Muguruza: "Se continuo così, prima o poi sarò n.1"

Interviste

Muguruza: “Se continuo così, prima o poi sarò n.1”

Primo titolo negli USA per Garbine Muguruza, la più in forma del circuito WTA. Che in conferenza stampa spiega cosa ha cambiato e ciò su cui lavora

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Spesso i match vengono decisi da quanto si sentono a proprio agio i giocatori. Quanto rapidamente hai raggiunto il tuo livello di comfort oggi?
Fin dalla prima palla, ad essere sincera. Sapevo che ci sarebbero stati molti scambi lunghi, lei è una tennista molto solida e molto tosta. Ero pronta. Volevo giocare il mio tennis, essere aggressiva dall’inizio e ho continuato a migliorare a poco a poco per tutto l’incontro, fino al secondo set.

Hai avuto avversarie toste per tutta la settimana, e sei riuscita a vincere alcuni match duri in tre set. Pensi che oggi tutto il bel gioco espresso si sia combinato nella miglior prestazione?
Penso di sì, penso che oggi sia stato il mio miglior incontro del torneo perché sentivo di aver giocato venti ore su quel campo. Avevo giocato incontri molto lunghi. (Sorride) Ho commesso pochissimi errori e i miei colpi erano indirizzati benissimo e ho fatto praticamente ogni cosa giusta.

Primo titolo negli Stati Uniti. Pensi che sia una svolta per te?
Beh, in passato questa parte di stagione non è mai stata la migliore per me, e sono contenta che quest’anno ci sia costanza nei miei risultati. Ero sempre abbattuta dal fatto che lo swing americano non andasse mai nel verso giusto e finalmente quest’anno sono riuscite a migliorarlo.

Come mai? Cosa è cambiato questa estate?
Non lo so dire. In passato semplicemente non giocavo bene. Quest’anno appena è terminata la stagione sull’erba sono venuta qui e volevo giocare subito, allenarmi duramente, senza dare nulla per scontato. Ero molto concentrata sul migliorare per questa parte di stagione perché so che è importante. Cincinnati, Toronto, questi sono grandi tornei. E gli US Open, ovviamente. Volevo cambiare il modo in cui erano andate le cose negli scorsi anni.

È scattato qualcosa al Roland Garros allora? C’è qualcosa di diverso in te?
Dal Roland Garros? No, non sento alcuna differenza. Quest’anno il mio obiettivo era migliorare molto negli incontri di inizio torneo, lavorare sulla mia solidità. Perciò penso a questo ogni giorno in cui devo giocare. E sto davvero migliorando. Il Roland Garros è stato soltanto un altro torneo, un torneo complicato, ma penso di essere migliorata molto io come tennista.

Sembra che tu ti sia abituata ad essere una campionessa Slam. Magari l’anno scorso ti sentivi meno a tuo agio.
Sì, penso di essere più rilassata. Non so se “rilassata” sia la parola giusta, ma magari mi ci sto abituando perché è una situazione diversa che adesso mi aiuta, invece di trattenermi come aveva fatto lo scorso anno. Era qualcosa che volevo davvero cambiare rispetto allo scorso anno e sono sulla buona strada.

Hai impedito a Simona Halep di diventare n.1 nel ranking, sei salita al numero 3. Stai pensando alla possibilità di diventare n.1 tu?
Pensavo alla sua situazione. Pensavo che avrei voluto trovarmi nella sua situazione, ma anche che era difficile. E che volevo il titolo. Ma non mi è mai passato per la mente di diventare n.1 finché non hanno iniziato a domandarmelo tutti questa settimana. Gioco per vincere il torneo, tutto ciò che voglio è vincere i tornei. Se continuo a giocare così, immagino che prima o poi sarò numero 1. Lo spero, ma non siamo ancora a quel punto.

A Wimbledon alloggiavi in una casa, questa settimana alloggiavi in una casa. Pensi che la sistemazione faccia parte di un meccanismo segreto che ti tranquillizza rispetto a quando stai in hotel?
Forse. Di sicuro aiuta, perché non ti senti sola. In una stanza d’albergo non c’è molto da fare. Vai lì e fine. In una casa hai una zona comune, hai il tuo team, fai battute, cucini. Per me è più rilassante. Fa la differenza.

Alloggerai in una casa anche a New York?
No. Dove? Dove potrei stare? Non ci sono case lì, soltanto palazzi. Siamo in hotel.

La settimana prima degli US Open solitamente è piena di impegni con gli sponsor. In quanto campionessa di Wimbledon, immagino che per te saranno più del solito. Quanto tempo pensi che verrà sottratto alla tua preparazione?
Richiederanno del tempo. Abbiamo tutto organizzato, perché voglio essere davanti a tutti, avere tutto pronto per quella settimana, che è molto importante. Ci sono un sacco di cose da fare, è normale, è l’ultimo Slam dell’anno e sono tutti lì.

Sei brava a dire di no alle cose che ti chiedono di fare?
Non faccio così tanto, ad essere sincera. Mi piace stare calma e fare ciò che sento che potrebbe aiutarmi. C’è della roba che devi fare per forza, certo, ma voglio avere l’opzione di fare cose che voglio davvero fare. Non tutto ciò che mi propongono. Perché altrimenti se fai troppo poi è un disastro.

Quale criterio utilizzi per scegliere?
Solitamente scelgo le cose in cui mi sento, tipo, Riesco a immaginarmi fare una cosa simile? “Identificarmi”, questa è la parola. Se mi identifico o se non vedo l’ora di farlo o se ho interesse per la cosa la faccio. Non fare tanto per fare.

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