Martina saluta, questa volta (forse) per sempre

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Martina saluta, questa volta (forse) per sempre

L’annuncio di Martina Hingis a Singapore: “Queste WTA Finals sono il mio ultimo torneo”

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Il quotidiano spagnolo Marca aveva anticipato la notizia qualche giorno fa: Martina Hingis smette. Lo ha comunicato prima di scendere in campo a Singapore ai colleghi del Blick: “Qui giocherò la mia ultima partita ufficiale e spero sia domenica”.

Qualcuno si chiederà se questa volta chiuderà davvero col tennis, lei che ha già detto basta due volte, nell’ottobre del 2002 per un infortunio al piede e di nuovo nel novembre del 2007. Dichiarò che non sarebbe tornata: non puoi competere con atlete che tirano tre volte più forte. Eppure tornò. Erano gli inizi del 2006, qualche mese più tardi era di nuovo sulla cresta dell’onda. Arrivò il titolo a Roma, sei anni dopo la prima volta.

Talento cristallino, fisico gracile, minuto, non riuscì mai adattarsi alle velocità che l’era Williams le impose. Il suo primo ritorno durò meno del previsto. Nel novembre del 2007, nel corso di una conferenza stampa a Zurigo, ammise di esser risultata positiva alla cocaina a un controllo antidoping effettuato dopo il terzo turno giocato a Wimbledon. Rivendicò la sua innocenza: “La mia unica arma sui campi da tennis è ed è sempre stato il gioco e l’amore per questo sport”. Ma si arrese con effetto immediato, ammettendo che per lei non era più possibile competere ad alti livelli. Si dedicò per un po’ di tempo all’altra sua grande passione: l’equitazione. Ironia del destino, dieci anni prima, nella primavera del 97, una caduta da cavallo compromise la sua corsa al Roland Garros, il trofeo che le avrebbe regalato il Grande Slam a nemmeno 17 anni. Niente la frenò dal tornare in sella. Sposò il fantino francese Thibault Hutin, dal quale divorziò presto. Venne accusata di essere un’adultera seriale e tornò di moda il soprannome che qualche sciocco le appioppò: Vedova Nera, per via del segno che lasciò sugli uomini, per lo più sportivi di successo, che ebbero un prima e un dopo Martina.

Superò anche questa, lei, fragile come un cristallo, ma in fin dei conti più forte di tutto e tutti, e nel luglio del 2013, a pochi giorni dall’induzione nella Hall of Fame, tornò di nuovo in campo. Un altro inizio, il terzo. Un’altra carriera da Martina Hingis: 3 Slam con Sania Mirza, un argento olimpico, un altro Slam con Han Jung Chan e i trionfi in doppio misto. Domenica dirà basta, e giurerà forse che sarà per sempre. Ma il tennis sarà ancora parte della sua vita, solo qualche metro più in là dell’ultimo centimetro di campo.

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