ATP Finals, spunti tecnici: Federer nella O2, il palcoscenico perfetto

(S)punti Tecnici

ATP Finals, spunti tecnici: Federer nella O2, il palcoscenico perfetto

LONDRA – Il buio intorno, come in un teatro. I riflettori puntati sui giocatori. L’ambiente ideale per ammirare la bellezza dei gesti tecnici

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Nulla di meglio, in un pomeriggio londinese che prevede solo un match di (quasi) esibizione, tra Roger Federer, già qualificato, e Marin Cilic, già eliminato, di approfittare dell’assenza di tensione agonistica per dedicarsi alla contemplazione. Quando si hanno a disposizione gli accessi a bordocampo, il mitico “court level”, di uno stadio come la O2 Arena, un ottimo fotografo dotato di attrezzatura sofisticata, il nostro Alberto Pezzali, e soprattutto un tipo come Roger Federer che si allena, condividere tutto questo è doveroso. Ci sarà poco e nulla di analisi tecnica in questo pezzo, per una volta concediamoci il semplice piacere di guardare delle belle immagini di un tennis giocato nel modo migliore possibile. Qualche sequenza dal match di martedì con Alexander Zverev, e qualche immagine di un paio di ore fa. Godiamocele insieme.


Qui sopra, e in testa al pezzo, lo splendido effetto che dà l’illuminazione del palazzetto, coadiuvata dall’abbigliamento scuro di Roger. Sembrano foto di scena di una pièce teatrale. Dettaglio tecnico (non ci riesco, è più forte di me): questa è la preparazione di uno slice, impugnatura continental. Federer, come fa solo Roberta Vinci oltre a lui, si permette una decisa flessione del polso, a ottenere una leva in più per accelerare la racchetta di taglio verso la palla. Difficoltà e controllo di livello altissimo.


Qui sopra, una volée di rovescio, tutto impeccabile, eleganza e naturalezza del gesto impressionanti. Non dimentichiamo che durante un training tra professionisti volano pallate da paura, andare a colpire in scioltezza come un maestro che gioca con gli allievi è cosa per pochi.


Passiamo alle immagini dal match. Qui sopra, preparazione e impatto del rovescio lungolinea, niente da commentare, solo da ammirare e copiare se ci si riesce.


Qui sopra, finale dello stesso colpo. La sbracciata è fantastica, ma soprattutto è perfetta la gestione di peso ed equilibrio. Come un ballerino, leggero e potente allo stesso tempo.


Qui sopra, rovescio basso, a sinistra l’attimo del passaggio dall’impugnatura continental alla eastern (che vediamo bene a destra), una delle cose che Roger fa meglio è mascherare il tipo di colpo fino all’ultimo, se confrontiamo il frame di sinistra con la foto più su, vediamo che è difficilmente distinguibile la postura iniziale tra slice e rovescio coperto.


Qui sopra, un esempio strepitoso di cosa significhi “andare a braccio disteso e polso bloccato attraverso la palla“. Nulla da aggiungere, che tecnica.


Qui sopra, una delle sequenze del servizio di Roger più belle che abbia mai avuto la fortuna di editare, il gesto è esemplare, un’esplosione di atletismo e velocità di braccio con pochi eguali. Dettaglio tecnico: se c’è un lancio di palla virtualmente perfetto, è quello di Federer. Se ci fate caso, lo svizzero è uno tra quelli che nell’intera carriera ha interrotto il movimento della battuta a causa di un lancio errato meno volte di tutti.


Sperando che non venga considerato un ospite fuori luogo, concludiamo la fotogallery con un paio di immagini dallo stesso match del buon Sascha Zverev, tanto per farvi vedere da un angolo diverso rispetto alle immagini televisive a cosa è stato spesso costretto il “lungagnone” tedesco da quel vecchiaccio malefico di Roger. Palle basse a ripetizione, lavorate con i tagli o anticipate semipiatte: è ammirevole il modo in cui Alexander, dal suo 1.98 di altezza, è comunque capace di scendere con le ginocchia, e la sua grande elasticità di piedi e caviglie. La foto sotto, con il ginocchio destro a 15 centimetri dal terreno, lo fa capire molto bene.

In definitiva, l’impressione generale che ho avuto in questi giorni guardando Federer qui a Londra, è stata che gli piaccia davvero molto giocare qui. L’ambiente, la relativa tranquillità di una competizione con soli 10 giocatori più gli sparring, rispetto al circo e alla baraonda costanti di uno Slam, l’atmosfera ovattata dell’indoor e degli spazi circostanti: il nostro amico svizzero ci si trova a meraviglia. E quando un campione del genere è al massimo del comfort e della rilassatezza, il risultato è una goia per gli occhi, sia del tecnico che dell’appassionato, come spero di essere riuscito a farvi apprezzare.

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