TC Faenza, il sogno in A1 continua

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TC Faenza, il sogno in A1 continua

Il Tennis Club Faenza è la rivelazione dell’A1 femminile 2017. A quota 13 punti dopo 5 partite, ha già strappato il pass per le semifinali. Mirko Sangiorgi, Maestro e Capitano della squadra, ci racconta la filosofia del club romagnolo

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Sig. Sangiorgi, siete partiti molto bene quest’anno con la squadra di A1. Vi aspettavate un inizio così positivo?
Sinceramente no! L’obiettivo in partenza era (e rimane) quello della salvezza, che per il nostro club è un risultato ottimo, prestigioso. Tuttavia un campionato così buono autorizzerebbe a guardare anche ad altri traguardi… ma è meglio volare basso e restare con i piedi per terra, perché negli incontri del girone di ritorno le cose potrebbero essere assai più complicate. È possibile che alcune tenniste “professioniste” con alta classifica, tesserate dai club rivali, scendano in campo nelle prossime sfide, e questo potrebbe complicare non poco la situazione. Il nostro circolo ha fatto una scelta diversa, quella di privilegiare il gruppo. Una scelta che nel tempo ha pagato. Quest’anno abbiamo inserito Alice Balducci, innesto importante sia dal punto di vista tecnico che di squadra poiché aveva già un buon legame di amicizia con alcune delle nostre giocatrici, quindi l’inserimento è stato facile.

Come è composta la squadra?
La squadra è nata da un percorso iniziato 6-7 anni fa, in cui abbiamo disputato alcune stagioni di serie B con diversi spareggi persi all’ultima giornata, e con ragazze nate qua. Penso a Camilla Scala, Chiara Arcangeli, Alessia Ercolino. Una volta raggiunta la promozione in A2, si è deciso di aggiungere, di anno in anno, una giocatrice. Al gruppo “storico” è stata inserita Agnese Zucchini l’anno scorso e quest’anno Balducci, che figura come nostra numero 1. Alice ha portato un contributo importante, sia tecnico che di esperienza, visto che ha già disputato due finali di Serie A. Segue Camilla Scala, ragazza ormai diventata adulta, che è nata tennisticamente da noi ed è un’ottima n.2, anche perché è un vivaio. La competizione a squadre richiede vivaio sia in singolo che in doppio, quindi la sua presenza è determinante. Segnalo che forse, complessivamente se guardiamo le classifiche, abbiamo una delle squadre più basse, ma come vivaio siamo tra i migliori, e questo è molto importante. Ed altro aspetto per noi importante è come il nostro vivaio sia veramente attaccato al circolo… Un esempio è proprio Camilla, che non sta attraversando un momento brillante come risultati individuali, ma quando scende in campo per il club si trasforma. Abbiamo quindi Agnese Zucchini, che è scesa 2.3 come classifica ma è stata giocatrice a ridosso delle prime 300/400 del mondo e può giocare adesso da n.3, ed in questa posizione è determinante. C’è quindi Giulia Pasini, giocatrice che negli anni è stata fondamentale per le promozioni verso la A1, giocando singolo e doppio, e con la Scala forma una coppia molto collaudata. Chiude Chiara Arcangeli, anche lei nata qua e con noi da molti anni, il suo contributo è stato determinante ed è ancora molto importante per la squadra e il gruppo.

Quindi la vostra forza è proprio il gruppo, creato negli anni.
Sì, siamo orgogliosi di quest’aspetto, è una nostra scelta precisa ed ha pagato. Abbiamo deciso di non fare alcun contratto “a gettone”, le ragazze che giocano per noi danno piena disponibilità dalla prima all’ultima giornata, indipendentemente dal fatto che facciano anche attività individuale internazionale. Ad esempio Camilla l’altra settimana ha finito di giocare la sera a Torino, ha preso l’aereo per andare in Sardegna a fare un 25mila dollari, e quindi è rientrata da noi per giocare alla domenica. Sono ragazze serie, hanno messo la squadra come obiettivo, ci tengono molto; e questo anche perché stanno bene insieme. Si è creato un rapporto di amicizia tra di loro che va oltre al risultato sportivo. Stare in panchina è bello, si sostengono sempre, si aiutano, sono una vera squadra.

