Federer: "Nadal favorito per il n.1. A Shanghai per vincere"

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Federer: “Nadal favorito per il n.1. A Shanghai per vincere”

Roger Federer parla del progetto Laver Cup e del doppio con Rafa Nadal: “Non è secondario pensare al n.1, le prossime due settimane saranno decisive”

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Intervista originale di René Stauffer (Tages-Anzeiger)

Traduzione di Luca De Gaspari

Come è, improvvisamente, stare con Rafael Nadal nella stessa squadra?
Questa è una sensazione molto speciale. Stiamo molto insieme, mangiamo insieme a mezzogiorno e la sera. Anche con gli altri compagni di squadra tutto è diverso ­dal solito. Se ti alleni con loro, sei quasi felice quando ti battono. Perché significa che sono in forma. Tutto è molto diverso rispetto al solito, ci vuole molta più considerazione per gli altri. Sul Tour questo non succede. Questa settimana è già molto bello stare con altri giocatori forti. E quando parliamo delle tattiche, mi rendo conto di quanto vogliano vincere. Ciò dimostra che il concetto della Laver Cup funziona.

Ci sono molte persone che si aspettano di vederti in campo insieme a Nadal in doppio durante il fine settimana…
Vedremo se il capitano Borg ci schiererà. Ma non sarebbe facile per noi. Le aspettative sarebbero enormi e dovremmo trovare intesa subito. Inoltre, gli altri sono tutti grandi giocatori. Ma noi non saremmo certamente intimiditi. Anche il pubblico dovrà aiutarci.

Com’è l’intesa di squadra?
Questo è davvero un gruppo simpatico, che funziona bene. Abbiamo quattro veterani, con me, Nadal, Cilic e Berdych, che sono tutti leader nei loro Paesi. Poi ci sono i ragazzi Zverev e Thiem, che sono molto rilassati e buoni amici tra di loro. Mentre si mangia e nello spogliatoio, ci si rende conto che stiamo bene insieme. E anche da Borg possiamo imparare molto.

Cosa significa Borg per te?
Per me sta nella categoria di Michael Jordan. Non l’ho visto giocare, ma sapevo cosa significava per il nostro sport. ­Prima di incontrarlo per la prima volta, era un po’ un mistero, anche se sapevo parecchio grazie a Peter Lundgren (ex coach di Federer). È molto in alto nella mia lista degli sportivi, direi quasi un idolo

E John McEnroe, il capitano della squadra avversaria?
Sì, penso che anche McEnroe sia super. Perché ha fatto molto per il tennis, come giocatore in singolare e doppio, ma anche come commentatore televisivo. Mi piace guardare il tennis, e se hai così buoni commentatori, di certo aiuta.

Senti la Laver Cup come “il tuo” torneo visto che sei uno dei suoi “creatori”?
Non mi vedo come ospite. Sono contento che sia diventata realtà. Non è così semplice mettere in piedi qualcosa di simile. C’erano molte persone che non volevano, che avevano altre idee o che pensavano di andare contro al Tour. Quindi sono contento di quanto abbiamo ottenuto, che tutti i giocatori siano qui e che abbiamo voglia di giocare. Non pensavo che l’intera manifestazione diventasse così grande e bella. Ma aspettiamo il weekend per fare bilanci, il meglio deve ancora venire.

Questa settimana ti senti un uomo d’affari?
No. Tony (Godsick) ha chiesto più volte la mia opinione sui vari dettagli. E gli do sempre qualcosa da fare. Ecco perché sono arrivato già lunedì. Lo sto facendo perché ci tengo molto a questo evento, ma resto un giocatore di tennis.

Cosa pensi del campo nero? Come è avvenuta la scelta?
Quella non è stata una mia idea. Gli organizzatori volevano qualcosa di speciale, ma i primi test con questo colore non sono andati bene. Per la televisione, avevano bisogno di un nero speciale. Per noi giocatori sono serviti tre allenamenti per abituarci. Ma sembra bello, semplice ed elegante. Spero che anche in TV renda molto bene.

Come sei arrivato all’idea della Laver Cup?
Non mi ricordo bene. Ma ho detto spesso a Tony che i giocatori del passato, le leggende, non erano abbastanza apprezzate. E ho notato che nel corso degli anni sono diventati sempre meno coinvolti nei tornei ­. Ho detto a Tony che pensavo che sarebbe bello organizzare un evento di questo tipo. Non avevo in mente però questa formula nello specifico.

L’intera manifestazione sembra simile alla Ryder Cup di golf. Una tua idea?
Personalmente, non ho mai seguito molto la Ryder Cup. Questa formula è venuta da Tony e dalla sua squadra. La Laver Cup è per me un sogno che è diventato realtà – dove è possibile rendere omaggio ai grandi vecchi giocatori, in particolare Laver, ma anche Borg e McEnroe, che ora hanno un lavoro per tre anni in cui possono impegnarsi come vogliono. Nella speranza siano d’ispirazione per noi e per la next-gen.

A Praga diverse generazioni sono unite con giocatori che vanno dai 18 ai 79 anni, fino a Laver. Era voluto?
Questo non era previsto, ma è bello che sia venuto fuori così. Mettere insieme passato, presente e futuro. I ragazzi come Tiafoe, Shapovalov, Thiem, Zverev e Kyrgios danno lustro alla Laver Cup.

Dopo la sconfitta contro del Potro allo US Open, hai detto che ti faceva male dappertutto. Come stai, due settimane dopo?
Ero davvero esausto. Tra i problemi precedenti e quelli venuti fuori nel corso del torneo mi sono infilato in una vasca idromassaggio e mi faceva male tutto. Problemini che vanno e vengono, un ciclo.
Così ero contento che fosse finita e di poter far riposare il corpo. Perché sapevo che dopo una settimana senza partite, il 90% dei problemi sarebbe sparito.

E adesso ti sei rimesso in moto?
Sto migliorando. Non sono ancora al massimo, ma sono veramente molto soddisfatto. Gioco bene in allenamento, ho giocato tre volte con Berdych e tre volte sono arrivato al tie-break. Naturalmente, potrebbe sempre andare meglio. Ma dopo quel grande o comunque complesso ­problema di Montreal, sono contento di come sto oggi.

Ha senso per te per giocare la Laver Cup? Hai ancora una piccola possibilità di diventare numero 1 in autunno…
Penso che la Laver Cup possa essere molto positiva per me, a dire il vero. Il numero 1 non è secondario ma Rafa è molto avanti come punti, quindi posso concentrarmi sul mio ritmo e giocare solo quando sono pronto. L’idea è di andare a Shanghai presto, arriverò il venerdì prima del torneo (inizio il 9 ottobre), anche se giocherò solo mercoledì. Voglio essere perfettamente preparato, il mio obiettivo è il titolo.

E poi?
Voglio anche prepararmi bene per Basilea. Quel torneo ha la priorità rispetto a Parigi-Bercy. e ­ovviamente, voglio anche essere preparato perfettamente per Londra (Finals ATP). E sono felice di poter tornare a un buon ritmo di allenamento la settimana prossima e quella dopo. Questo non è successo dopo Montreal. Prima dovevo essere pronto per New York, poi ho annunciato una pausa di due settimane. Le prossime due saranno estremamente importanti per il resto della mia stagione.

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