Il 2017 di Anderson: dall'inferno al paradiso, passando per New York

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Il 2017 di Anderson: dall’inferno al paradiso, passando per New York

Uno sguardo alla straordinaria annata di Kevin Anderson. Le difficoltà iniziali, la ripresa e la finale a Flushing Meadows

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INIZIO IN SALITA

Australian Open: forfeit di Kevin Anderson

La stagione non parte sotto i migliori auspici per Kevin. L’anca è ancora malconcia e lo costringe a saltare prima il torneo di Brisbane e poi anche gli Australian Open. Nel messaggio affidato ai social, il sudafricano si mostra ottimista per il rientro, ma a quest’altezza sicuramente non si aspetta che il 2017 sarà il suo anno migliore.

NEW ENTRY

Il processo di recupero da un infortunio può essere frustrante e faticoso. Quello di Kevin Anderson è stato allietato dall’arrivo di un nuovo membro all’interno del team: la piccola Lady Kady. Niente fiocco rosa in casa Anderson però. Lady è una cagnolina adottata attraverso Dezzy’s Second Chance Rescue, un’associazione che si occupa di trovare una nuova dimora ad animali abbandonati. Lady Kady segue il padrone in giro per il mondo, di torneo in torneo, e spesso scende anche in campo per aiutarlo con la preparazione atletica…

KEVIN VEDE ROSSO, OVVERO L’INIZIO DELLA RISALITA

I mesi di Febbraio e Marzo sono particolarmente avari di soddisfazioni per il rientrante Anderson: appena 2 vittorie a fronte di 4 sconfitte. Le prospettive non sono buonissime perché la stagione su terra, notoriamente la meno amata da Kevin, sta ormai bussando alla porta. Invece il ritorno ad alti livelli del sudafricano inizia proprio lì dove meno te lo aspetti. Prima raggiunge gli ottavi a Barcellona (sconfitto dal futuro campione Nadal), poi la semifinale a Estoril, mentre Roma è costretto a superare due turni di qualificazione prima di andare a impattare contro un Sascha Zverev in stato di grazia (e futuro vincitore del torneo). Dopo una capatina a Ginevra (quarti di finale persi contro Nishikori), parte alla volta di Parigi. Qui mette in riga Jaziri e uno svogliato Kyrgios, poi supera Kyle Edmund al termine di una battaglia durata cinque set. Le scorie della maratona di fanno sentire e lo costringono a ritirarsi durante l’incontro di ottavi contro Cilic. La grinta negli occhi del gigante sudafricano però lascia intravedere qualcosa che si concretizzerà poi nei mesi successivi.

QUANDO IL GIOCO SI SPOSTA SUL DURO, I DURI COMINCIANO A GIOCARE

Kevin si congeda dall’erba con gli ottavi colti a Church Road e si prepara ad affrontare la sua parte di stagione preferita, la tournèe sul cemento nordamericano. A Washington il lungagnone di Johannesburg annulla matchpoint a Thiem sulla strada verso la finale, ma si trova ancora di fronte uno Zverev insuperabile. La settimana successiva a Montreal, elimina in maniera perentoria Carreno Busta e Sam Querrey, ma come pochi giorni prima deve arrendersi ancora al campioncino teutonico, lanciato verso il suo secondo titolo consecutivo. I segnali da parte di Anderson però sono buoni, molto buoni…

LA NUOVA STELLA DI BROADWAY

Forte dei miglioramenti esponenziali messi in mostra nelle settimane precedente, Anderson atterra a New York conscio di poter fare bene. Nei primi due turni passeggia su Aragone e quel che resta di Gulbis, poi estromette Coric, che al turno precedente aveva tolto di mezzo Zverev, vera e propria bestia nera del suo 2017. Agli ottavi si libera di un volitivo Lorenzi e il miracolo inizia a prendere forma quando riesce anche a vendicarsi di Querrey, reo di averlo eliminato a Wimbledon. Nella “semifinale dei carneadi”, Kevin, oltre alla solita grande performance alla battuta, mette in campo tutta la devastante potenza propri colpi al rimbalzo (non di solo servizio vive Anderson e qui il maestro Baldissera lo mostra perfettamente) e si ritaglia un posto nella storia. Purtroppo, in finale con Nadal lo spettacolo e la tensione agonistica latitano. Il risultato è già scritto e Kevin non fa nulla per provare a cambiare le cose, ma d’altronde il discorso e gli abbracci dopo la semifinale lasciavano presupporre che il suo torneo lo avesse già vinto.

UN AUTUNNO DA DIMENTICARE

La sbornia post-Us Open si fa sentire e Anderson incappa in una serie di inopinate sconfitte su un terreno teoricamente a lui congeniale come il veloce cemento indoor. Harrison, Struff, Verdasco (due volte) e Garcia-Lopez: questi i nomi dei tennisti capaci di battere il sudafricano nelle sue uscite di fine stagione. Finisce così come era iniziato, in poche settimane e senza preavviso, il sogno di Kevin di partecipare alle Finals di Londra, ma resta indelebile il ricordo e il lustro di quel piatto d’argento conquistato poco tempo prima.

UN ADDIO SORPRENDENTE

Si separano le strade di Anderson e Nevill Godwin

Un po’ a sorpresa arriva l’annuncio della separazione con l’allenatore Neville Godwin, capace di portarlo quasi sul tetto del mondo a New York. “Rimaniamo buoni amici e semplicemente avevamo bisogno entrambi di nuove sfide“, scrive Anderson. “Abbiamo ottenuto grandi risultati come la top-10 e una finale Slam e gli sarò per sempre grato“.

Ora, da numero 14 del mondo, Kevin Anderson si appresta a cominciare il 2018. Il solito discorso dei rientri illustri coinvolge chiunque abiti la top 20, quindi ci sarà da lavorare per confermarsi ad alti livelli. Ma le premesse per continuare a far bene ci sono tutte.

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