Coppa Davis, Giappone-Italia 1-3: Fognini pazzesco, siamo ai quarti

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Coppa Davis, Giappone-Italia 1-3: Fognini pazzesco, siamo ai quarti

Dopo 4 ore e 5 minuti Fabio batte Sugita 7-5 al quinto set dopo aver annullato un match point nel quarto. Partita incredibile, giocheremo in casa i quarti contro Francia o Olanda

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COPPA DAVIS, ottavi di finale

GIAPPONE-ITALIA 1-3

Come commentare una partita che dura 4 ore e 5 minuti, nella quale si annulla un match point, si risale da 1-4 nel quinto set e la si vince, nella quale si gioca un game da 28 punti e 26 minuti, con annesse contestazioni con giudice di sedia e giudice arbitro, nella quale più volte è cambiato il padrone del match. Nulla se non che solo la Davis sa regalare certe emozioni e che Fabio Fognini sarà pure un “caratterino” difficile da domare ma in quanto a cuore e sacrificio non è secondo a nessuno. Quasi 12 ore in campo in questa 3 giorni di Davis, 3 punti portati a casa e tante emozioni regalate. Non serve aggiungere altro, se non che vanno fatti i complimenti anche al giapponese Sugita, che per due volte ha avuto il match in pugno ma che è stato frenato sul più bello dalla tensione, normale per chi non è avvezzo a certi scenari.

Siamo nei quarti di Davis, affronteremo con ogni probabilità la Francia ad aprile in Italia, serviranno ben altre prestazioni, ma sarà una sfida da gustarci…e poi oltretutto c’è da vendicare l’ultima sconfitta, quella di Nantes nel ’96 nella quale perdemmo dopo essere stati in vantaggio 2-0. Più facile scriverlo che realizzarlo, ma tutto può accadere in Davis.

F. Fognini b. Y. Sugita 3-6 6-1 3-6 7-6(6) 7-5

Eccoci qui, ci siamo. Yuichi Sugita e Fabio Fognini (nessun precedente tra i due) in campo per il primo singolare dell’ultima giornata della sfida tra Giappone e Italia. Il nostro nr.1 prova a chiudere la sfida che ci vede in vantaggio 2-1 dopo il doppio. Fabio non è in condizioni fisiche perfette, ma se è in campo vuol dire che ritiene di poter portare il terzo e decisivo punto alla causa italiana che ci consentirebbe di approdare ai quarti di finale che giocheremmo sicuramente in casa contro Francia (molto probabile) o Olanda. Fognini è nella solita tenuta anti-sommossa, fascia e maglia tricolore Hydrogen con annesso teschio nero raffigurato sopra. Un po’ più numerosa la presenza di tifosi sugli spalti, il grido “Nippon Nippon” accompagna i giocatori nel riscaldamento.

La partenza di Sugita è a razzo. Battuta tenuta a zero e subito break al nostro tennista. Il giapponese è già bello carico, il servizio funziona una meraviglia, palla molto profonda e accelerazioni impeccabli. Fabio inizia al rallentatore, non riesce a sfruttare due palle del controbreak nel terzo game e gioca troppo corto. Ma arriva subito la reazione azzurra, quarto game a zero e poi controbreak nel quinto game, grazie ad una maggiore profondità ed a qualche gratuito di Sugita che essendo nr.41 del mondo non può giocare ai ritmi iniziali tutto il match. Fognini però pecca di continuità, altro game sciagurato al servizio e break a zero di Sugita, 4-2 Giappone e servizio. Il giapponese gioca molto sul lato sinistro di Fabio cercandone in continuazione il rovescio. L’azzurro fa fatica a muoversi su quel lato e commette molti gratuiti. Si seguono i servizi, Sugita serve per il set sul 5-3, Fabio si procura due palle del controbreak sul 15-40 ma non le sfrutta e con un gratuito di diritto regala poi il primo set al suo avversario dopo 35 minuti. Molto falloso l’azzurro, 7 vincenti e 17 gratuiti, Sugita è sullo stesso livello ma sbaglia di meno (7-13). Al momento Fabio è sui livelli di venerdì contro Daniel, ma Sugita è più continuo del suo connazionale e questo fa la differenza. Inoltre Sugita ha trasformato le due palle break avute, Fabio ne ha realizzata una su cinque. Della serie siamo lì, ma bisogna fare qualcosa in più.

