Fabio Fognini sbattuto fuori dallo US Open!

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Fabio Fognini sbattuto fuori dallo US Open!

Come era nell’aria da ieri, arriva la stangata per Fabio Fognini. Squalificato dal torneo, dove era ancora in gioco con Simone Bolelli in doppio

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Lo avevamo saputo già ieri, informati dai dirigenti del torneo ( “domani Fognini avrà una brutta giornata”, ci avevano detto in via confidenziale), stamattina è arrivata l’ufficialità. In seguito al vergognoso comportamento tenuto in campo, durante il suo match di primo turno, contro Stefano Travaglia, segnatamente le frasacce volgari e sessiste rivolte alla giudica di sedia Louise Engzell, potete ascoltarle qui, Fabio è stato squalificato dallo US Open 2017. Gli è stato comunicato all’arrivo a Flushing Meadows dal direttore del torneo Brian Earley, e la probabile sanzione accessoria sarà la perdita dell’intero montepremi acquisito finora, pari a 72.000 dollari in totale fra singolare e doppio (era al terzo turno in coppia con Simone Bolelli, incolpevole vittima della situazione).

Il comunicato ufficiale rilasciato dall’organizzazione dell’US Open

Precedenti

Fognini si aggiunge a una poco gloriosa lista di tennisti che sono stati squalificati da tornei professionistici. Eccone alcuni dei più significativi. Il caso più recente riguarda Denis Shapovalov, che nel match di Davis dello scorso febbraio contro Kyle Edmund colpisce inavvertitamente l’arbitro con una pallata e viene allontanato dalla competizione, con conseguente eliminazione del suo Canada. Nel 2012 tocca a David Nalbandian contro Marin Cilic, durante la finale del Queen’s: l’argentino tira un violento calcio a un cartellone pubblicitario e ferisce uno dei giudici di linea. Squalificato e condannato a restituire l’intero prize money.

Più indietro nel tempo non sono mancati altri esempi, più o meno illustri. Da Grigor Dimitrov nel Challenger di Helsinki del 2010 (squalificato per aver messo le mani addosso all’arbitro) a Stefan Koubek, che durante il Roland Garros 2000 colpisce – non intenzionalmente – un raccattapalle con la racchetta ed è costretto a lasciare il torneo. Difficile dimenticare gli episodi di Jimmy Connors e John McEnroe. “Jimbo” nel 1986, a Boca Raton contro Lendl, contesta una decisione dell’arbitro e ne chiede furiosamente la sostituzione. Non gli viene accordata e si rifiuta di continuare a giocare: ovviamente squalificato. John invece è riuscito – dopo numerosi tentativi – a farsi squalificare dall’Australian Open 1990. Durante il match contro lo svedese Mikael Pernfors ne combina di tutti i colori, dal lancio dalla racchetta agli insulti alla moglie del giudice di sedia. Interviene il supervisor che si vede costretto a squalificarlo. Ricordiamo infine il terzo turno di Wimbledon 1995, quando Jeff Tarango in effetti se ne andò lui dal campo, dopo aver accusato l’arbitro Bruno Rebeuh addirittura di essere un corrotto, con tanto di successivo tentativo di aggressione allo stesso Rebeuh a opera della moglie di Jeff.

L’ultima volta in cui un italiano è stato squalificato da un torneo avvenne nel 1992 a Sydney, quando Stefano Pescosolido sbattè la racchetta, la calciò e ferì inavvertitamente una spettatrice. Si scusò subito, ma il “default” fu inevitabile. Molto più recentemente, e a livello junior femminile, la nostra Maria Vittoria Viviani (classe 1999) è stata protagonista di uno sfortunato episodio durante l’Australian Open 2017. Nel perdere il primo set contro la cinese Wang ha tirato una palla alle sue spalle, senza guardare. La palla, tirata senza forza, ha colpito un raccattapalle al petto. Un gesto totalmente innocente e involontario, ma incauto. Un giudice di linea eccessivamente scrupoloso è andato a segnalare il fatto all’arbitro, che ha applicato alla lettera il regolamento squalificando la ragazza italiana.

In conclusione, davvero un brutto spot per il tennis italiano, ma sinceramente la sanzione è sacrosanta. Come detto, dispiace molto per Simone Bolelli, che si trova escluso senza la minima colpa da un tabellone di doppio in cui stava giocando molto bene, però davanti a certi episodi le conseguenze anche pesanti sono inevitabili, ed è giusto così. E ribadiamo la convinzione che sarebbe doveroso, anche da parte della FIT, prendere qualche tipo di provvedimento disciplinare nei confronti di un suo tesserato, che si permette di fare figure del genere in uno dei tornei più prestigiosi del mondo.

Il video dell’accaduto

La cronaca degli eventi di oggi

Verso le 11.45 Fabio Fognini è arrivato a Flushing Meadows, come al solito all’ingresso dei giocatori, senza borsa, vestito con una maglietta verde militare, e si è avviato verso gli spogliatoi. Nel corridoio che conduceva al campo, Fognini è stato avvicinato da un ufficiale della USTA che gli ha chiesto di andare nell’ufficio del Tournament Referee Brian Earley, situato proprio a pochi metri dall’uscita del tunnel per l’Arthur Ashe. Dopo circa 15-20 minuti, Earley e Fognini sono usciti dal tunnel per recarsi al piano superiore dell’edificio dove è situata la Players’ Lounge. Lì sono rimasti per circa mezz’ora, a quanto pare in compagnia di rappresentanti dell’ATP, fino a quando Earley non è ritornato nel suo ufficio e, pochi minuti dopo, Fognini è uscito dall’edificio fermandosi nell’antistante Player’s Garden. A quel punto era già stato informato della decisione del Grand Slam Board, e dopo aver parlato, in apparenza molto tranquillamente, a volte anche ridendo, con un paio di persone nel Garden, è stato richiamato nella Players’ Lounge.

Duole purtroppo constatare che, neanche di fronte a un provvedimento ufficiale di un torneo di rango internazionale, Fabio Fognini è riuscito a mantenere un profilo più consono alla situazione. Poco dopo aver ricevuto notizia della sanzione, incrociato il Direttore Ubaldo Scanagatta con il telefono in mano, gli si è avvicinato per esprimersi in questi termini: “Te lo spacco in testa il telefono! Scrivi, scrivi… deficiente, idiota!”.

Day 6, il video commento di Ubaldo: Federer e Nadal vincono, Fognini squalificato

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