Azarenka conferma no a US Open: "Non lascio mio figlio in California"

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Azarenka conferma no a US Open: “Non lascio mio figlio in California”

Ufficiale l’assenza a Flushing Meadows. Già separata dal padre del bambino, è in corso la battaglia legale per l’affidamento del neonato che il giudice ha stabilito resti in California fino al termine del processo

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AGGIORNAMENTO 21/8: Victoria Azarenka ha confermato ufficialmente il forfait per gli US Open 2017 rilasciando questa dichiarazione:

“Sono dispiaciuta di non poter disputare lo US Open di quest’anno a causa della mia questione familiare in corso. Sebbene mi mancherà tantissimo essere a New York e giocare uno dei miei tornei preferiti dove ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia carriera, sto già pensando di tornarci l’anno prossimo.”

La giapponese Misa Eguchi prenderà il suo posto in tabellone.

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Victoria Azarenka non giocherà lo US Open ma stavolta gli infortuni di gioco, protagonisti di queste ultime settimane di tennis, non c’entrano nulla.

L’ex N.1 del mondo è impegnata in una battaglia legale per la custodia del piccolo Leo, suo figlio di 8 mesi. Dopo Wimbledon infatti la bielorussa si è separata dal padre del bambino Billy McKeague e in seguito è nata appunta una causa legale in California motivo per cui Azarenka non può portare il bambino fuori dallo Stato prima della conclusione del processo. Vika non è disposta a volare a New York senza suo figlio e dunque ha annunciato attraverso un lungo post sui social la decisione di saltare l’ultimo Slam della stagione. Era tornata in campo due mesi fa al torneo di Maiorca per poi giocare a Wimbledon.

Queste le sue parole:

Miei incredibili tifosi e amici che mi avete supportato durante tutta la mia carriera, meritate di sapere perché non potrò giocare lo US Open quest’anno.

Il giorno in cui è nato mio figlio Leo, a dicembre dello scorso anno è stato di gran lunga il più felice della mia vita. Ora sono in grado di apprezzare appieno come le neo-mamme -e neo-papà- devono giostrarsi tra le grandi responsabilità legate alle loro famiglie. Nonostante ciò, come molte madri che lavorano, malgrado il mio amore incondizionato per mio figlio, mi trovo di fronte a una situazione difficile che mi impedisce di tornare al lavoro subito.

A marzo in Bielorussia insieme alla mia famiglia, ho cominciato a lavorare con l’obiettivo di tornare sul tour e competere ad alto livello entro il 31 luglio. Sono tornata in anticipo a Maiorca a metà giugno per poi giocare Wimbledon.

Poco dopo Wimbledon, io e il padre di Leo ci siamo separati e mentre cerchiamo di risolvere alcune delle questioni legali, ora come ora l’unico modo in cui io possa giocare lo US Open quest’anno, sarebbe lasciare Leo in California, qualcosa che non sono disposta a fare.

Trovare un equilibrio tra la cura dei figli e la carriera non è facile per nessun genitore, ma è una sfida che sono disposta ad affrontare ed abbracciare. Voglio mostrare il mio supporto a tutti gli uomini e le donne che sanno che va bene essere madri o padri che lavorano. Nessuno dovrebbe mai dover decidere tra un figlio e la sua carriera, siamo forti abbastanza da fare entrambe le cose.

Sono incredibilmente grata per tutto il supporto che ho ricevuto da uomini e donne in giro per il mondo che riconoscono l’importanza di supportare le mamme che lavorano e il nostro diritto di stare con i nostri figli. Spero di potervi raccontare presto sviluppi positivi di modo che questa difficile situazione possa risolversi e io possa tornare a competere. Nessun genitore dovrebbe scegliere tra il suo bambino e la sua carriera.

Resto ottimista sul fatto che nei prossimi giorni io e il padre di Leo possiamo mettere da parte le nostre divergenze e muoverci nella giusta direzione per lavorare in modo più efficace come squadra e metterci d’accordo sui viaggi per tutti e tre mentre allo stesso tempo io possa tornare a giocare, ma ancora più importante, per assicurarci che Leo possa contare sulla presenza costante di entrambi i genitori.

Tra tutte le partite che Vika ha giocato questa sembra davvero la più difficile e certamente la più delicata.

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