Australian Open: Kerber sul cornicione, Keys e Halep dominano. Pliskova ok

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Australian Open: Kerber sul cornicione, Keys e Halep dominano. Pliskova ok

La tedesca costretta agli straordinari da una splendida Hsieh. Keys super contro Garcia, Halep lascia 5 game a Osaka. Karolina supera l’ex amica Strycova

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SPAVENTO KERBER – Avevamo sbagliato tutti nell’etichettare il tennis sfuggente di Su-Wei Hsieh. Non è una maga, stile Santoro, la taiwanese. Piuttosto, un’indecifrabile enigmista dai colpi bisenso, virtualmente impossibili da leggere. E persino quell’angelico cagnaccio di Angie Kerbercon tutta l’esperienza dei suoi 30 anni appena compiuti, ha impiegato una buona ora e mezza, per craccarne il codice. Un set e mezzo nel quale la taiwanese le ha letteralmente nascosto la palla.

Dopo un inizio normale in cui subisce un break a freddo, Hsieh comincia a tessere la sua trama. Un campionario di giocoleria capace di mandare fuori ritmo persino un panzer come Kerber. La mancina tedesca non legge i colpi dell’avversaria. Non supportata dalla prima di servizio, la giocatrice di Brema non riesce a mettere pressione all’asiatica. Che governa lo scambio a suo piacimento, creando angoli strettissimi per aprirsi completamente il campo. Un profluvio di finte, palle corte e smash smorzati che fanno imbestialire la tedesca. Emblematico il set point, dove il nastro gioca un ruolo beffardo.

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La seconda frazione non registra alcun cambio tattico da parte di Kerber, incapace di prendere l’iniziativa. Corre, è sempre in affanno, subisce il contropiede e gli angoli del goniometro di Taipei. Ma è pur sempre la lottatrice incredibile che conosciamo. E al minimo calo di Hsieh, un po’ ferma sulle gambe, Angelique coglie l’opportunità. Un set che si gioca su pochi punti, chiuso dalla tedesca al dodicesimo gioco. Ma che sovverte completamente l’inerzia della partita. Ormai piantata, l’ex numero uno di doppio subisce la prepotenza atletica della tedesca. Luce spenta per Hsieh, che si consolerà, forse, rivedendo gli highlight del match, dov’è è lei la protagonista principale. Il set finale è una passerella per Kerber, che concede solo due game. E approda ai quarti di finale, per la prima volta da Flushing Meadows 2016, dove l’attende Madison Keys. Alla fine, tutto va come doveva. Ma quanto è stato bello cimentarsi con il rebus di Su-Wei.

Andrea Ciocci

MADISON DA PAURA – Come un treno a vapore Madison Keys, tds.17, si aggiudica i primi ottavi di finale contro Caroline Garcia, tds n. 8. In poco più di un’ora la statunitense polverizza la povera Caroline, colpevole di non aver saputo adattare la propria tattica ad una interprete del gioco potente, che aggredisce la palla come davvero poche. I precedenti tra le due dicono 2-1 per Keys; agli Australian Open quest’ultima vanta una semifinale nel 2015, “solo” gli ottavi per la francese.

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Si parte ed è subito break d’apertura di Garcia e immediato controbreak, come se Keys volesse dire “Qua comando io”. Il ritmo di gioco è forsennato, non c’è spazio per topponi e lob per prendere fiato, le palle sono tutte tesissime; Keys fa un uso smodato dell’uno-due per chiudere lo scambio, iniziando spesso con lo slice e terminando con un dritto profondo, più volte nei piedi della Garcia che non ha altrettanta benzina nelle gambe per posizionarsi e cavarsi d’impiccio (sicuramente i tre set lottati contro Sasnovich si saran fatti sentire). Con il sesto ace del match Keys sigilla il primo set, volato via velocissimo, sotto gli occhi della coach Davenport. Venti minuti dopo, un battito di ciglia e si è sul 4-1 per la statunitense; la francese scuote il capo sconsolata come a dire “Questa qua è ingiocabile!”. E lo è davvero. Garcia, in tutto il match, non ha mai vera padronanza dello scambio, non riuscendo a rallentare la velocità supersonica imposta di Keys, scagliando la palla ben oltre la linea di fondo oppure giocando davvero corto e venendo aggredita di conseguenza. Con una stupenda demi-volée da fondocampo, (simile a quella di Pliskova su Safarova di due giorni fa) Madison Keys termina il match che la deposita ai quarti di finale, in attesa della vincente tra Hsieh e Kerber; se le gambe e la lucidità saranno le stesse di oggi, non ce ne sarà davvero per nessuno.

