Il Bagel del primo turno e mezzo: succede solo da Mackenzie

Australian Open

Il Bagel del primo turno e mezzo: succede solo da Mackenzie

Grigor Dimitrov rischia contro Macdonald. Federer e i pargoli, Sharapova e i favoritsmi. Il Seppi Slam

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Inizio subito scoppiettante in quel di Melbourne: dopo tre giorni la parte alta del tabellone si è già allineata al terzo turno, con i due favoriti che hanno mostrato un diverso stato di forma. Se Rafael Nadal ha passeggiato sulle inermi membra di Estrella e Mayer, Grigor Dimitrov ha invece trovato di fronte un vero manzo americano adagiato fra due ostili fette di pane per i suoi denti: trattasi del giovane Mackenzie McDonald, qualificato arresosi solamente al quinto set col punteggio di 8-6. Un match che il bulgaro sembrava aver incanalato sui binari giusti dopo una partenza claudicante. Una volta sopra due set a uno però, il recente vincitore del Master si è assentato per andarsi a gustare un delizioso McDonald Bagel al salmone, omaggio al suo outfit odierno.

Il nuovo sponsor della Haribo si è ritrovato nel finale; pur avendo di fronte un McDonald in formato Deluxe, l’ha spuntata brekkando al 14esimo gioco. Il bulgaro, mai come questa volta fra i favoriti per il titolo, ha però un ampio gap di forma da colmare nei confronti del suo avversario principale nella parte alta: Nadal infatti ha divorato senza problemi il suo Estrella Burger al primo turno e ha la strada lastricata di Happy Meal almeno fino ai quarti. Ad attendere Dimitrov invece ora una vera gang di malintenzionati: prima Rublev, la teppa che viene dalla steppa, poi il bad boy Kyrgios, poi Lee Van Cliff e gli alieni Konami.

Nel day 2 nessun problema per Federer, se si eccettua l’intervista post match con Mugatu. Lo svizzero ha esordito abbastanza facilmente contro il risloveno Bedene in un match con pochi fronzoli; unico aneddoto degno di nota il pianto di un bimbo nel bel mezzo del match. “Non è il mio”, ha detto Roger scatenando l’ilarità del pubblico. I quattro pargoli dell’icona svizzera seguono infatti il papà nel tour: ormai hanno l’età per capire cosa gli succede attorno, e quanto siano fortunati ad essere figli di un Federer, quando avrebbero tranquillamente potuto essere figli di un De Minaur.

Nella parte bassa si finalmente si è rivisto Djokovic; il serbo è tornato in scena dopo sei mesi e ha disposto facilmente di Young. Fuori dal campo Nole si è anche reso protagonista di una battaglia per i diritti dei giocatori; l’intero circuito ATP sarebbe minato da rumours di boicottaggio a causa della ripartizione dei montepremi: i top10 prendono troppo rispetto a tutti gli altri. Di questa battaglia si è fatto spassionatamente e incondizionatamente portavoce Nole, recentemente uscito dai primi dieci della classifica. Anche le innovazioni alle regole testate durante il Masters dei NextGen non piacciono e il Fast4 pare non avere futuro. Un bel grattacapo per Chris Kermode, cui è arrivato in aiuto Marin Cilic, che ha ipotizzato un nuovo formato di gioco palindromo denominato Tinnit, i cui dettagli sono ancora da decifrare.

Se l’ATP piange, la WTA non ride. Non si placano infatti le polemiche dirette verso la mediatica Maria Sharapova, che continua ad attirarsi gli strali delle colleghe; secondo molte non è giusto che un’ex dopata riceva tutti questi favoritismi quando le altre atlete che hanno faticato duramente per tutta la loro vita non sono mai state invitate a fare un giro con Ubaldo sulla vespa.

Per il capitolo italiani, una fantastica sorpresa la vittoria del piemontese Sonego su Robin Haase, una piacevole conferma quella di Fognini su Zeballos, ma il vero protagonista è Andrea Seppi, già al terzo turno in una porzione di tabellone aperta a tutti, con la possibilità di accedere ai quarti. Una chance da non perdere per il Kid di Caldaro, che si è sempre trovato a suo agio a Melbourne, da molti ribattezzato “The Seppy Slam”. Commuove invece la leonessa Schiavone, eliminata dalla Ostapenko, alla quale è stato occasionalmente permesso di scendere in campo con un tutore, cosa che alle altre tenniste causerebbe un warning per coaching.

Nel tabellone femminile regna l’incertezza, sono almeno in dieci a potersi giocare il titolo, anche grazie alla debacle delle favorite americane. Un record di nove statunitensi su dieci si sono fatte eliminare nel primo giorno. Unica superstite in quella parte di tabellone la Lucky Loser Bernarda Pera, sparring partner di doppio di Venus e Serena.

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