Next Gen Finals: troppo Shapovalov, Quinzi out. Coric va, Medvedev KO

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Next Gen Finals: troppo Shapovalov, Quinzi out. Coric va, Medvedev KO

MILANO – Gianluigi strappa un set ma non basta, è fuori. Il canadese può ancora sperare. Sarà spareggio contro Rublev. Coric a un passo dalla semi dopo la vittoria su Medvedev

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Next Gen Finals: Khachanov facile, Chung primo semifinalista

Gruppo A (2a giornata)

[3] D. Shapovalov b. [8/WC] G. Quinzi 4-1 4-1 3-4(3) 4-3(5) (da Milano, Francesca Marino)

L’incontro più atteso della giornata prende il via nel migliore dei modi: solita cerimonia d’apertura di ogni match con musiche e scenografie degne dei migliori palcoscenici sportivi, spalti gremiti, pubblico che batte le mani a ritmo delle pulsazioni del cuore simulate all’ingresso dei giocatori in campo. Gianluigi Quinzi calca la scena di FieraMilano da protagonista seguito dal cono di luce fino alla panchina, acclamato a gran voce dal pubblico, che lo sostiene fin dal primo 15. Anche Denis Shapovalov viene accolto con grande entusiasmo dagli italiani. Il dj sotto la riproduzione della Scala di Milano mette su un paio di playlist durante il riscaldamento e scaduti i cinque minuti imposti dalle nuove regole si dà il via al match. Scontro inedito tra i due mancini: Quinzi 21 anni, vincitore di Wimbledon Juniores nel 2013, numero 306 del ranking, wild card del torneo; Shapovalov, il più giovane giocatore in top 50 e di queste Next Gen, semifinalista al Master 1000 di Montreal, dopo aver battuto Rafael Nadal.

Durante il primo set l’azzurro si dimostra all’altezza del mancino dal rovescio monomane, fino al quarto game in cui Gianluigi perde il turno di battuta, restando a zero punti. Da questo momento in poi il biondino canadese alza l’asticella e a Quinzi non resta che ammirare i lungolinea di rovescio scagliati da Shapo, le accelerazioni di dritto e la reattività di gambe che gli permette di arrivare anche negli angoli più remoti del campo. Il primo parziale di gioco si chiude con un netto 4-1 in favore di Shapovalov.

Tra il primo e il secondo set parte la campagna pubblicitaria di Emirates, che regala posti migliori agli spettatori che vengono illuminati dal cono di luce. Questo siparietto è in netto contrasto con il volto di Quinzi, sconcertato e quasi disorientato. Il match diventa un monologo del talento canadese, che accende gli animi degli spettatori grazie alle sue qualità tecnico-tattiche: il numero 51 del mondo legge le accelerazioni di rovescio di Quinzi con facilità e le argina con grande maestria. Il marchigiano tenta in tutti modi di mettere in difficoltà Denis, ma i suoi servizi a uscire e i suoi potenti rovesci restano vani: Shapovalov non si lascia sorprendere e con un’impressionante rapidità arriva su tutte le palle.

Nel terzo set c’è la reazione di orgoglio da parte di Gianluigi, che, galvanizzato dal suo pubblico, non demorde nemmeno di fronte ad uno splendido passante di rovescio del canadese sul 2 pari, 30-15. Quinzi si carica, prende l’iniziativa, induce l’avversario all’errore fino a strappargli il servizio nel quinto game. Ora l’italiano ha la possibilità di chiudere il set. Il pubblico sostiene il suo beniamino con incitazioni colorite (“Daje Gianlù”), che tanto richiamano al Foro Italico. Tuttavia gli sforzi della stella azzurra vengono vanificati dal nativo di Tel Aviv con una pregevole volèe di dritto, un rovescio vincente in slice delizioso e uno scambio prolungato conclusosi con un altro rovescio, questa volta piazzato sulla diagonale opposta all’incrocio delle linee. Si va così al tiebreak e questa volta è il mancino dal rovescio bimane a lasciare inerte l’avversario con un paio di passanti. Il marchigiano allunga sul 5-1, ma sul più bello Shapovalov torna in cattedra e sfodera una serie di dritti e rovesci sulle righe inarrivabili, uno dei quali annulla il primo set point dell’italiano. Dallo sguardo di Quinzi emerge tutta la tensione del momento, gli spettatori restano in rigoroso silenzio, nonostante la regola che permette loro di muoversi e parlare liberamente. Si teme la resa dei conti per Quinzi, che contro ogni pronostico prolunga lo scambio fino all’errore in lunghezza di Shapovalov.

