Nadal-Kyrgios-Zverev, la linea rossa verso il futuro

Rubriche

Nadal-Kyrgios-Zverev, la linea rossa verso il futuro

Nick Kyrgios domina Rafael Nadal. Ma come al solito dovrà confermarsi, facendo attenzione al suo rivale del domani

Pubblicato

il

 

Se si chiede in giro qual è la qualità principale che ha portato Rafael Nadal a diventare (e tornare per altre 3 volte) numero 1 del mondo, le risposte più frequenti saranno sempre le stesse: il suo dritto a uncino mancino, unico nel suo genere, oppure la sua grande resistenza fisica che gli ha permesso di dominare incontrastato sulla terra rossa per lungo tempo. Ma sopratutto, la sua forza più grande è quella mentale, la disciplina inculcatagli fin da bambino, con la quale gioca ogni punto di ogni match. Ed è proprio grazie a questa abnegazione, e ad una ritrovata forma fisica, che Rafa è tornato a disputare una stagione ad altissimi livelli, coronata dalla prima posizione del ranking, dopo il forfait di Federer a Cincinnati. Questa notte però ha perso in quarti di finale e lo ha fatto contro il giocatore forse più incostante del circuito dal punto di vista comportamentale: Nick Kyrgios.

Il tennista australiano ha centrato la seconda vittoria contro lo spagnolo in quattro incontri. La prima, arrivata nel 2014 sull’erba di Wimbledon, servì per presentarlo al grande pubblico e da allora se ne sono dette di tutti i colori sul suo conto. Il successo di ieri invece è servito a spazzar via un po’ di critiche che si erano abbattute su di lui (quando mai!) a causa dei suoi sistematici ritiri e del poco impegno sui campi da tennis, a suo dire dovuto a un periodo non proprio… roseo: “Ho passato un momento di m***a, scusate la volgarità. Ho perso mio nonno, e avevo la testa altrove”. Nick ormai è abituato a sentirsi giudicare e con l’esperienza sta anche imparando a gestire la cosa, o forse a ignorare il tutto. Fatto sta che, nonostante non abbia ancora vinto un titolo in questo 2017 e negli Slam non abbia brillato (1-3 il bilancio tra vittorie e sconfitte), nei tornei Masters 1000 sono arrivati ottimi risultati (spicca su tutte la semifinale a Miami persa con tre tie-break da Federer) e domani contro David Ferrer avrà buone chance di proseguire il suo cammino a Cincinnati, per raggiungere la prima finale di categoria. A proposito di forza mentale; Kyrgios, per quanto osservato nei suoi primi anni nel tour, si trova in una condizione diametralmente opposta rispetto a Nadal sul piano della concentrazione e dell’attitudine al lavoro e al sacrificio. Ma dal punto di vista fisico non è inferiore rispetto al Nadal ventiduenne, e il gioco dell’australiano è meno usurante. Riesce a generare molta più potenza con i suoi colpi, senza dover faticare tanto quanto è costretto a fare il 10 volte campione del Roland Garros: il suo vero limite, come si è detto più volte, al momento è la mente.

Certo, i risultati nei Master 1000 ottenuti da Kyrgios, al momento numero 23 del mondo, si possono considerare buoni, e la vittoria con Nadal è un buon gradino da cui partire, o ripartire. Ma tutto è relativo. Quello che ha fatto vedere Sascha Zverev (il vero rivale di Kyrgios considerando l’età dei due) è strabiliante: due titoli consecutivi a soli 20 anni (Roma e Toronto), superando in finale Djokovic e Federer, seppur acciaccato. Tuttavia in Ohio ha dovuto pagare lo scotto di due settimane al massimo (aveva già vinto Washington prima della Rogers Cup) ed è arrivata la sconfitta contro un avversario ancora più giovane di lui. Il tedesco, grazie al caloroso ambiente familiare che lo segue al quale ora si è aggiunto anche l’ex numero uno del mondo Juan Carlos Ferrero, riesce sicuramente a trovare con maggior facilità la tranquillità necessaria per affrontare le sfide che questo sport richiede, ma per il momento sembra ancora un passo indietro rispetto al nativo di Canberra dal punto di vista dell’esplosività. Quanto a solidità però non si discute: è Sascha che dimostra un carattere e una personalità ben più saldi, disposto a sacrificarsi “perché nessuno mi regala niente, non mi sorprendono i miei risultati se penso a quanto lavoro”. Dunque c’è da chiedersi: è più difficile sopperire ad una mancanza di tipo atletico o ad una di tipo mentale? O ancora meglio: riuscirà Kyrgios a trovare la giusta serenità quando scende in campoprima che Zverev diventi irraggiungibile anche sul piano della potenza?

Gli scontri diretti tra i due campioni del futuro (e nemmeno troppo remoto) si sono disputati tutti quest’anno: Kyrgios ha dimostrato di poter gestire con agio l’avversario quando al meglio, come si è visto specialmente a marzo a Indian Wells (6-3 6-4 d’autorità). Zverev ha però messo a punto qualche giro di vite nella fase centrale della stagione, fino al successo in Canada della scorsa settimana, quando in ottavi ha battuto l’australiano in due set. Si sta insomma plasmando la rivalità dei prossimi anni, e i recenti sviluppi dicono che nessuno dei due è il vero favorito verso il trono. Di certo Kyrgios dovrà cercare più continuità, per allontanare le turbe che gli impediscono di esprimersi in scioltezza. Quando tutto è andato per il verso giusto, nemmeno la tenacia e la foga di Zverev hanno resistito. Ma non può accontentarsi di qualche fiammata estemporanea. Non più.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement