Le modifiche alla Davis non passano, ITF sotto attacco

Rubriche

Le modifiche alla Davis non passano, ITF sotto attacco

Dirk Hordorff, vice-presidente della Federazione Tedesca, critica pesantemente l’operato di David Haggerty, presidente della ITF, le cui riforme alla Coppa Davis sono state bocciate nel meeting di inizio mese

Pubblicato

il

 

Nel mese di giugno, in pieno Roland Garros, era stato rilasciato un comunicato dalla International Tennis Federation nel quale veniva sottolineato con insistenza la volontà di applicare delle riforme alla competizione (tra le quali passare al meglio dei 3 set, e giocare la finale in sede neutra). I giocatori, che già si erano lamentati a inizio anno, erano tornati a farsi sentire e ad esprimere maggior disappunto c’erano Murray, Djokovic e Berdych, e anche il Direttore aveva detto la sua. Tuttavia, prima di diventare ufficiale, c’era ancora un un ultimo passo che questo nuovo regolamento doveva superare. Le modifiche sono state nuovamente discusse nel meeting tenutosi a Ho Chi Mihn City, in Vietnam, conclusosi il 4 agosto, e la notizia principale che ne è venuta fuori è che il sostegno del 63.53% delle nazioni non è bastato a far cambiare il numero di set (perché erano necessari i due terzi), dunque si continuerà a giocare 3 set su 5. Invece per quel che riguarda la volontà di avere una sede neutra per la finale, sembra che l’idea si sia dissolta nel nulla come se non fosse mai stata formulata. Ad essere approvata invece è stata la possibilità ai finalisti della Davis Cup e della Fed Cup di giocare il primo turno dell’edizione successiva in casa.

Tuttavia questa storia, lungi dall’essere vicina ad una conclusione, si arricchisce di un nuovo personaggio, e per chiunque ami il tennis Dirk Hordorff non può che essere considerato un uomo dai nobili principi che si batte per la giustizia. Il Vice-presidente della DTB (Federazione Tennis Tedesca), pochi giorni dopo la conclusione del meeting vietnamita ha pubblicato su un sito tedesco una lettera aperta – ma forse indirizzata proprio alla ITF – nella quale attacca senza mezzi termini David Haggerty, attuale presidente della ITF in carica da settembre 2015. L’emblematico titoli di questa sua missiva è Un’opportunità sprecata.

“Chiunque sperava che l’era glaciale tra la ITF e i giocatori si sarebbe conclusa con l’elezione di David Haggerty, e che il nuovo consiglio avrebbe donato nuova linfa alla Davis Cup e alla Fed Cup con riforme coraggiose, si è sicuramente illuso. Invece sembra proprio che ora avremo bisogno di qualcuno per liberarci di tutti i cocci appuntiti che David Haggerty ha piantato in questi due anni.
La quantità di errori, azioni imbarazzanti e suggerimenti grotteschi hanno condotto Haggerty a una terribile sconfitta persino tra i suoi sostenitori. Si sarebbe potuto risolvere tutto molto più semplicemente. I giocatori si erano uniti e avevano fatto delle proposte ragionevoli per la Davis Cup, ma l’ignoranza e la mancanza di conoscenze economiche hanno condotto la ITF in un vicolo cieco. Avere degli amici e dei consiglieri che guardano solo al loro interesse non è mai stato vantaggioso per nessuno. In questo caso basta guardare alla pazza idea di giocare una finale di Davis in campo neutro e semifinali e finale di Fed Cup a Ginevra. Lo scopo principale era di accaparrarsi i voti del presidente della Federazione Svizzera Rene Stammbach e non seguire l’interesse dei giocatori e dei fan. Ma i calcoli non hanno funzionato. Nessun evento può essere un successo senza il sostegno dei giocatori. Finalmente anche i membri del consiglio della ITF se ne sono resi conto e hanno tirato il freno a mano; all’improvviso l’idea della finale a Ginevra è stata accantonata con commenti frivoli prima del meeting.
E poi arriviamo alla barzelletta più bella: giocare al meglio dei 3 set invece che 5, è così che David Haggerty voleva aumentare la sua popolarità tra i giocatori. In pratica una buona idea, ma è solo un altro errore commesso dallo statunitense. Perché non ha ottenuto la maggioranza? Solamente perché la proposta non è stata fatta circolare se non alla fine e questo si è rivelato un errore da principiante.
Se uno se ne intende di tennis, dovrebbe essere capace di immaginarsi cosa vogliano i fan. E non si può fare un biglietto costoso per un match dalla durata di circa 90 minuti e poi mandarli a casa. Se tu vuoi portare il tennis lontano bisogna riuscire a pensare a lungo termine perché, ancora più importante di cosa pensano i giocatori, è cosa pensa il pubblico e quelle persone che potrebbero diventare degli appassionati di tennis. Il tennis da osteria è certamente contro produttivo. Sarebbe molto meglio seguire la proposta del Consiglio Giocatori della ATP, il quale aveva già mandato una lettera a David Haggerty dopo gli US Open 2016 facendo proposte chiare e ragionevoli. La ITF avrebbe potuto cogliere questa opportunità ma la lettera non è stata nemmeno resa reperibile a tutti i membri del consiglio. Se tu distruggi le opportunità, non sarai in grado di far collaborare con successo tutte le parti in causa. Come sarebbe stato facile giocare la Davis Cup con lo stesso formato della Fed Cup. Su due giorni, al meglio dei 3 set, con il doppio alla fine. La Federazione Tedesca questo lo avrebbe sostenuto. 

