Laver Cup: una "prima" assolutamente straordinaria

Editoriali del Direttore

Laver Cup: una “prima” assolutamente straordinaria

Roger Federer che mette il sigillo finale annullando un matchpoint è stato la ciliegina sulla torta. Spazio a tutti i vostri migliori commenti sulla Laver Cup

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Qui sotto le primissime righe che ho scritto a caldo tornando dalla tribuna stampa, dal primo piano al terzo. Prima delle conferenze stampa scattate con straordinaria velocità perché tanti giocatori dovevano prendere gli aerei per raggiungere i prossimi tornei. Poi ho scritto subito dopo le conferenze qualche altra riga, per mettere le cose che più mi avevano colpito delle risposte. Dopo di che, fatto uno spuntino, sono tornato in hotel dove sono stato tradito nuovamente dalla curiosità di vedere come voi lettori l’aveste vissuta, questa Laver Cup. E se anche la grande maggioranza la considera un successo ho voluto dare spazio anche a coloro che la pensavano diversamente. Quindi in fondo ritroverete i commenti che mi sono parsi più meritevoli… anche se a leggerli tutti (soltanto quelli scritti dopo la conclusione del match vinto da Federer) ho fatto le ore piccole, prima ancora di cominciare a scrivere quel che voi non potevate sapere (poche cose, per carità), tipo l’intervista al chairman di Wimbledon e l’intervista al responsabile della host tv production australiana. Sarebbe stato da parte mio o plagio ripetere concetti già ampiamente espressi da alcuni di voi, seppur condivisi, oppure eccesso di presunzione pensare di poter esprimere idee originali che nessuno dei lettori di Ubitennis su centinaia e centinaia di commenti avesse già espresso. Alla fine credo che il panorama risulterà abbastanza completo. Di certo credo ci possiate dare atto… abbiamo seguito questa Laver Cup piuttosto bene, certo con grande impegno (ok, chi si loda si imbroda!).

LE PRIMISSIME RIGHE

Fortuna audaces juvat. La Laver Cup è finita con una suspence che nessuno si aspettava, soprattutto dopo il 9-3 con cui era finita la seconda giornata. E con la presunta straripante superiorità della squadra europea. Invece è andata a finire che Kyrgios ha avuto un match-point sul 9-8 del tiebreak finale contro Roger Federer e se lo avesse trasformato con il doppio decisivo da disputare forse il “Mondo” sarebbe diventato favorito! È finita invece con Roger Federer asso pigliatutto che ha vinto il match decisivo nel “suo” torneo e il pubblico in delirio. Meglio di così non poteva davvero andare, considerata che è la prima edizione. Tutti, giocatori e organizzatori, erano incredibilmente soddisfatti. Sembra che la federazione americana, qui rappresentata dalla presidente dell’USTA Katrina Adams, voglia partecipare in qualche modo all’evento, e così Stacey Allaster, ex CEO della WTA.

LE SECONDE RIGHE: FEDERER E LO SPIRITO DI SQUADRA

Ho parlato a lungo con il Chairman dell’All England Club, Philip Brook, e vi racconterò le sue impressioni. John McEnroe ha appena detto che “l’evento è stato amazing, “stupefacente”, non vediamo l’ora di rigiocarlo, un anno sembra troppo lontano”. Ho chiesto a Federer, ovviamente al settimo cielo per aver colto proprio lui il match point vincente dopo averne annullato uno a Kyrgios (l’australiano ha appena detto: “Sentivo molto la pressione perché sentivo che se avessi vinto io saremmo stati favoriti nel doppio decisivo”) se, pur in questa atmosfera di festa per il grande successo, ci fosse qualcosa che lo avesse sorpreso e che proprio non avesse dato per scontato  e lui ha detto: “La partecipazione entusiasta dei giocatori. Nessuno era obbligato a restare in panchina, avrebbe anche potuto andarsene in albergo, e invece sono rimasti tutti sempre sul campo a incitare i compagni di squadra. È qualcosa che non succede mai. Per esempio – avrebbe aggiunto più tardi – quando ho vinto l’ultimo punto vedere tutti i giocatori che entravano in campo per abbracciarmi è stata un’emozione indicibile, una cosa che avevo sempre sognato ma non era mai successa. Quando vinci Wimbledon…sei solo, non c’è nessuno sul campo!” 

