Federer replica a Nadal: "Stadio meno rumoroso di quanto mi aspettassi"

Interviste

Federer replica a Nadal: “Stadio meno rumoroso di quanto mi aspettassi”

Dopo la vittoria contro Tiafoe: “Non mi sono preparato come avrei voluto ma migliorerò. Se gioco un torneo è perché penso di poter andare lontano”

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Un’altra partita contro un rappresentante della NextGen. Quali sono le differenze tra la loro generazione e la tua?
La nostra campagna era chiamata “palle nuove per favore”. Me lo ricordo. C’erano tanti giocatori più anziani. Mi ricordo di Guga (Kuerten ndt), Haas. Tutti. Era straordinario. In un certo senso è come la nostra perché è formata da più giocatori, che è ciò di cui abbiamo bisogno. Non uno o due ragazzi emergenti, ma dieci. Ed è quello che pare stia succedendo ora. Caratterialmente sono molto diversi tra loro. Un po’ come lo eravamo noi ai nostri tempi. C’è sempre qualcuno che apre la strada e va avanti; ma poi gli altri cercano di raggiungerlo e di superarlo. Credo che la NextGen sia una grande iniziativa. Anche Tiafoe ha fatto bene quest’anno. È salito nel ranking. Ha assaggiato l’Arthur Ashe, come ci si sente a giocare contro i più forti. Da un incontro come questo imparerà molto e diventerà migliore. Certamente anche la nostra generazione era molto forte. Molti di noi sono progrediti sino ad entrare tra i primi cinque. Gli auguro la stessa cosa.

A cosa attribuisci la tua partenza lenta?
Non mi sono preparato come avrei voluto. Da Montreal mi sono più concentrato sulla schiena piuttosto che sulla preparazione tecnica. Sapevo che mi sarei sentito arrugginito e non al meglio però speravo di iniziare meglio. Ho fatto molta fatica all’inizio. Francis era ben centrato. Ho perso in alcune circostanze il gioco di piedi. Il mio colpo d’occhio non funzionava e calcolavo male le distanze. Ero anche attento ai miei movimenti. Nel secondo set tutto ha iniziato ad andare a posto. Però, a causa della preparazione non ottimale, era tutto un sali-scendi. E quando ero in un momento no Francis ne approfittava. Poi, nel quinto set, è stata una questione di recuperare le energie e giocare per vincere senza attendere i suoi errori. Penso di averlo fatto e quindi sono molto, molto contento di avere vinto questa sera.

Quando ripensi agli inizi della tua carriera di cosa credi ti sarebbe piaciuto avere già consapevolezza?
Di nulla. A essere sinceri credo che la cosa più eccitante sia ciò che non conosci. Non sai come ti sentirai al quinto set o come ci si sente a servire per il match sul 5-4 al quinto. Non sai come sia subire tre break consecutivi ma avere ancora una chance. In questi incontri al meglio dei cinque set si hanno molte vite. La cosa più importante è superare subito quelle montagne russe di emozioni, l’urgenza di avere il pubblico dalla tua e il desiderio di fare qualcosa al fine di coinvolgere gli spettatori. La pressione non è divertente, ma fa parte del gioco e ne devi avere coscienza. Credo che l’ignoto, in quei giorni, fosse estremamente eccitante.

La schiena ti ha creato problemi? Dopo cinque set come questi nel primo turno, avrai bisogno di cure ulteriori per recuperare?
No. Sono contento di come mi sento in questo momento. Se avessi pensato che la schiena sarebbe peggiorata match dopo il match, onestamente credo che non avrei giocato. La mia speranza e la mia convinzione è che potrà solo migliorare da qui in avanti mettendo più distanza tra me e ciò che è capitato a Montreal. Io la vedo così. Ci sono molti aspetti positivi nel fatto che sia riuscito a superare cinque set con la preparazione che ho alle spalle. Sono stato fortunato a poter giocare questa sera nonostante la pioggia. Altri sono stati rinviati a domani. Per me sarebbe stata più dura dover poi affrontare due turni ravvicinati. Guardate, se gioco un torneo è perché penso di poterlo fare e di poter andare lontano. Ci credo e credo che questa partita mi darà molta fiducia. Nel primo set volevo solo vedere e sentire come andava e quanto potevo spingere, ma non ho mai avuto dolore. Stavo bene. Ecco perché, quando mi sono ritrovato sotto di un set ho semplicemente pensato che la partita iniziasse da quel momento. Poi su un set pari ho pensato che si trattava di vincere un match alla media dei tre. Quando mi sono ritrovato al quinto ho pensato che fosse grandioso essere ancora in partita. Io cerco sempre di avere un atteggiamento positivo in campo.

Nadal ha detto che sul campo c’era molto rumore. Che era difficile per lui sentire il suono della pallina sulle corde. È qualche cosa alla quale hai dovuto adeguarti anche tu?
No, non troppo. Mi attendevo di peggio perché avevo sentito commenti di questo tipo. A essere sincero non mi è parso poi così male. Quando il pubblico si accalorava, mi sembrava eccitante. C’era una grande atmosfera. C’era più rumore di quanto ce n’è di solito. Non che prima non ce ne fosse. Ma veramente io ritengo che sia una bella cosa.

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