ATP Tokyo: Goffin-Mannarino, la finale dell’uomo comune

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ATP Tokyo: Goffin-Mannarino, la finale dell’uomo comune

Il belga raggiunge la sua seconda finale consecutiva battendo in un match spettacolare Diego Schwartzman. Cilic crolla al terzo e rimedia un bagel da Mannarino

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Non fosse per quell’omone di Marin Cilic, i protagonisti delle semifinali dell’Open di Tokyo (Open a metà poiché la prima partita si è disputata al chiuso a causa della pioggia), sotto il profilo antropometrico parrebbero usciti da un filmato in bianco e nero degli anni 70. Nella prima semifinale abbiamo visto i 170 cm (forse) dell’argentino Diego Schwartzman, numero 29 del mondo, contro i presunti 180 del belga numero 11 del mondo David Goffin dare vita a un incontro divertente, caratterizzato da ritmi di gioco altissimi spezzati da sortite offensive improvvise e da splendide palle corte. Un confronto tra due giocatori che stanno attraversando il miglior periodo di forma della loro vita e che precedentemente si erano incontrati tre volte con un bilancio di due a uno per il belga. A causa di una struttura fisica non paragonabile a certi supermen della nuova generazione, questi due campioni seppur capaci di sviluppare buone velocità al servizio, non sono in grado – per fortuna ad avviso di chi scrive – di rendere il loro gioco una vicenda limitata a una gran botta di prima seguita da una fucilata di diritto a chiudere il punto. Gli scambi da circoletto rosso – a volte anche doppio – di tommasiana memoria si sono quindi generosamente succeduti sin dalle battute iniziali della partita.

Nel primo set Goffin ha tenuto i propri turni di servizio con relativa scioltezza. L’argentino ha potuto contare solo sul 44% di prime in campo, ma le ha convertite nel 100% dei casi (17 su 17) e solo nel secondo game si è trovato nella scomoda situazione di dovere annullare una palla break; lo ha fatto con un rovescio incrociato degno di un Agassi in giornata. Quel colpo, peraltro, non resterà una prodezza isolata nel corso del match. La differenza nel primo parziale l’hanno fatta la percentuale di punti vinti con la seconda di servizio (59 contro 45 per cento a favore di Goffin) e la miglior lettura tattica dell’incontro da parte del belga, manifestatasi pienamente in occasione del gioco decisivo, da lui dominato sin dal primo punto. Saldo vincenti/errori al termine del set in parità: + 5 per entrambi i giocatori.

Impressionante il rovescio lungolinea con il quale Goffin toglie il servizio a Schwartzman nel quinto gioco del secondo set; la sua percentuale di prime in campo nei primi tre turni di battuta  è però solo del 37% ed è quindi costretto ad annullare due palle break nel gioco successivo con due attacchi vincenti. L’impresa non gli riesce nuovamente quando si trova a servire per il match sul 5-4; un attacco errato di diritto in lungolinea lo condanna a proseguire la contesa. Schwartzman nei momenti difficili ricorda Nadal: attacca sempre. Sul punteggio di 30-40 nell’undicesimo game si lancia all’attacco con braccio sciolto e mente lucida e la sortita risulta vincente. Pericolo sventato e tie-break conquistato. Vista la qualità del gioco, sarebbe bello vedere un terzo set ma l’argentino lo impedisce con due errori assai gratuiti: un rovescio interlocutorio fuori di due spanne e un tragico doppio fallo sul sei pari. Il punto della vittoria di Goffin è un inno al tennis e alla geometria euclidea e gli consente di giungere per il secondo anno consecutivo all’atto finale del torneo. Una curiosità conclusiva: il vincitore ha commesso 28 errori gratuiti a fronte di 27 vincenti mentre lo sconfitto 16 contro 24. Misteri della statistica.

Il croato Marin Cilic, numero 5 del mondo dall’alto dei suoi circa due metri di altezza, è ampiamente in grado di sviluppare velocità impressionanti con il servizio. Per esempio nel terzo game del primo set ne ha scagliato uno ad uscire a 211 km orari che gli è servito ad annullare un break point contro Adrian Mannarino, numero 31 ATP. Il mancino francese, che è un normotipo, non può contare su altrettanta potenza e per contrastare un avversario che lo aveva battuto, seppur a fatica, nell’unico precedente incontro, ha fatto affidamento sul suo straordinario senso dell’anticipo nei colpi di rimbalzo e sulla superiore mobilità.

In una semifinale decisamente meno gradevole della precedente, Mannarino con queste due qualità è rimasto in partita sino alla metà del set, ma nell’ottavo game ha subito il break a causa di una seconda di servizio da rivedere per velocità e incisività. Inaspettatamente l’omone croato sul 5-3 si è però bloccato e gli ha restituito immediatamente il servizio cedendo il proprio a zero. Tra un errore non forzato e l’altro di Cilic (22 alla fine del set contro 15 vincenti) e la regolarità al ribasso di Mannarino (8 vincenti e 9 errori gratuiti) si è giunti al terzo tie-break consecutivo della giornata in cui lo sfortunato finalista di Wimbledon 2017 è partito male ma ha poi raggiunto e infine letteralmente travolto un avversario in attesa passiva dell’errore altrui che in finale di set non è giunto.

La propensione odierna all’errore di Cilic non è però diminuita nel secondo set, mentre è aumentata quella di Mannarino con il risultato di rendere l’incontro quanto meno avvincente sotto il profilo agonistico con i due contendenti impegnati ad annullarsi reciprocamente svariate opportunità di break. Cilic ne ha annullati due nel terzo game e altri tre nell’ottavo, ma Mannarino in almeno due occasioni ci ha messo molto del suo per consentirglielo. Per sua buona sorte Cilic gliene ha regalato un quarto sempre nell’ottavo gioco ed è stato quello giusto per metterlo in condizione di servire per il set. Mannarino non ci è riuscito non per proprio demerito ma perché Cilic si è ricordato di essere il numero 5 del mondo e vincitore di uno Slam. Il ritorno di memoria e di gioco del croato è durato lo spazio di pochi scambi, poiché nel decimo game ha ceduto a zero il proprio turno di battuta e si è condannato a disputare il terzo set quando già erano trascorse oltre due ore dall’inizio del confronto.

Il primo segnale di resa incondizionata è giunto al termine del secondo game quando, in preda alla frustrazione, la prima testa di serie del torneo ha scagliato in orbita una pallina dopo che l’ennesimo errore gratuito lo aveva condannato a cedere il servizio al francese che pochi minuti dopo grazie a due ace consecutivi andava a sedersi sul confortevole punteggio di 3 a 0. La rabbia di Cilic diventava rassegnata frustrazione quando al culmine di una serie di errori non forzati figli di una reattività fisica oggi inesistente, metteva in rete una smorzata di diritto con la quale regalava il secondo break consecutivo a Mannarino. L’onta del 6-0 veniva temporaneamente sventata da un ace ma poi subita a causa di un doppio fallo che suggellava degnamente la sua pessima giornata. 49 errori gratuiti in tre set si commentano da soli. Prima finale in un torneo ATP 500 per Adrian Mannarino che domani proverà a vincere il primo titolo della sua carriera contro un uomo che lo ha però battuto nei due precedenti confronti: David Goffin.

Risultati:

[4] D. Goffin b. [8] D. Schwartzman 7-6(3) 7-6(6)
A. Mannarino b. [1] M. Cilic 6-7(5) 6-4 6-0

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