Non c’è dubbio che la più grande sorpresa per noi che dovevano scriverne è stato lo straordinario equilibrio. Nessuno se lo aspettava. Soprattutto dopo il 9-3 dopo la seconda giornata. Anche qui chi ha ideato la formula del solo punto alla prima giornata per ogni match vinto, dei due punti per la seconda giornata, dei tre punti per la terza, l’ha davvero indovinata. Il pubblico si è trovato a tifare Isner contro Nadal, per vedere Federer – anche se Isner è americano – e poi chiunque avesse vinto fra Federer o Kyrgios sarebbe andata bene lo stesso, perché il doppio a mezzogiorno e due singolari erano stati comunque disputati. Insomma più di quanto offre una terza giornata di Coppa davis, per non parlare della seconda. Insomma, hanno indovinato tutto, davvero. O quasi. Domani ci torno su. E Remo Borgatti, mia validissima spalla e grande cronista anche. Bravo anche Roberto dell’Olivo con le sue foto e naturalmente tutti coloro che aiutano e lavorano nell’ombra e che con tanti avvicendamenti devono anche coordinare ogni cosa.

LE TERZE RIGHE: SPETTATORI E TV, UN SUCCESSO 

Anche se il dato dei biglietti che viene diffuso da non so chi, parla di  187.000 spettatori in tre giorni e mi sembra irreale perché con una capienza dell’02 Arena sui 18.500 spettatori, anche calcolando le doppie sessioni di venerdì e sabato, era impossibile arrivare a quei numeri, c’è sempre stato il tutto esaurito. Quindi più di 90.000 spettatori mi pare un dato reale.

Ma contano, ovviamente, molto più quelli delle tv. Ho parlato con uno dei responsabili della produzione australiana, la stessa che cura l’Australian Open, i tornei di Sydney e Brisbane. “Nessuno aveva mai coperto un campo da tennis con 50 telecamere, come è accaduto qua. Per la finale dell’Open d’Australia impieghiamo 32 telecamere. Ma a Melbourne dobbiamo dislocare altre telecamere anche su altri campi. Qui su uno solo. Qui siamo venuti in 60 operatori, fra cameraman, produttori, reparto grafico, statistico, diffusione…etcetera.  Ma tutta la nostra troupe a copertura della Laver Cup, fra qui in Repubblica Ceca e in varie parti d’Australia comprendeva 150 addetti.  Abbiamo raccolto una ventina di network televisivi di tutto il mondo, e la Laver Cup è stata trasmessa in 198 Paesi. Ci saranno mancate sì e no una ventina di nazioni. Ma la risposta è stata splendida.

E se all’inizio abbiamo faticato a “vendere” questo prodotto perché era la prima volta, perché incontravamo lo scetticismo di chi pensava a una esibizione, di chi non credeva all’impegno di tutti i giocatori e anche alla partecipazione dei più importanti, adesso sappiamo che il gradimento è stato totale, l’evento è stato altamente spettacolare, gli highlights sono straordinari perché i giocatori hanno fatto numeri straordinari con grande frequenza, c’è stato l’evento tanto atteso del primo doppio Federer-Nadal, c’è stata suspence fino all’ultimo e la chiusura con il trionfo di Federer che annullava un matchpoint al… nostro Kyrgios e all’abbraccio finale con Nadal che saltava sulle spalle a Federer, immagini uniche e che potrebbero restare uniche. Di sicuro la società di Godsick, la Team8Global, in partnership con Tennis Australia (che ha impiegato altri grandi mezzi, tutto il corpo dell’ufficio stampa), l’USTA (la federtennis americana) che si è unita in un secondo tempo, e un milionario brasiliano appassionatissimo di tennis, avrà molti meno problemi a “piazzare” l’evento l’anno prossimo per Chicago. Noi abbiamo potuto disporre di un grande budget e per questo siamo molto soddisfatti, abbiamo potuto fare un gran lavoro senza badare a spese”.

Di certo i 12 grossi sponsor, da Rolex a Mercedes, a tutti gli altri hanno contribuito a sostenere l’evento in maniera tale che l’Organizzazione ha potuto far fronte a tutto anche in un Paese che non conoscevano. Se date un’occhiata agli altri sponsor vedrete che i mezzi non mancavano. Certo con alle spalle Roger Federer non è difficile, almeno non troppo, raccoglierli.

Con Philip Brook, chairman di Wimbledon abbiamo parlato dell’evento:Hanno fatto le cose in grande, tutto sembra perfetto. I giocatori sono coinvolti, partecipativi e questo poteva essere il più grosso problema. Risolto brillantemente. L’idea di mettere insieme 4 generazioni di giocatori anche è eccellente. Rinsalderà i loro rapporti. Se devo trovargli un difetto – mentre sua moglie lì accanto un po’ trasaliva quando vedeva le scene un po’ troppo clownesche dei giocatore del “Mondo” quando Isner era lì lì per battere Nadal  e fra quelli c’era anche quel “matto” di Kyrgios che cinque minuti dopo avrebbe dovuto scendere in campo contro Federer…(ma quale delle tante teste avrebbe dovuto concentrare Nick Kyrgios?) mentre il saggio Roger invece era andato a cercare la concentrazione negli spogliatoi – è forse quest’Arena un po’ molto scura, dal campo, ai giudici di linea, alle tribune nere… per chi debba passare qui tutta una giornata è un po’ pesante”. Certo a Wimbledon, con quel magnifico verde dei lawns, è tutt’altra cosa. L’02 Arena di North Greenwich a Londra, quella delle ATP Finals, in effetti è più allegra. Ma anche gli inglesi di buon umore sono più allegri dei cechi che non abbiano già trangugiato qualche boccalone di birra.