Il TC Faenza è inserito in un girone molto impegnativo: Stampa Sporting di Torino, TC Prato e Ceriano…
Infatti, come dicevo all’inizio, penso che stiamo facendo il 120% di quello che si poteva fare! Va detto per onestà che, ad esempio, siamo andati a Prato e mancava Trevisan… però queste situazioni non fanno che premiare la nostra scelta di puntare ad una squadra compatta; magari in futuro, quando certe giocatrici si renderanno disponibili, allora altri tipi di scelte potranno premiare. Con l’esperienza che abbiamo maturato in questi anni, abbiamo visto che è difficile trovare le squadre sempre al completo, le giocatrici hanno moltissimi impegni, tutte vogliono cercare di chiudere bene la stagione… Andiamo ad affrontare il girone di ritorno partendo da una buona posizione.

Che ne pensa della manifestazione in genere, dove la si potrebbe migliorare?
La soluzione migliore, direi ottimale anche da un punto di vista umano, sarebbe che la squadra fosse sempre la stessa, dall’inizio alla fine. Tuttavia è giusto anche che un club che ha maggiori disponibilità economiche possa ingaggiare giocatrici di livello. Quello che mi lascia un po’ perplesso è la formula. Non sono convinto dalla mancanza della retrocessione diretta, perché può accadere questa situazione: un club può ingaggiare una giocatrice fortissima, non farla mai venire negli incontri del girone e potenzialmente arrivare anche ultimo; quindi la schiera in campo nel playout con un accordo per quel momento preciso, sfidando la 3a squadra dell’altro girone, e “sfruttare” questa situazione per vincere l’incontro e salvarsi. Questo potrebbe penalizzare non poco un club che invece ha raccolto dei punti nel suo girone arrivando terzo, impegnandosi al massimo con tutta la propria squadra, ma con lo spauracchio di uno spareggio salvezza durissimo. Preferisco la formula dalla A2 o della serie B, dove l’ultima del girone retrocede, perché questo ti obbliga a schierare una prima squadra migliore, più completa per raccogliere punti.

Come va a livello di interesse, di presenza dei vostri soci e simpatizzanti?
Da noi l’interesse è molto alto, anche per l’ottima partenza della squadra che ha creato un grande entusiasmo. Abbiamo sostenitori che vengono anche in trasferta. Quest’anno abbiamo investito nel club coprendo il campo 2 con un pallone pressostatico di ultima generazione, con un bell’ampliamento della tribuna, investimento importante che durerà negli anni e che ci ha permesso di accogliere molto più pubblico. L’interesse è scaturito anche dalla presenza in campo di giocatrici che i nostri sostenitori conoscono.

Ha sottolineato la vostra politica “dei piccoli passi” e di puntare su giocatrici create nel club, ma nonostante tutto portare avanti una squadra di A1 resta un impegno importante sul piano economico. Quali sono gli sponsor più importanti?
Sì, assolutamente, quest’anno l’investimento sul campo è stato molto importante, ma la speranza è quella di rientrare negli anni. Fortunatamente la nostra attività va molto bene, sia dal punto di vista dei soci che della scuola tennis, un campo in più ci serviva. La Federazione aiuta con un contributo per le trasferte, non è tantissimo ma è importante; ovviamente le giocatrici vanno gratificate. Anche se sono nate qua, hanno la loro attività, la classifica, vanno messe sotto contratto e ricompensate per il loro impegno. È una spesa minore rispetto ad andare ad ingaggiarle, ma è sempre un investimento. Sponsor? L’attività in generale è seguita dalla Banca di Credito Cooperativo, mentre per la Serie A in particolare abbiamo Mokador, una ditta di caffè il cui proprietario (Matteo Castellari) è nostro socio e nostro amico, e sta supportando la nostra attività con impegno e passione.

Il vostro club è da sempre protagonista nella attività giovanile, il vostro fiore all’occhiello.
Lavoriamo e puntiamo sui giovani, anche con i ragazzi. Abbiamo deciso di non prendere più ragazzi da fuori e farli crescere, tanto che siamo scesi dalla serie B alla serie C, ma puntiamo su di loro. E nonostante questo l’interesse sui ragazzi molto alto da parte dei nostri soci, perché li conoscono veramente e li sostengono sempre, come se fossero in Serie A.

Per presentare il TC Faenza, come è la struttura e quanti soci lo compongono?
Attualmente abbiamo circa 500 soci. La struttura è composta da 10 campi (di cui un paio di sera diventano da calcetto); abbiamo 7 campi di terra battuta ed uno in sintetico, oltre a palestra, bar e ristorante. La scuola tennis ha circa 200 bambini ed una quarantina che fanno agonismo. Segnalo la nostra squadra under 16, arrivata quarta ai campionati nazionali a squadre, composta da Di Perna, Vaccari, Perfetti e Venturelli. La quota sociale costa 240 euro all’anno. La struttura è comunale, quindi i prezzi sono contenuti ed è aperta anche ai noi soci.

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