WTA Tianjin: Errani e Sharapova come nei giorni migliori

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WTA Tianjin: Errani e Sharapova come nei giorni migliori

Prova di carattere di Sara che rimonta McHale (problema fisico per lei a fine secondo set). In semifinale sfiderà Sabalenka. Una spettacolare Maria si sbarazza di Voegele. Ora Peng

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BRAVA SARA – A testa bassa, senza mollare di un centimetro, ma con l’innegabile aiuto delle disgrazie altrui. Sara Errani esce così, a braccia alzate, dalle oltre tre ore di partita contro Christina McHale. Il rientro dopo i due mesi di stop per squalifica non poteva essere migliore per la bolognese, proiettata in una semifinale che vale per lei il ritorno in carrozza tra le top 200. C’è però da specificare che il match dell’americana non ha avuto più senso dal finale del secondo set, quando un guaio muscolare alla coscia sinistra ne ha irrimediabilmente compromesso l’efficienza. La numero 65 del mondo è stata in campo nel parziale decisivo solo per onor di firma.

Non è stata una bella partita. Le statistiche raccontano – ma ci saremmo stupiti del contrario – di una scarsissima incidenza dei turni in battuta, con appena la metà complessiva delle prime tramutate in punto. In avvio l’americana strappa un break in più (tre a due) ed è quello decisivo, perché arriva sul 5-5 dopo che per due volte Sara – ko negli ultimi due precedenti – era riuscita a risalire dallo svantaggio. L’equilibrio in ogni caso non viene meno ed è testimoniato dai tanti punti assegnati ai vantaggi. Il tema non cambia nel secondo set: ci vogliono cinque game per veder mantenere il servizio (3-2 Errani). La forza mentale dell’azzurra emerge quando rimonta l’ennesimo break e si porta avanti 5-4. È il momento in cui però l’inerzia della partita cambia inesorabilmente. Dal medical time out, lungo circa dieci minuti, McHale si rialzerà con una vistosa fasciatura dal sapore di condanna, pur stringendo i denti fino al tie break. Qui Sarita ha l’intelligenza di cogliere le difficoltà dell’avversaria sui movimenti in avanzamento e costruisce l’iniziale vantaggio invitandola a rete. Poi fa tutto McHale, infilando in serie un doppio fallo e due errori da fondo. Al terzo le crepe nella resistenza fisica dell’americana, rigida negli spostamenti, diventano troppo larghe per parlare di partita vera. Errani, che non arrivava in semifinale dal torneo di Rabat, è chiamata ora allo scontro generazionale con la sorprendente Sabalenka (nessun precedente tra le due giocatrici).

MASHA AVANTI TUTTA – Aumentano chilometro dopo chilometro i giri del motore di Maria Sharapova. L’inedito incrocio nei quarti con Stefanie Voegele prende subito la strada di Masha, cresciuta in cattiveria e concentrazione rispetto ai tentennamenti mostrati nel turno precedente. La svizzera, 196 WTA, tiene testa solo fino a metà del primo set provando ad aggredire col servizio e ad abbreviare lo scambio. Tattica sensata, ma non supportata dalla minima continuità di rendimento necessaria. Le percentuali sulla prima calano (i doppi falli alla fine saranno otto), la siberiana vede il sangue e coglie il momento per azzannare la partita piazzando il break del 5-3. Una striscia di sette game consecutivi vale per Sharapova l’allungo decisivo, costruito sul classico schema servizio-dritto a chiudere e su un incisivo rovescio lungolinea dal centro del campo. Pratica risolta in poco più di un’ora. Sharapova, che non vince un torneo da Roma 2015, gioca una delle partite più convincenti dal suo ritorno sulla scena e raggiunge una semifinale che le mancava da Stoccarda. Nella parte alta del tabellone la numero 86 del ranking troverà la campionessa in carica Shuai Peng, devastante nel concedere appena un game alla spagnola Sorribes Tormo. Semifinale affascinante, in campo non mancherà certo l’esperienza. La cinese, unica testa di serie ancora in gara e numero 25 del circuito, ha vinto solo una volta nei sei precedenti (era il 2009).

FAVOLA ARYNA – Continua il percorso netto di Aryna Sabalenka, che centra la seconda semi stagionale nel circuito maggiore (dopo Tashkent, ko con Babos) sbarazzandosi senza grandi difficoltà della cinese Zhu, 113 del ranking. La diciannovenne bielorussa, che ha messo nel mirino l’ingresso tra le top 100, si conferma così killer delle giocatrici di casa. Nella parte bassa del tabellone ha infatti stroncato nei primi due turni i sogni di Han e Duan, con la particolarità di aver chiuso sul punteggio di 6-3 ben cinque dei sei set vinti. Si gioca per quasi un’ora e mezza, ma il match è meno combattuto di ciò che sembra perché Zhu insegue sempre. Nel cuore del primo set la cinese va subito in affanno, fa lo sforzo di risalire dal break iniziale ma perde definitivamente contatto con la partita quando si fa soffiare (sotto 4-3) il turno di servizio che avrebbe potuto portarla in parità. Sabalenka – pur peccando a tratti di fretta e inesperienza – anche nel secondo parziale comanda ogni game, costruendo le sue fortune su un rovescio aggressivo che risulta complicato da difendere sulla diagonale di sinistra.

Risultati:

A. Sabalenka b. L. Zhu 6-3 6-4
[WC] M. Sharapova b. [Q] S. Voegele 6-3 6-1
[3] S. Peng b. S. Sorribes Tormo 6-0 6-1
[Q] S. Errani b. C. McHale 5-7 7-6(2) 6-1

Pietro Scognamiglio

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