Big incerottate? WTA tranquilla: "In quale sport non si arriva stanchi a fine anno?"

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Big incerottate? WTA tranquilla: “In quale sport non si arriva stanchi a fine anno?”

Il CEO della WTA, Steve Simon, non è preoccupato dagli spalti vuoti in Asia e dal calendario lungo. E sta pensando a uno scambio tra il Masters di Singapore e il Masterino di Zhuhai

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Steve Simon, ha rilasciato una sorta di intervista di fine anno a margine dell’Elite Trophy di Zhuhai, vinto da Julia Goerges questa mattina. Il CEO della WTA, che ha elogiato gli investimenti in termine di infrastrutture e ospitalità dei tornei asiatici, ha espresso la preferenza che le date del Masters di Singapore (con le prime 8) e quelle del Masterino (dalla 9 alla 20) si scambino, e che siano le Finals a fungere da finale di stagione per la WTA.

Il cambiamento, ha detto Simon, non avverrà sicuramente nel 2018, ma è qualcosa a cui si può lavorare dal 2019 in poi. Simon ha anche parlato della stagione asiatica della WTA, che va più o meno dall’immediato post-US Open alla fine dell’anno, costellata di cattedrali nel deserto e scarso interesse del pubblico e spesso anche delle stesse giocatrici (non che all’ATP vada meglio). Ebbene, non sembrano esserci all’orizzonte piani di tagliare gli investimenti asiatici. E del resto sarebbe anche difficile, sostiene Simon, comunicare a chi ha fatto una tale mole di investimenti, che non è più richiesto il suo contributo. Sul fatto che la stagione sia lunga e che le giocatrici ci arrivino, nella migliore delle circostanze, incerottate, Simon non ha manifestato particolari preoccupazioni, esprimendo una visione quasi fatalista (e forse un po’ miope) della questione: “In che sport i giocatori alla fine della stagione non arrivano stanchi, e tenuti su da cerotti, ghiaccio ed aspirine?”.

Tornando alla mancanza di spettatori nei tornei asiatici, Simon sostiene che è un problema che verrà risolto nel lungo periodo: “Ci sono più campi, più programmi di tennis nelle scuole, più giocatrici che fanno risultati. Certo, c’è la sensazione che non ci siano abbastanza fan. Questo non ci deve però far ritrarre dagli investimenti asiatici, perché la vediamo come una sfida troppo dura da vincere. Niente è semplice all’inizio”. Simon spera anche che a breve possa palesarsi un’erede di Na Li, che riesca a competere per i titoli dello Slam. Al momento ci sono 5 cinesi nella top 100; la numero uno è Shuai Peng al numero 27.

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