WTA Hong Kong: ultimo atto tra Gavrilova e Pavlyuchenkova

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WTA Hong Kong: ultimo atto tra Gavrilova e Pavlyuchenkova

Spettacolo a sprazzi nelle due semifinali odierne, disturbate dal vento. Le due teste di serie superstiti si impongono facilmente su Brady e Wang

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La statunitense Jennifer Brady (70 WTA, 22 anni) ha affrontato la semifinale dell’Hong Kong Open contro l’australiana (di adozione) Daria Gavrilova (22 WTA, 23 anni) con il piccolo vantaggio di aver disputato due set in meno della sua avversaria per giungervi. Vantaggio che non si è notato. Inizio traumatico per Brady che difficilmente dimenticherà il primo set della sua vita contro Gavrilova; deve infatti cederle tre volte consecutive il servizio senza avere, di contro, alcuna chance di break. Sul servizio dell’australiana in tutto il primo parziale  conquisterà la miseria di quattro punti, di cui uno grazie a un doppio fallo. A coronamento di una superiorità straripante, Gavrilova nel sesto game si prende anche il lusso di un drop shot di rovescio di alta scuola prima di chiudere il parziale con il terzo ace del set.

Smorzata che la settima testa di serie del torneo ripete nel terzo game del secondo set e che vale una palla break; non sarà quella giusta per staccare nuovamente Brady – partita in testa nel secondo parziale – poiché gliene servirà una quarta per riuscirci. Come sottolinea giustamente la commentatrice dell’incontro, Gavrilova semplicemente fa tutto meglio di Brady, dal gioco di piedi – che in lei è eccelso – alla gestione del vento, oggi piuttosto fastidioso. Per riuscire a fare un punticino l’americana deve fare non uno ma almeno due o addirittura tre colpi in più di quanti sarebbero necessari contro il 90% delle giocatrici del circuito. Inevitabile che il numero dei suoi errori più o meno gratuiti sia alto, principalmente sul lato del rovescio. È ammirevole quindi il fatto che non si scoraggi, che riesca a rimanere nella scia della nativa di Mosca giocando un tennis più aggressivo e infine ad approfittare di un suo momento di appannamento per toglierle il servizio all’ottavo game.

La flessione di Gavrilova cessa immediatamente e nel gioco seguente riprende a spingere e a comandare il gioco con la conseguenza di riprendere il vantaggio di un break. Vantaggio inutile perché sul 5-4 si scontra con la feroce determinazione di Brady di non cederle il passo. L’undicesimo game è la degna conclusione di uno scorcio di partita bello e combattuto in cui si ammira dell’ottimo tennis; alla fine è fatale un rovescio in rete per la statunitense che cede metaforicamente le armi pochi minuti dopo sull’ennesima smorzata vincente di “Dasha” Gavrilova che domani disputerà la sua terza finale dell’anno dopo quella vittoriosa di New Haven e la sconfitta in quella di Strasburgo.

L’incubo grafico di chiunque scriva di tennis, la russa Anastasia Pavlyuchenkova (21 WTA, 26 anni) aveva già battuto la cinese Qiang Wang (48 WTA, 25 anni) nel recente confronto di Tokyo, al termine di tre set combattuti. L’inizio del match le è favorevole dal momento che riesce subito a togliere il servizio a Wang ma, dopo due turni di servizio dominati, sul punteggio di 3 a 2 commette un paio di errori consecutivi molto gravi con il rovescio incrociato sulla palla game e vanifica quindi un notevole ace di seconda con il quale aveva annullato un break point, rimettendo in partita la giocatrice cinese. Regalo vano, perché Wang, disturbata dal vento, ridà il vantaggio alla moscovita. Al cambio di campo coaching contemporaneo per le due giocatrici. La russa si lamenta per il vento che le impedisce di servire come vorrebbe (al termine dell’incontro solo il 49% di prime in campo per lei) mentre il coach di Wang, Peter McNamara, invita la sua assistita a mettere più passione e intensità in campo e di approfittare dell’evidente stato di nervosismo della sua avversaria. Consiglio accolto da… Pavlyuchenkova che aumenta l’intensità del suo gioco e mette nel carniere il primo set con un secondo break sugellato da un rovescio lungolinea naturale seguito di un rovescio incrociato potentissimo con il quale aveva mandato la cinese due metri fuori dal campo.

Se in qualche momento del primo set la sesta testa di serie del torneo era apparsa un po’ lenta nei movimenti, come sottolineato anche dal suo coach, nei primi due giochi del secondo set si ha la sensazione opposta. Brava Wang a non lasciarsi travolgere e a restituire immediatamente il break andando a sedersi al primo cambio di campo in situazione di teorica parità. Parità poi raggiunta ma che dura lo spazio di un istante. I piedi non esattamente da cenerentola di Anastasia si muovono con sorprendente agilità e rapidità sul campo e il suo braccione molla fendenti di dritto e di rovescio violenti e profondi contro i quali la longilinea ragazza di Tianjin può poco o nulla. Pare tutto finito quando, sul punteggio di 5-3, Pavlyuchenkova sale 30-0; ma la fretta di chiudere, il vento e un grande passante di rovescio di Wang la costringono agli straordinari per la gioia dei calorosi tifosi cinesi. Straordinari di breve durata perché tocca ora a Wang commettere errori in serie e quello di diritto dona ad Anastasia la quarta finale dell’anno. Due le ha vinte, a Monterrey e Rabat, una l’ha persa, a Tokyo.

Vedremo domani, se la pioggia lo consentirà, se ne aggiungerà un terzo contro Gavrilova con la quale ha perso nell’unico confronto diretto avvenuto a Mosca nel 2016.

Risultati:

[7] D. Gavrilova b. J. Brady 6-0 7-5
[6] A. Pavlyuchenkova b. Q. Wiang 6-3 6-4

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