Michele Blasina

SIMONA NON PERDONA – Dopo il grande spavento nel match di terzo turno contro Lauren Davis, la numero 1 del mondo Simona Halep ritorna a convincere e con una grande prestazione supera per la terza volta in altrettanti scontri diretti la giapponese Naomi Osaka. Nonostante il risultato netto la ventenne nativa di Osaka ha comunque fatto vedere buone cose, ma per sconfiggere giocatrici del calibro della rumena, ha bisogno di una maggiore costanza nell’arco di tutto il match.

Nelle fasi iniziali del match la giapponese parte fortissimo, mantiene agevolmente i suoi turni di battuta e si procura numerose chance sul servizio di Halep. Il momento chiave del primo set è il sesto gioco, quando la rumena sotto 2-3, annulla 4 sanguinose palle break ed al game successivo strappa la battuta alla giapponese. Da quel momento Osaka cala vistosamente e comincia a commettere troppi errori non forzati;Halep ringrazia e con un parziale di 4 giochi consecutivi chiude la prima frazione con il punteggio di 6-3, dopo 41 minuti di gioco. Come nel set precedente, anche nel secondo Osaka parte meglio, ma questa volta riesce ad ottenere il break grazie a due buonissime accelerazioni di dritto ed a qualche errore di troppo di Simona. Tuttavia la numero 1 del mondo ha ormai preso le misure alla sua avversaria e senza troppe difficoltà riesce ad imporre il suo ritmo da fondo, costringendo la giapponese a muoversi lateralmente in costante difesa. Nel quarto gioco Osaka non sfrutta due occasioni per rimanere attaccata alla sua avversaria ed alla prima chance concede il break decisivo. Da quel momento Simona procede con tranquillità e sul 5-2 a suo favore strappa per la quinta volta nel match il servizio alla giapponese, grazie ad una fulminante risposta di dritto: 6-3 6-2 il risultato finale in appena 1 ora e 19 minuti di gioco. La numero 1 del mondo eguaglia il suo miglior piazzamento in Australia ed andrà a caccia della prima semifinale contro Karolina Pliskova.

Matteo Polimanti

KAROLINA VINCE LA RESA DEI CONTI – Tanta curiosità per il derby ceco che chiude il programma sulla Rod Laver Arena. La spunta in rimonta Karolina Pliskova, numero 6 del seeding, contro Barbora Strycova, tds 20; è un incontro carico di tensione tra le due ex amiche dopo lo “scippo” del coach Krupa avvenuto da Pliskova sul finire della passata stagione, con Strycova che ha risposto ingaggiando Kotyza, ex coach proprio di Karolina. Tra le due vi erano 3 precedenti, con la ex numero 1 del mondo in vantaggio ora 3 a 1 (ultimo incrocio a Miami nel 2017 vinto da Pliskova). L’incontro è andato a sprazzi, con Barbora carica come una molla mentre Pliskova ha giocato in maniera contratta per gran parte del match, riuscendo a sciogliersi però nel momento decisivo. Strycova spinta dalle grandi motivazioni disputa un primo set di grande generosità, battendosi come un leone e provando a raggiungere tutte le palle, talvolta esagerando nel voler fare braccio di ferro sulla potenza contro Pliskova, la quale però non sembra essere centrata (come nel quarto game quando non riesce a trasformare 4 palle break). In un set dove nessuna delle due perde la battuta l’epilogo viene deciso al tie-break: ad aggiudicarselo è meritatamente Strycova per 7 punti a 5.

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Come prevedibile, la trentunenne numero 24 WTA cala di rendimento, Karolina nella seconda partita scappa 4-1 col servizio a disposizione; c’è un tentativo di rimonta di Barbora fino al 3 a 4, ma Pliskova riprende in mano le operazioni, chiudendo la seconda frazione 6-3 grazie ad una risposta fulminante vincente, che manda per terra Strycova (non è la prima volta nel match). Si va al terzo. Karolina inizia male perdendo il servizio, poi riesce finalmente a liberare i colpi che le permettono di incanalare l’andamento del parziale, riuscendo a conquistarlo con il punteggio di 6-2. Il saluto tra le due compagne di tante vittorie in Fed Cup, come ampiamente prevedibile, è freddo e di circostanza. Ora Pliskova affronterà nei quarti di finale Simona Halep, con la quale è in svantaggio 5-1 negli scontri diretti (l’ultimo si disputò in semifinale nella scorsa edizione del Roland Garros dove a prevalere fu la romena).

Risultati:

[17] M. Keys b. [8] C. Garcia 6-3 6-2
[21] A. Kerber b. S.W. Hsieh 4-6 7-5 6-2

[1] S. Halep b. N. Osaka 6-3 6-2
[6] Ka. Pliskova b. [20] B. Strycova 6-7(5) 6-3 6-2

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