A me l’evento è piaciuto e ha perfino emozionato per l’incertezza che non credevo ci sarebbe mai stata. E’ stato un grande spot per il doppio, più di qualsiasi torneo ATP, dove il doppio sembra una prova di consolazione che i direttori dei tornei accettano con spirito di rassegnazione e zero partecipazione emotiva. Sì, anche a me ha dato fastidio l’eccessiva showmanship del team americano, ma penso sia più una questione di cultura, di All Star Game, che non altro. A parte che pretendere stile e compostezza da uno come Kyrgios mi parrebbe insensato.

Figurarsi se un supertiebreak al terzo set a me che amo per gli Slam e la Davis i tre su cinque può piacere! Tuttavia in questo contesto ci stava bene. E il match fra Federer e Kyrgios nonostante il supertiebreak è finito dopo 2 ore e 10 minuti. Abbastanza insomma. Curioso che abbiano fatto esattamente lo stesso numero di punti, mi pare 186 ciascuno. Insomma, massimo equilibrio, solo che uno ha la classe e la solidità mentale per chiudere il matchpoint e l’altro, che già pensava al doppio in cui favoriti sarebbero stati gli americani, invece no.

Che ai giocatori seccasse da morire perdere si vedeva lontano un miglio. Berdych era furibondo per aver perso davanti ai suoi connazionali. Nadal ha centuplicato i suoi sforzi di tifoso… di Federer, perché si sentiva colpevole per aver perso con Isner. Il quale ultimo, dal canto suo ha giustamente fatto presente proprio rispondendo a una mia domanda che…(il senso era quello) lui pagherebbe per poter giocare sempre su distazne due set su tre, indoor e su un campo piuttosto veloce, con un bel supertiebreak al posto di un long set finale. Detto da uno che ha vinto 70-68 nel 2010 a Wimbledon il match più lungo della storia, fa effetto.

Sarà che io ero reduce da un US Open piuttosto deludente, nemmeno un match intero da ricordare, sarà che gli ultimi incontri di Coppa Davis cui ho assistito, perfino certe finali, hanno mostrato match magari emozionanti ma di un livello tecnico imbarazzante, sarà che ero venuto a Praga quasi più per visitare questa splendida città che per vedere vero tennis e quindi nutrivo non pochi pregiudizi, ma certo è che ai miei occhi questa “prima” è stata un gran successo, sotto quasi tutti i profili. Rifletteremo con calma anche sugli aspetti negativi.

È stata spesso discussa la formula del Masters di fine anno, Rino Tommasi l’ha combattuta per anni dicendo che il vero tennis è quello dell’eliminazione diretta, però da spettatore non c’è dubbio che quel Masters ha una ragione d’essere sia pure nella sua peculiarità. Tant’è che è considerato il quinto torneo più importante dell’anno e se fossi uno che deve acquistare dei biglietti penserei che sono quelli meglio spesi perché sarei sicuro di vedere gli otto migliori tennisti dell’anno per almeno tre volte e forse più.

Idem per chi è venuto a Praga. Si è goduto uno spettacolo fantastico, sapendo di vedere i primi due tennisti del mondo per una spesa limitata, fra i 200 euro e i 400 per tre giorni (quando in molti tornei non vedi che un paio di giorni senza sapere chi vedrai), Era un azzardo? Forse sì, ma non sarà più tale a Chicago, splendida altra scelta per la seconda Laver Cup che temo sarà molto ma molto meno a buon mercato. Al di là della trasferta per chi via in Europa. Ma le tv faranno a gara per poterla trasmettere e io mi immagino già le repliche che Supertennis potrà mandare in onda. Altro che certi torneini, veri ma pur sempre torneini, o edizioni degli Internazionali degli anni… Rai e film Luce.

Ragazzi ora sono le tre e 45, domani (oggi) ho l’aereo e mi fermo qui fino alle prossime conclusioni. La Coppa Davis dovrà pensare alla luce anche di queste indicazioni sulla necessità di apportare qualche modifica. Che non può essere la finale in sede neutrale!

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