Il primo game del secondo set ricalca sin qui l’andamento del match. Sugita si procura la bellezza di 6 palle break, Fabio si salva con il servizio e dopo 16 punti tiene la battuta. Troppo leggera la palla dell’azzurro, Sugita non viene mai messo sotto pressione e quando può accelera. La dimostrazione di quanto scritto è nel secondo game del set, quando Fabio trova un minimo di profondità in più ed il giapponese alza il numero di gratuiti. E’ un suo errore di rovescio a concedere il break, Fabio allunga senza batter ciglio, 3-0 e poi 4-1. Si conclama l’auspicabile calo di Sugita che nel settimo game commette un doppio fallo, sbaglia una comoda volee, sbaglia un diritto e attacca in maniera scriteriata sulla palla break venendo prontamente passato dal rovescio di Fognini, altro break, 5-1 Italia con Bolelli e Lorenzi che se la ridono in panchina. L’azzurro chiude con nonchalace, tre ace nel settimo game e il secondo set viene incamerato con un severo 6-1. Come ipotizzato, non ci voleva tanto a girare la partita.

Lungo toilet break per entrambi i tennisti, ma il terzo set prosegue sulla falsariga del secondo. Fabio ora si muove meglio e gioca con più continuità e di conseguenza Sugita fa più fatica. Gratuito di diritto del giapponese e si parte subito con un break azzurro nel game d’apertura. Fabio allunga sul 2-0 ma poi accusa un pericoloso passaggio a vuoto. Inizia di nuovo a muoversi male, probabilmente si riacutizza il dolore al tallone che lo sta tormentando in questi giorni. Sta di fatto che l’azzurro spreca una palla del 3-1, subisce il controbreak, spreca una palla del 3-3 e perde di nuovo la battuta con due doppi falli nello stesso gioco. Sugita così senza saper né leggere né scivere si trova avanti 4-2, ma basta che Fognini limiti i gratuiti e si ritorna subito in equilibrio, controbreak Italia. Appare chiaro che vince chi sbaglia meno. L’ottavo game è da libro giallo. Succede di tutto. Si giocano 28 punti e dura 26 minuti. Fabio ha 7 palle del 4 pari ed annulla 4 palle break, ma per Sugita arriva la quinta contestatissima da Fognini e capitan Barazzutti. L’azzurro commette doppio fallo (il terzo del game), la chiamata del giudice di linea arriva quando Fabio sta colpendo la palla sulla risposta del giapponese. Viene chiamato il “falco” che conferma la chiamata del giudice di linea, ma Fognini vuole il “late call”, cioé la chiamata in ritardo e vorrebbe rigiocare il punto. Disputa lunghissima con il giudice di sedia (invero molto incerto) e con il giudice arbitro, succede di tutto, urla, discussioni animate, ma non c’è nulla da fare. Viene confermata la chiamata, Fognini sbaglia un rovescio e lancia Sugita sul 5-3 in suo favore. Il giapponese approfitta del caos e chiude il set con il punteggio di 6-3. Si mette davvero male, c’è bisogno di un reset da parte del nostro tennista altrimenti rischiamo il 2-2. Tra le altre cose mentre nella nostra panchina non c’è Seppi, su quella giapponese c’è Daniel, il che ci fa propendere per la presenza di Soeda nell’ultimo eventuale singolare.

