ATP Shanghai: ottimo Fognini, male Lorenzi. Kyrgios ci ricasca

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ATP Shanghai: ottimo Fognini, male Lorenzi. Kyrgios ci ricasca

SHANGHAI – Fabio supera Pouille e attende Nadal. Lorenzi mai in partita contro Bedene. Perso il primo set al tiebreak contro Johnson, Nick si precipita inspiegabilmente a rete a stringere la mano all’avversario. Out Shapovalov, bene del Potro e Cilic

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F. Fognini b. [15] L. Pouille 7-6(7) 6-3  (da Shanghai, Vanni Gibertini)

Dopo la repentina e curiosa uscita di scena di Kyrgios dopo solo un set del suo match contro Steve Johnson, la Unipay Arena vedeva il suo programma concludersi con la sfida tra il nostro Fabio Fognini e Lucas Pouille. Era piuttosto curioso osservare la differenza tra la quiete quasi irreale all’interno dell’arena, che è di fatto il secondo campo in ordine di importanza dell’impianto (anche se è il terzo in ordine di capienza), ed il brulicare di persone soltanto pochi metri più in là, dove il campo 4 ed il campo 5 sono stracolmi di gente (e con gli ingressi controllati da decine di guardie armate in uniforme) per vedere la conclusione di Shapovalov-Troicki e l’allenamento di Rafael Nadal.

Fognini l’ha spuntata portando a casa un bel primo set nel quale era sempre apparso in vantaggio dal punto di vista del gioco, ma che avrebbe tranquillamente potuto perdere una volta arrivato alla volata finale del tie-break. È stato poi molto opportunista nel capitalizzare il contraccolpo subito da Pouille all’inizio del secondo set e, seppur mancando il colpo del k.o. con tre palle del 4-0 non sfruttate, da quel punto in poi ha sempre tenuto l’avversario a dovuta distanza fino al traguardo finale. I due si sono affrontati a viso aperto, con un gioco abbastanza simile fatto di scambi ad alta velocità per lo più giocati ad aprire il campo e grande mobilità. Percentuali pressoché identiche per i due alla battuta nel primo set, con una differenza leggermente minore per il francese nel rendimento tra la prima e la seconda: 78% vs 62% per Fognini, 72% vs  67% per Pouille.

A parte un primo turno di battuta problematico, Pouille era apparso più solido al servizio nel corso del primo parziale: Fognini invece aveva annullato una palla del 3-4 con una bella volèè di rovescio ed aveva poi dovuto rimontare dallo 0-40 sul 5-5. “Devi avere pazienza” gli urlava capitan Barazzutti dalla tribuna, mentre il nostro rappresentante esternava occasionalmente il suo disagio interiore. Al tie-break era stato Pouille ad andare subito in vantaggio (3-1 e 4-2), salvo poi farsi riagganciare sul 4-4 per essersi fatto ingolosire dal lungolinea di diritto ed averlo spedito in corridoio. Il primo set point era per Fognini sul 6-5, cancellato da uno schema servizio-diritto; due punti dopo era la volta di Pouille a mancare la chance per vincere il set con un errore gratuito di rovescio; un servizio vincente dava al ligure il suo secondo set-point che era quello buono perché il transalpino ancora una volta metteva lungo il rovescio.

La pausa per cambiarsi gli abiti zuppi di sudore (incredibile l’umidità di questa giornata a Shanghai) non sortiva l’effetto desiderato per Pouille, che evidentemente aveva trascorso il tempo necessario per il cambio costume a recriminare sulle occasioni mancate, tanto che al ritorno in campo apostrofava in maniera visibilmente laconica gli incoraggiamenti provenienti dal suo angolo. Fognini, dal canto suo, come aveva fatto domenica sera contro Verdasco, era molto opportunista nello sfruttare al massimo il calo dell’avversario, portandosi subito sul 3-0 e portando la partita a casa fino alla fine difendendo con autorità i propri turni di battuta. Terzo turno quindi per Fabio Fognini, che potrebbe trovarsi di fronte ancora una volta giovedì prossimo Rafael Nadal, in quella che potrebbe essere la riedizione del famoso terzo turno degli US Open 2015, oppure della semifinale di Miami di quest’anno. O una qualunque via di mezzo.

S. Johnson b. [13] N. Kyrgios 7-6(5) rit. (Michelangelo Sottili)

Nick Kyrgios fa il Kyrgios, si arrabbia e si ritira dopo aver perso il primo set al tie-break contro Steve Johnson. L’australiano lamenta un fastidio alla spalla destra già al secondo gioco, subito dopo un doppio fallo. Continua però a scaraventare servizi che non tornano indietro e, allora, smette di “testarla” a ogni punto perso come se gli si stesse staccando il braccio, ma non abbandona l’espressione di chi non vorrebbe essere lì, su un campo che non è il centrale e contro un avversario che usa lo slice di rovescio anche per passare la palla ai raccatapalle. Entrambi concedono pochi punti quando servono e nessun game arriva ai vantaggi. Ci prova l’arbitro annunciando il 30-40 (set point) quando l’australiano serve per il 6 pari, ma il falco dice che il punto va rigiocato: giusto il disappunto di Nick che, però, esagera e si prende un warning per abuso di palla prima di chiudere il gioco. Indietro di un mini-break, Johnson lo recupera con un dritto vincente al termine di un lungo scambio al rallentatore. Ciò provoca le “oscenità udibili” australiane e il relativo punto di penalità. Sul 5-5 pari, servizio Kyrgios, capolavoro del californiano: Nick schiaccia con troppa sufficienza una palla facile e, dai teloni, Johnson “contro-smeccia” un passante vincente per poi chiudere il set al successivo servizio. È davvero troppo per Kyrgios che dà la mano all’avversario e all’arbitro, saluta e lascia a Johnson il secondo turno contro il cinese Di Wu, wild card, battuto quattro anni fa alle qualificazioni del Roland Garros.

A. Bedene b. P. Lorenzi 6-1 6-4 (da Shanghai, Vanni Gibertini)

Una giornataccia, quella di Paolo Lorenzi qui a Shanghai. Un primo turno sulla carta possibile si è rivelato troppo ostico alla prova del campo, un campo velocissimo quello del Master 1000 cinese, davvero poco adatto alle caratteristiche del tennista senese. “Questo campo proprio non mi aiuta – ha commentato Paolo alla fine del match – io che di solito cerco di andare in altura dove la palla salta alta e prende gli effetti, qui dove i colpi schizzano via appena toccano terra è molto difficile per me esprimermi, soprattutto venendo da Pechino dove le condizioni erano completamente diverse”.

Un Bedene centratissimo alla battuta (solo sette punti ceduti sul suo servizio, più della metà dei quali nell’ultimo game del primo set) ha messo subito sotto pressione Lorenzi, in giornata no anche da fondocampo, dove faceva fatica a spingere i colpi per togliersi dagli schemi del britannico. Meno di dieci minuti sono sufficienti per il 3-0, 24 per chiudere il primo parziale sul 6-1. Lorenzi prova già da subito ad attaccare portandosi a rete, ma Bedene è puntualissimo sui passanti e non viene mai colto fuori posizione, concedendosi sempre tutto il tempo necessario per scegliere i colpi. L’unico game di battuta del britannico nel quale Lorenzi ha qualche chance è quello sull’1-5, nel quale si trova 0-40, ma con cinque servizi vincenti o quasi il primo set va in archivio in favore di Bedene.

Juan Carlos Ferrero, a bordo campo per dare un’occhiata al prossimo avversario del suo allievo Sascha Zverev, decide di aver visto abbastanza e si allontana verso gli spogliatoi e l’aria condizionata per trovare un po’ di refrigerio dalla calura e dall’umidità impietosa che per il secondo giorno consecutivo attanaglia il Qizhong Forest Sports Center.


