3-1 per lui, e 4-1 un minuto dopo, lo svizzero pare aver cambiato marcia dopo un inizio “diesel”. Robin si difende con il suo tennis di ritmo e buona mano, ma Federer ha ovviamente un’altra cilindrata, e nel nono game non ha difficoltà a chiudere il set 6-3 con l’ace numero 4.

Il clima è da “just another day at the office”, un giorno qualsiasi in ufficio, il che va benissimo a Roger, chiaramente. Robin non ha mai avuto nell’aggressività e nella grinta, anche espresse con il linguaggio del corpo, le sue armi migliori, e purtroppo per lui oggi pomeriggio la cosa è molto evidente. Ma è simpaticissimo quando risponda all’ennesimo “C’mon Roger!” dagli spalti gridando “My name is Robin!!!“, e insomma, ha ragione pure lui. In ogni caso, nel frattempo si arriva con regolarità al 5-5 seguendo i servizi, l’olandese è salito con le percentuali e con l’efficacia della battuta, ma di là ha uno che sta al 100% di punti fatti con la prima, e al 91% con la seconda in questo set finora, in breve 20 punti fatti su 21 giocati da Federer quando serve. Nell’undicesimo game un po’ di lotta, con Roger alla ricerca della palla break che però non va oltre i vantaggi,  e si approda al tie-break, direi una conclusione equa per questo parziale in cui i giocatori alla risposta non hanno avuto la minima occasione.

Al “jeu decisif”, come lo chiamano qui (lo sciovinismo linguistico dei francesi vale anche dall’altra parte dell’oceano), Federer va avanti 4-1, si fa riprendere e superare (bruttino un  suo gratuito di dritto), poi sale a match point sul 6-5, e chiude la partita incassando l’errore di Haase. Domani, contro uno dei due giovani biondi che se la vedranno nell’altra semifinale, Zverev e Shapovalov, lo svizzero cercherà di aggiungere alla sua sterminata bacheca dei trofei una delle poche coppe che gli mancano, curiosamente proprio quella che porta – per via dello sponsor – il suo nome, la Rogers Cup in versione francofona.

 

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