Australian Open: il Bagel del ci siamo quasi

Australian Open

Australian Open: il Bagel del ci siamo quasi

Poche ore alla finale Federer-Cilic. Chung e i problemi di inesperienza, Wilander e i problemi con la tastiera. La tattica di Wozniacki. Il ritorno della Associazione della Noia

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Battute finali a Melbourne: dopo due settimane di tennis intenso si è ormai alla resa dei conti. Anzi, il tabellone femminile ha già decretato la sua vincitrice, ovvero la danese Caroline Wozniacki, al suo primo trionfo Slam. Caro da lunedì sarà di nuovo numero uno del mondo, sei anni dopo l’ultima volta. Contro la Halep è stato un match combattuto, soprattutto nel terzo set che ha seguito fedelmente la regola della risposta fino all’inatteso e provvidenziale hold della danese al nono gioco. È stata una partita di nervi decisa anche dal solito uso tattico del Medical Time Out, che ha fatto storcere la bocca a molti: “Grande Woz, un Mto che entra nella Leggenda” ha twittato ad esempio Mats Wilander per poi correggersi subito “Scusate, noto solo ora che sulla ma tastera non funzona la lettera i! “

Per il connubio fra twitter e mondo del tennis è stata una settimana turbolenta dopo il delicato caso di Tennys (che ha ovviato allo stesso problema di Wilander rimpiazzando con una ipsilon) Sandgren. La rivelazione del Tennessee si è reso in passato protagonista di tweet molto controversi andando incontro alla rappresaglia del mondo social e anche di alcuni tennisti. In una conferenza stampa si è difeso ricordando l’esempio di Cristo dichiarando: chi è senza peccato, scagli la prima al centro. Dal punto di vista sportivo resta un grande torneo quello di Tennys, con lo scalpo di due top 10. Un Wawrinka ancora in fase di rodaggio e Dominic Thiem: “Ho grande rispetto per Dominic – ha dichiarato Sandgren – e anche per la sua fidanzata: sono da anni un grande fan di KiKKi”

Tornando al tennis giocato, mancano ormai poche ore alla finale maschile: Roger Federer andrà a caccia del ventesimo Slam che scolpirebbe per sempre il suo nome nella storia di questo sport. Sia lui che il suo avversario Cilic hanno avuto semifinali semplici restando in campo due ore. Il croato contro Edmund; lo svizzero un’ora con Chung e una con Courier. Il giovane coreano, rivelazione di questo Australian Open, si è dovuto arrendere alla leggenda rossocrociata dopo neanche due set sopraffatto dalla vescica: “È un errore dovuto all’inesperienza – ha dichiarato Hyeon – la prossima volta farò pipì prima della partita”. Non è stata la semifinale che tutti volevano, ma gli organizzatori hanno comunque tirato un sospiro di sollievo: dopo il meraviglioso Fedal dell’anno scorso, avere in finale un Chulic sarebbe stato un duro colpo.

L’appuntamento è quindi per domani con l’ultima sessione di incontri sulla Rod Laver arena. Alle 7 di mattina la finale di doppio misto. Alle nove e mezza palleggi di riscaldamento fra i due finalisti maschili, alle 9:45 Marin Cilic farà rimbalzare la pallina per prepararsi al servizio, e intorno alle dieci e mezza dovrebbe iniziare la finale. I due si sono curiosamente incontrati per caso in vacanza alle Maldive, dove Marin era certo che avrebbe incontrato il villoso svizzero (“Isole per re pelosi”, le ha descritte il croato) e date le circostanze hanno inscenato un singolo per la gioia degli astanti.

Con un solo match rimanente si spera che sia una finale combattuta a risollevare la qualità media di un torneo non scintillante. C’è però una voce fuori dal coro, quella di B. Oredom, presidente della BTA – Boring Tennis Association, che si dice molto soddisfatto di questa edizione: “La qualità del gioco è stata eccezionale a nostro parere, ci sono stati match molto avvincenti conclusi con infortuni, scleri, idioti urlanti in tribuna, colpi di calore e due semifinali da urlo. Non vediamo l’ora che venga applicato anche negli Slam il nuovo formato che abbiamo proposto, il Fast1-Armagheddon: un solo game dove chi serve parte da 0-30, senza vantaggi e lancio della monetina in caso di 40 pari. È una formula studiata per venire incontro ai tennisti, che lamentano un calendario sempre più duro foriero di infortuni, e al pubblico che vuole eliminare tutti i tempi morti per catapultarsi subito ai punti decisivi, in un pieno di adrenalina”.

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