Lorenzi chiede una pausa-toilette prima dell’inizio del secondo parziale, e quando torna la musica è leggermente diversa, anche se sui giochi di battuta di Bedene davvero non c’è storia. Il coach del senese Claudio Galoppini prova a dargli indicazioni su cosa fare sulla seconda di Bedene, ma il britannico ne mette solo tre su dieci, e non è semplice trovare uno spiraglio nel suo gioco. Sul 3-3 tre gratuiti da fondo portano Lorenzi sul 15-40: la prima palla break è cancellata da una risposta sbagliata da Bedene, ma sulla seconda l’azzurro si porta a rete su un colpo più corto dell’avversario ma poi mette in rete la non semplice volée di rovescio successiva.

Oggi sono andato davvero male nei colpi di inizio gioco – ha lucidamente ammesso Lorenzi dopo il match – ed anche da fondo campo ho sbagliato colpi che di solito non manco. Purtroppo io faccio abbastanza fatica a passare da una superficie all’altra, e questo campo rapido davvero non è il mio pane. Se si guarda ai risultati peggiori che ho fatto quest’anno nei Masters 1000, le sconfitte peggiori sono arrivate a Cincinnati e qui, che sono quelli con le superfici più veloci. Ora non so se giocherò Mosca, dopo uno swing asiatico che non mi ha per nulla soddisfatto, e poi chiuderò la stagione con Basilea e Parigi”.

[4] M. Cilic b. K. Edmund 6-3 7-6(5)

Marin Cilic (tds 4) dispone con discreto agio del bombardamento disordinato di Kyle Edmund e si qualifica per gli ottavi di finale. Il suo prossimo avversario uscirà dalla sfida tra la wild card locale Di Wu e lo statunitense Steve Johnson. La partita comincia subito in salita per il giovane britannico che non trova il campo né col dritto né col rovescio, regalando di fatto un immediato break al proprio avversario. Cilic da parte sua non ha problemi a tenere in servizio e sale 2-0. Dopo tre giochi dominati da chi è alla battuta, Edmund riesce finalmente a farsi pericoloso. Approfittando di qualche seconda di troppo del proprio avversario, si procura una palla break che però spreca, affossando a rete la risposta. Edmund è un giocatore ostico e, a patto che possa colpire da una zona di comfort, col dritto può fare veramente male. Cilic lo sa e cerca, con successo, di metterlo sotto pressione fin dai primi colpi, evidenziando i limiti difensivi dell’inglese. Emblematico degli effetti di questa aggressività è il game che chiude il set: avanti 40-15, Edmund è costretto ad affrettare le esecuzioni dal pressing dell’avversario e finisce col perdere il servizio. 6-3 in 34 minuti. Nel secondo parziale è il nativo di Johannesburg a partire meglio. Sull’1-1 infatti riesce a procurarsi due chance di break, ma Cilic non gli dà la possibilità di comandare lo scambio e le annulla entrambe, prima di tenere il servizio. Nel gioco successivo è il croato ad avere una palla break, ma anche in questo caso la chance non viene sfruttata e la parità è mantenuta. La partita si fa sempre più scarna e i turni di battuta scorrono via rapidi. L’impressione però è che Edmund sia tenuto a galla solo da ottime percentuali al servizio (72% di prime e 86% di punti conquistati), perché nello scambio la superiorità del croato è evidente. Nessuno dei due riesce a scardinare le certezze dell’altro e il verdetto è dunque rimandato al tiebreak. Cilic scappa subito 4-1, ma con un brutto errore permette al britannico di rientrare. Edmund però si fa male da solo e sbaglia un facile dritto che regala un match point al croato. Lo scambio che chiude la contesa è uno dei più belli della partita e spedisce Cilic agli ottavi di finale, dopo un’ora e 37 minuti.

[16] J. del Potro b. A. Rublev 6-3 6-4 (Matteo Polimanti)