Fabio si prende una lunga pausa, rientra in campo, inizia malissimo al servizio (0-30) poi innesta la quarta, 12 punti a 1 di parziale e 3-0 per lui. L’azzurro avrebbe anche 3 palle del 4-0 ma le spreca ed allora ecco che la partita gira di nuovo. Sugita prima tiene la battuta e poi approfitta dell’ennesimo game sciagurato di Fognini al servizio. Fabio commette due doppi falli consecutivi e cede la battuta. Sugita ringrazia e ritorna in partita. Questo inizio di quarto set è l’esatta rappresentazione di tutto il match del tennista italiano. Fognini appare ora completamente scarico mentalmente e fisicamente. Sugita prima lo raggiunge sul 3-3 e poi lo sorpassa con un break a zero. Siamo sull’orlo del precipizio, sembra che Fabio non ne abbia più. Sugita va a servire per il match sul 5-4, ma la tensione gli gioca un brutto scherzo. Inizia con un doppio fallo e poi prende il break a zero. Stavolta è Fabio a ringraziare, il parziale è di 10 punti a zero, Fognini va 6-5 e 0-30 sul servizio di Sugita. Ma gli “sliding doors” di questa partita sono molteplici, quattro punti di fila giapponesi e si va al tie break. Altro susseguirsi impietoso di emozioni. Fabio allunga sino al 5-3, Sugita recupera e va a match point sul 6-5. Fabio lo annulla e capovolge la situazione, 7-6 Italia e set point. Arriva il gratuito di rovescio di Sugita e siamo incredibilmente al quinto. Solo nella Coppa Davis succedono queste cose.

Fabio ora sembra addirittura più disposto al sacrificio che nei primi set, prende tutto a fondo campo e fa giocare sempre un colpo in più al suo avversario. Barazzutti dalla panchina gli grida “lascia andare il braccio”, Fabio ci prova, tutto si potrà dire ma non che il nostro tennista non ci metta tutto quello che ha. E’ chiaro che siamo a quasi 12 ore in campo in questa tre giorni e di conseguenza è sicuramente più fresco di lui il suo avversario. Tutto regolare nei primi tre game, ma nel quarto Fabio spedisce fuori un comodo diritto e dal possibile 2-2 si trova sotto 1-3 con tre gratuiti di fila. L’azzurro ora non risponde più, Sugita allunga facile sul 4-1, il Borg giapponese sugli spalti esulta (è un tifoso locale vestito con l’abbigliamento dell’orso svedese degli anni ’70 ed una parrucca bionda, sarà Carnevale anche a Morioka). Nel frattempo Fognini chiede un MTO e si fa fasciare la coscia destra, la fatica si fa sentire, non c’è dubbio. L’azzurro tiene la battuta e sospinto dai dirigenti italiani che sugli spalti lo incitano profonde un ulteriore sforzo. Fabio alza il ritmo e Sugita capitola, break Italia, siamo di nuovo in partita, 4-3 Giappone ma serve Fognini al cambio di campo. Ora è Sugita a sembrare scarico, gioco a zero del tennista italiano e la rimonta è completata, questa partita non finisce mai (e meno male). Barazzutti dalla panchina oramai non si tiene più, “Picchia, picchia” urla ad un Fognini che sembra rinato fisicamente. Sugita invece pare aver perso il tradizionale aplomb asiatico, ora è tirato in volto e respira a fatica. Il giapponese accusa un clamoroso calo, forse pensava di averla già vinta. Il finale è al cardiopalma. Fabio si procura due palle break sul 15-40, il giapponese le annulla ma capitola sulla terza. Dal 4-1 Giappone siamo 5-4 Italia e si va a servire per il match. Ma le energie (quelle nervose soprattutto) vengono meno, break a zero di Sugita, 5-5. Non c’è un attimo di tregua, altro break Fognini, 6-5, e per la seconda volta si va a servire per il match. Siamo alle 4 ore di gioco, Fognini va 40-15, ma sul primo match point commette doppio fallo e sul secondo affossa un diritto in rete. L’azzurro non si perde d’animo, arriva il terzo match point. Sugita sparacchia fuori un diritto, è finita, siamo ai quarti di finale. Fognini crolla a terra, tutto la panchina corre in campo a sommergerlo di gioia.

È un Fognini esausto quello che a fine gara commenta: “Non ce la facevo più, quanto sono stato in campo in questi 3 giorni? 12 ore, 13 ore…  mah…ho dato tutto. Stamattina non sapevo se ce l’avrei fatta a giocare oppure no. Abbiamo avvisato Paolo, perché era giusto. Però poi nel warm-up mi sono sentito bene ed ho deciso di giocare. