Come ti vinco Shanghai: i numeri della finale Federer-Nadal

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Come ti vinco Shanghai: i numeri della finale Federer-Nadal

I perché del successo di Roger. Nadal serve bene, ma Federer risponde ancora meglio

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Se un astrologo appassionato di tennis alla vigilia della finale di Shanghai ci avesse detto (riuscendo a convincerci) che Nadal avrebbe concluso la partita con il 74 per cento di prime in campo contro il 68 per cento di Federer, difficilmente avremmo potuto immaginare che per il Cigno di Basilea la conquista del suo 27esimo Masters 1000 sarebbe stata poco più che una sgambata agonistica. Eppure, alla luce di quanto visto in campo viene naturale pensare che, se il maiorchino non avesse iniziato alla battuta entrambi i set con il risultato di avere a disposizione 10 turni di battuta contro i 9 di Federer, il passivo per lui sarebbe potuto essere peggiore. Ecco i numeri del match:

In rosso e in verde abbiamo evidenziato i numeri che, in negativo e in positivo, riteniamo possano risultare più interessanti. Leggendoli, scopriamo che Nadal ha vinto solo il 62% dei punti giocati con la prima di servizio contro il 74 per cento stagionale, mentre il suo avversario ne ha conquistati l’83% contro l’80 per cento dell’annata. Ma soprattutto, per darci un’importante indicazione del possibile esito della partita, il novello Nostradamus avrebbe dovuto anticiparci il rendimento del colpo che sovente è il principale indicatore del rendimento in campo di questi campioni: la seconda di servizio. Non per caso, infatti, sino a questo punto dell’anno Nadal e Federer sono rispettivamente primo e secondo, oltre che nella classifica ATP, anche nella percentuale di punti ottenuti con la seconda battuta, ovvero il 62 e il 59 per cento. Quando Nadal nel corso di questa finale ha dovuto ricorrere al secondo servizio ha conquistato il punto solo 8 volte su 16 (50%), mentre Federer ci è riuscito in 11 occasioni su 14 (79%).

Il numero 1 del mondo ha condito la sua performance con ben 20 errori gratuiti (12 di rovescio!) contro 11 vincenti, mentre il suo recente compagno di doppio è passato dai 21 gratuiti commessi contro del Potro in semifinale, agli 11 della finale. Di norma in questi articoli non ci addentriamo nell’analisi tecnica delle partite, non è la sede in cui farlo. Ma ci sia consentita una piccola licenza per dire che probabilmente sulla superficie più rapida del circuito, la palla piatta, pesante e rapida di del Potro fa più male a Federer rispetto a quella di Nadal rallentata dal top spin. Altrettanto probabile che rispondere al servizio di Federer stando praticamente a ridosso dei giudici di linea non abbia giovato allo sconfitto.

Otto punti vinti con la risposta su quarantaquattro a disposizione (il 18%) sono proprio pochi per uno abituato a conquistarne il 40 per cento. Per amor di verità va però detto che nelle rare circostanze in cui egli ha provato ad avvicinarsi alla linea di fondo per rispondere, la palla di Roger gli è schizzata sulla racchetta come una saponetta bagnata! Federer – che anche sul ghiaccio sospettiamo risponderebbe stando in prossimità del rettangolo di battuta – con la risposta ha fatti propri il 41 per cento dei punti disputati (25 su 61), in perfetta media stagionale.

Inutile dilungarci nell’analisi di altri parametri statistici perché finiremmo per scoprire l’acqua calda, ovvero che, se al posto di una partita di tennis si fosse trattato di un match di pugilato, l’arbitro avrebbe decretato il ko tecnico prima della fine delle 12 riprese. Sarebbe bello poter rivedere questi due “NextGen ad honorem” su un terreno più adatto alle caratteristiche di entrambi e non solo di uno dei due contendenti. Forse Bercy potrebbe prestarsi? Au revoire.

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