 Concreto e concentrato. Quest’oggi si può riassumere così Juan Martin del Potro, autore di una prova perfetta contro il diciannovenne russo Andrey Rublev, sconfitto 6-3 6-4 dopo 1 ora e 17 minuti di gioco. L’argentino è stato bravo a sfruttare i passaggi a vuoto del suo avversario, apparso ancora acerbo e incapace di mantenere un ritmo elevato. Da segnalare la prova perfetta al servizio di del Potro: 14 ace, 75% di prime palle in campo e nessuna palla break concessa a Rublev. Il match si preannunciava sulla carta equilibrato, considerate anche le difficoltà avute dall’argentino nel primo turno contro il qualificato georgiano Nikoloz Basilashvili, sconfitto 6-4 al terzo. Decisamente più convincente era stata invece la prova di Rublev, capace di rifilare un duplice 6-1 nel primo e nel terzo set al bosniaco Damir Dzumhur, giocatore sempre ostico da affrontare e vincitore recentemente a San Pietroburgo. Conscio delle possibili insidie, del Potro si dimostra sin dalle prime battute ispirato e concentrato: dopo aver tenuto in scioltezza il game di apertura con 2 ace, sfrutta nel secondo gioco un paio di errori di troppo del russo e scappa subito avanti di un break. Con il passare dei minuti, Rublev comincia lentamente a trovare precisione nei colpi, spingendo soprattutto con il suo fulmineo dritto sul rovescio dell’argentino. Se i vincenti del giovane russo strappano la maggior parte degli applausi del pubblico cinese, è la solidità del gigante di Tandil a pagare maggiormente: delPo mantiene senza problemi i suoi turni di servizio e chiude la prima frazione per 6-3 in appena 31 minuti di gioco. Il primo gioco del secondo set rappresenta perfettamente tutta la storia dell’incontro: Rublev alterna splendidi vincenti ad errori grossolani e con 3 doppi falli nello stesso gioco, regala il break in apertura all’argentino: il diciannovenne moscovita perde la calma e al termine del gioco scaglia violentemente la racchetta a terra, beccandosi i fischi del “preciso” pubblico cinese. Il parziale segue la falsariga di quello precedente con del Potro concentrato a mantenere il break di vantaggio; sul 3-5 Rublev annulla un match point, abbozzando una piccola reazione, ma ormai l’incontro è indirizzato verso l’argentino: al cambio campo il gigante di Tandil si affida al servizio e chiude la pratica al terzo match point. L’avversario degli ottavi di finale di delPo, uscirà dalla sfida tra il britannico Aljaz Bedene e la terza testa di serie Alexander Zverev.

V. Troicki b. [WC] D. Shapovalov 6-7(3) 6-3 6-0 (Michele Trabace)

Il ritorno alle competizioni per Denis Shapovalov si rivela più duro del previsto. Dopo un’estate con risultati di spicco come la semifinale in un 1000 a Montreal e gli ottavi slam a New York, e dopo aver vinto i suoi impegni in Davis e partecipato alla Laver Cup, la giovane stella esce malamente all’esordio qui a Shanghai per mano di un veterano come Viktor Troicki, che disintegra in rimonta con un bagel al terzo il numero 50 ATP, in tabellone con una una wild card. Il tennista serbo parte meglio nel primo set, strappando nel terzo game il servizio al suo avversario. Shapovalov reagisce quasi immediatamente recuperando il break di svantaggio nel sesto gioco, pareggiando sul 3 pari. Non ci sono più occasioni di break, epilogo naturale è dunque il tie-break: si cambia campo sul 4-2 Denis, il quale arriva a procurarsi 3 set point; Troicki serve e viene chiamata la sua prima fuori, facendo esplodere tutto il suo dissenso, già manifestato durante le prime fasi dell’incontro, contro il giudice di sedia. Purtroppo per lui occhio di falco non è presente sul campo 4. Torna a servire la seconda e in maniera quasi scontata commette doppio fallo. Shapovalov si aggiudica il primo parziale al tie-break per 7 punti a 3. Arriva un supervisor a calmare l’ira di Troicki, ancora polemico con l’arbitro per la chiamata sulla palla set e una volta ristabilita la calma può riprendere il gioco. Il trentunenne di Belgrado anche in questo set si porta in vantaggio, concretizzando la prima palla break della seconda frazione nel sesto game grazie ad un doppio fallo del canadese, arrivando a condurre poi 4-2. Game interlocutorio vinto Denis, Troicki al servizio è implacabile e chiude la seconda frazione al primo set point con il punteggio di 6-3. Si va al terzo. Non si ferma qui l’onda positiva di Viktor: nel gioco inaugurale del set ottiene un break grazie a un passante di diritto che lascia fermo il Next-Gen e ancora Shapovalov perde nuovamente la battuta, commettendo sulla palla break un brutto doppio fallo. Trocki è avanti 4-0. Il diciottenne appare sfiduciato, e si capisce quanto ormai sia fuori dalla partita quando commette un altro doppio fallo che gli costa lo 0-5. Troicki al servizio chiude rapidamente la contesa per 6-0 dopo un’ora e quarantaquattro minuti. Al prossimo turno affronterà Thiem.