Ora è tempo di ripulire tutti i danni commessi da David Haggerty. Con menti assennate nell’organizzazione della ITF è possibile far rivivere queste competizioni a squadre. Sarebbe triste se la ITF distruggesse i suoi eventi di punta. […] Ci sono soluzioni che sono supportate dai giocatori e se loro sono entusiasti dell’evento, di conseguenza anche i fan saranno contenti di venire a guardare i match, e tutto questo si trasformerebbe in un successo, anche economico, per la ITF. Perché la ragione principale dietro tutto questo è come ottenere maggior profitto.”

A questo punto Dirk Hordorff, il quale è anche un coach di tennis e in passato ha lavorato  con Rainer Schüttler (portandolo in finale a Melbourne e in semi a Wimbledon) mentre al momento collabora con Tipsarevic, si è lasciato andare ed è stato lui ha fare delle proposte radicali per ridare nuova vita alla Davis Cup. Il suo progetto è ambizioso e vede la competizione giocata in un periodo di tre anni.

“Se vuoi rendere la Coppa Davis paragonabile ad un campionato mondiale, bisogna guardare agli altri sport che hanno successo in questo tipo di eventi. La Davis Cup non dovrebbe giocarsi ogni anno e sicuramente non negli anni delle Olimpiadi.

Al momento la finale si gioca a novembre e il detentore del titolo potrebbe venir eliminato già a febbraio. Perché non giocare la Davis ogni due anni oppure spalmata su tre anni, ma non con quattro bensì tre incontri all’anno? Questo risolverebbe uno dei principali problemi della competizione: si avrebbe abbastanza tempo per mettersi in contatto con gli stadi, le città, gli sponsor. Cosa succede oggi? A metà settembre si fa il tabellone dei match per la prima settimana di febbraio. Il paese ospitante deve cercarsi una sede, degli sponsor, una strategia di marketing, e siccome di mezzo ci sono le feste natalizie, diventa estremamente difficile e alla fine si ripiega su soluzioni di emergenza.

Per esempio, il primo anno si potrebbero giocare i gironi da quattro, il secondo anno si fanno i match di ritorno, e al terzo anno i turni finali con otto squadre. E negli anni delle Olimpiadi la Davis non viene disputata. Questa cosa è necessaria per la calendarizzazione.

Il Signor Haggerty e al ITF deve riconoscere il fatto che loro non possiedono i giocatori. Loro guadagnano i loro soldi grazie al circuito ATP e a quello WTA, ma i tennisti amano la Davis e la Fed Cup se sono organizzate intelligentemente. I soldi raramente giocano un ruolo chiave nella loro decisione se giocare o meno per il loro paese, ma da atleta professionista tu hai la responsabilità di fare attenzione alla tua salute e alla tua carriera. Se la ITF pensa di fare soldi con una finale neutra si sbaglia di grosso. I giocatori non la giocheranno perché avranno la sensazione che tutto è stato fatto alle loro spalle, e neanche ai fan piacerà. Per il pubblico le partite in casa hanno maggior charm.

La Deutscher Tennis Bund è in stretto contatto con i giocatori, e io non ho avuto nessuna conversazione a proposito dei soldi per la Davis o per la Fed Cup. I nostri atleti si sono sempre resi disponibili per il loro paese, e non per i soldi. Spero che ancora per tanti anni sarò in grado di seguire questi fantastici eventi a squadre in Germania. Spero che la ITF non si farà scappare queste opportunità e prenda le giuste decisioni per il bene di tutte le nazioni, per il bene degli atleti e per il bene di questo nostro bellissimo sport.”

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement