Next Gen Finals, Chung: "Non penso ai soldi, solo a fare il mio gioco"

Interviste

Next Gen Finals, Chung: “Non penso ai soldi, solo a fare il mio gioco”

Parlano i finalisti dell’evento di Milano. Rublev, a differenza del coreano, non ha un mental coach: “Dopo un po’ l’aspetto mentale cresce con te”

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dai nostri inviati a Milano, Riccardo Sozzi e Francesca Marino

“È stata la mia partita migliore della settimana – afferma Andrey Rublev dopo la netta vittoria su Borna Coric – e ora che sono in finale spero di poter far vedere un tennis ancora migliore. Contro Chung dovrò cambiare qualcosa del mio gioco, ci conosciamo e sappiamo bene come giochiamo e se domani sarà possibile cambierò qualcosa. A me piace dettare il gioco, all’inizio del torneo l’ho fatto poco, ma domani spero di giocare ancora meglio.” Rublev non è però dedito solamente all’aspetto aggressivo e tecnico del suo tennis, sta infatti cercando di rimanere centrato sotto l’aspetto mentale: “Cerco di rimanere sempre concentrato, con queste nuove regole anche se stai perdendo e stai giocando male hai comunque chance di vincere, basta un punto e tutta la partita può cambiare”. Ad una domanda posta proprio dagli inviati di Ubitennis se stesse facendo qualche esercizio particolare per curare l’aspetto mentale, Rublev ha risposto che non sta facendo particolari esercizi, ma “Se vuoi essere un buon giocatore devi capire cosa sai fare bene e trovare il modo migliore per farlo, correre su ogni palla e se non ti senti bene devi comunque continuare a spronarti. La prima volta fai molta fatica, ma dopo un po’ l’aspetto mentale cresce con te”. Una dichiarazione molto interessante, se posta a confronto con quanto detto l’altro giorno da Hyeon Chung, il secondo finalista del torneo, che invece disse di avere dedicato particolare cura all’aspetto mentale, cercando di sfruttare l’off season per dedicarsi a particolari esercizi psico-fisici con cui elevare la propria mente e non cedere mai di testa.

Quando ormai è mezzanotte inoltrata anche Hyeon Chung fa il suo ingresso in sala conferenze dopo la vittoria in cinque incredibili set contro Daniil Medvedev. “È stato un match duro, non conoscevo molto Daniil, non ci eravamo mai incontrati, ma sapevo che aveva un servizio molto buono e che avrei dovuto stare particolarmente attento in risposta, e questo ha funzionato bene”. Chung potrebbe terminare queste Next Gen Finals da imbattuto, e con un conseguente premio in denaro ancora maggiore (390.000 $ +25.000 $, bonus per il campione imbattuto) rispetto a ciò che si porterebbe a casa Rublev in caso di vittoria, ma Chung non ci pensa troppo perché “… quando sono sul campo penso solo al match, non faccio calcoli, non penso ai soldi o ai trofei ma resto concentrato solo su ciò che accade in campo”.

Ancora una volta l’aspetto mentale è stato quindi determinante e ad una domanda degli inviati di Ubitennis sull’utilizzo che fa del mental coaching, Chung ha risposto che “Sì, in Corea ho una mental coach. Ha giocato a tennis e sa benissimo cosa vuol dire giocare nel tour professionistico, mi aiuta molto e ci sentiamo praticamente sempre”. Il coreano ha dimostrato ulteriormente la sua maturità anche nella scelta del proprio team: a differenza di Rublev, si fa aiutare da un’esperta per allenare anche la parte mentale, fondamentale per diventare un campione in questo sport. Probabilmente se il russo avesse avuto una figura di questo genere, avrebbe superato il nervosismo vissuto durante la partita con lo stesso Hyeon, in cui non è riuscito a far fronte alle difficoltà del momento.

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