ATP Finals: Dimitrov rischia, ma Thiem si scioglie

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ATP Finals: Dimitrov rischia, ma Thiem si scioglie

LONDRA – Esordio con vittoria per il bulgaro. Qualche incertezza di troppo nei momenti importanti

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[6] G. Dimitrov b. [4] D. Thiem 6-3 5-7 7-5 (dal nostro inviato a Londra)

La prima cosa che è venuta in mente, non solo a me, ne sono sicuro, vedendo Grigor Dimitrov esordire al masters di fine anno, è stata “finalmente!”. Sembra davvero impossibile che un giocatore così dotato tecnicamente si sia qualificato alle ATP Finals per la prima volta a 26 anni, il suo avversario Dominic Thiem, 24 anni, è già alla seconda partecipazione. L’enorme anfiteatro della O2 Arena non è tutto esaurito oggi pomeriggio, ma si può capire, è lunedì (e non gioca Federer). In ogni caso, siamo ben oltre le 10.000 persone sugli spalti: c’è anche Kiki Mladenovic nel box di Thiem.

Nel primo parziale, le somiglianze e le differenze tra i due si vedono da subito chiaramente. La gara di bellezza del rovescio a una mano la vince Grigor, il che non sarebbe un problema per Dominic, se non fosse che il bulgaro prevale nettamente anche sul piano dell’efficacia. Dalle tribune è evidente il ritardo relativo, costante, con cui Thiem impatta la palla: ogni volta, la fa scendere un attimo dopo l’apice del rimbalzo, mentre Dimitrov aggredisce tutti i colpi possibili mentre la traiettoria è ancora in fase ascendente. Ne esce un set in cui Grigor gioca due metri buoni più avanti di Dominic, e in cui l’avversario più fastidioso per lui è hawk-eye, che gli nega il punto su un paio splendidi ma sfortunati rovesci lungolinea usciti di un nulla. Thiem cerca di mettere in difficoltà Dimitrov con il servizio carico, spesso ci riesce, ma nel tentativo di estremizzare traiettorie esterne e rotazioni, incappa in due doppi falli, che gli costano il break decisivo. Grigor non fa arrivare mai l’avversario a 40 sul proprio servizio, e il 6-3 è inevitabile. Gli spettatori sono neutrali, a parte un piccolo gruppo di tifosi bulgari con bandiera tricolore che intonano “davai Grischa!”, la partita è godibile.

Nel secondo set, come era lecito aspettarsi, Dominic cerca di fare molta più attenzione in particolare quando è alla battuta, azzecca qualche buona accelerazione delle sue, ma non riesce mai a fare veramente male ai turni di servizio di Grigor (due volte a 40, mai a palla break), che continua a macinare un ottimo tennis a tutto campo, concedendosi numerosi colpi in controbalzo, sia di dritto che di rovescio, che risultano sia spettacolari che efficaci. Arrivati al 5-5, Thiem – che era stato quasi impeccabile alla battuta nel set – commette doppio fallo, poi stecca un rovescio tirato da lontanissimo, ed è costretto ad annullare con bravura una palla break che poteva chiudere i conti. E nel più classico dei casi calcistici da “gol mancato, gol subito”, nel game successivo Dimitrov ci fa capire tutto in una volta perchè non è top-5 fisso da anni: incertezze a ripetizione giustamente punite dall’austriaco, break a zero (non aveva concesso la minima opportunità finora), 7-5 Dominic, e si va al terzo.

Il gioco si riequilibra fino al quinto game, quando Thiem affronta e annulla due palle break trovando ottimi servizi (siamo a 5 occasioni non trasformate per Dimitrov, la statistica inizia a essere bruttina per lui), si ritrova sotto anche sul 3-3, e qui, quasi come un contrappasso per farsi perdonare il brutto scivilone di fine secondo set, Grigor tira fuori dal cilindro tutta la sua classe. Slice corto in risposta seguito a rete, e ricamo smorzato da favola con taglio a uscire dall’altra parte. O2 Arena in piedi, Dominic a testa bassa, arriva il break del 5-3. Il livello del tennis si è alzato, per merito di entrambi, è un match che piace e fa divertire. Arrivato a servire per chiudere, però, Dimitrov si “inceppa” di nuovo, subisce la grinta dell’avversario, e regala il 5-5 con un rovescio sparato via in modo inguardabile. Continuando con le metafore calcistiche, si potebbe dire che ormai sono saltati tutti gli schemi, perchè tocca a Thiem regalare, con doppio fallo ed errori, un altro break, e una seconda opportunità di servire per il match a Dimitrov. Ci vuole il terzo match-point al bulgaro per mettere la parola fine alla partita, buon risultato per lui, ma alcune incertezze gravi dovranno farlo riflettere, sarebbero bastate tre-quattro palle andate diversamente per dare la vittoria a Thiem.


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