A. Dolgopolov b. [14] J. Sock 4-6 6-1 2-1 rit. (Tommaso Voto)

Un colpo di calore mette fuorigioco lo statunitense Sock, che dopo aver vinto il primo parziale inizia a sentirsi male permettendo a Dolgopolov di vincere la partita per ritiro. Un vero peccato, anche perché il primo set era stato divertente, con Jack propositivo e Alexandr sempre estroso e tatticamente imprevedibile. Un unico break conquistato nel nono gioco porta il tennista di Lincoln avanti di un parziale, ma arriva la svolta: lo statunitense accusa un malore e rimane inginocchiato per qualche minuto prima di sedersi in panchina, sotto di un break. Durante un medical time out viene misurata la pressione arteriosa, ma Sock non si riprende affatto. Il calo è improvviso, Jack ciondola per il campo in attesa di capire se è in grado di continuare. L’ucraino in pochi minuti si porta sul 6-1, mentre il n.14 del seeding prova a scuotersi cercando refrigerio al cambio campo. Tuttavia è evidente che Jack non possa andare avanti, ormai è privo di energia e gioca per onore di firma. Un altro break è il sigillo definitivo, perché il n.20 del mondo si avvicina al giudice di sedia ed annuncia il suo ritiro, mentre continua il torneo cinese per il tennista europeo, che al secondo turno avrà Lopez.

Gli altri incontri

I bombardieri fanno il loro dovere. John Isner è quello che fatica di più, costretto a rimontare un Lajovic tignoso oltre ogni aspettativa. Alla fine servono due pericolosi tie-break per accedere al secondo turno dove troverà il giovane Tsitsipas galvanizzato dalla prima vittoria nel circuito. Anderson spegne agevolmente le velleità di un Mannarino provato dalle fatiche di Tokyo e può continuare a inseguire il traguardo delle Finals. Non molla però neanche Querrey, che lo precede nella Race, e contro il vivace – oggi non troppo – Sugita non soffre praticamente mai. Chi invece lascia per strada punti pesanti e mette in pericolo il suo posto a Londra è Pablo Carreno Busta, che non riesce a superare quota 5 in ognuno dei due set contro il connazionale Ramos-Vinolas. Su questi campi Ramos si è preso il lusso di sconfiggere Federer due anni fa, ma questo non basta a spiegare la sconfitta di Carreno. Ora proprio Querrey e Anderson gli stanno col fiato sul collo.

Risultati:

Primo turno

A. Bedene b. P. Lorenzi 6-1 6-4
[Q] A. Dolgopolov b. [14] J. Sock 4-6 6-1 2-1 rit.
[12] J. Isner b. [Q] D. Lajovic 4-6 7-6(5) 7-6(6)
R. Harrison b. [WC] Z. Zhang 6-2 6-3
D. Schwartzman b. [Q] J. Thompson 6-4 7-6(4)
[11] K. Anderson b. A. Mannarino 6-3 6-1
J.L. Struff b. M. Zverev 3-6 6-5 rit.
S. Johnson b. [13] N. Kyrgios 7-6(5) rit.
V. Troicki b. [WC] D. Shapovalov 6-7(3) 6-3 6-0
[10] S. Querrey b. Y. Sugita 6-3 6-2

Secondo turno

A. Ramos-Vinolas b. [7] P. Carreno Busta 7-5 7-5
F. Fognini b. [15] L. Pouille 7-6(7) 6-3
[16] J.M. del Potro b. A. Rublev 6-3 6-4
R. Gasquet b. H. Chung 3-6 6-4 6-3
[4] M. Cilic b. K. Edmund 6-3 7-6(5)

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