Tiebreak chiuso 7-5 e si va al quarto set, che resta in perfetto equilibrio tanto da arrivare anche questa volta sul 3 pari. All’inizio è Quinzi a tenere le redini del gioco, imponendosi con il rovescio, che resta sempre il suo colpo più esplosivo. Il 21enne si porta in vantaggio sul 3-1, ma ci vuole ben altro per impensierire Shapo, che costruisce i punti con pazienza fino a dare la stoccata finale spesso con la volèe. La remuntada è completa: il canadese raggiunge Quinzi sul 4-4 e lo supera 6-4, primo match point dell’incontro, che viene annullato dall’azzurro nel tentativo di risollevare le sorti dell’incontro. Niente da fare, Shapovalov non perdona e porta a casa la partita 7-5 al tiebreak.

Gianluigi Quinzi esce di scena dal teatro di Milano a testa alta, avendo disputato due match di ottimo livello con giocatori NextGen, ma con un’esperienza superiore nel circuito dei “big”. Queste finals sono state un’ottima vetrina per lui e magari rappresenteranno una sorta di riscatto del tennista di Porto San Giorgio, che per diverso tempo aveva abbandonato i riflettori dei palcoscenici più ambiti, gli stessi che tanto l’avevano osannato dopo la (maledetta?) vittoria a Wimbledon nel 2013. Shapovalov, invece, continua ad affermarsi come un talento pronto a spiccare il volo quanto prima.

Gruppo B (2a giornata)

[4] B. Coric b. [7] D. Medvedev 4-3(5) 2-4 4-1 4-2

L’ultimo incontro della seconda giornata delle Next Gen Finals vede opposti i vincitori dei primi match del girone B: Borna Coric e Daniil Medvedev. La partita inizia fin dai primi colpi in perfetto equilibrio: senza punti particolarmente emozionanti si arriva al tiebreak. Coric subisce un minibreak al primo turno di battuta, ma lo riguadagna nei due punti successivi. Nonostante il set point sciupato con break sul 6-5, alla fine è il croato ad avere la meglio. Borna sembra piuttosto nervoso ogni volta che va a servire. Infatti il primo turno di battuta gli è fatale: break in apertura e Medvedev approfitta della ghiotta occasione, giocando un tennis contenuto che lo porta a conquistare il secondo set.

Dopo aver richiesto il coaching, Coric torna in campo con tutt’altro piglio e comincia a comandare sul campo, giocando un tennis aggressivo tanto da scendere più volte a rete giocando uno smash difficilissimo, dopo il quale invita il pubblico a sostenerlo. Borna chiude il terzo set con un netto 4-1. Medvedev pare disorientato tanto da chiedere anche lui il coaching in cuffia. All’inizio del quarto set è sempre Coric a tenere le redini del gioco, breakkando l’avversario con un lob sul rovescio di Medvedev da applauso. Borna continua a interagire con il pubblico e dagli spalti sembra piuttosto sereno, a differenza dei primi set. Medvedev si salva nel terzo game recuperando da 30-40 e resiste il più a lungo possibile fin quando non si arriva al deciding point del sesto game che è allo stesso tempo match point e palla per il tie-break del quarto. La spunta il croato che ora intravede la semifinale. Per Medvedev una battuta d’arresto che potrebbe non fare male se domani battesse il già eliminato Jared Donaldson.

Risultati:

Gruppo B

[2] K. Khachanov b. [5] J. Donaldson 4-1 4-3(3) 4-2
[4] B. Coric b. [7] D. Medvedev 4-3(5) 2-4 4-1 4-2

Gruppo A

[6] H. Chung b. [1] A. Rublev 4-0 4-1 4-3(1)
[3] D. Shapovalov b. [8/WC] G. Quinzi 4-1 4-1 3-4(3) 4-3(5)


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I profili degli otto protagonisti:

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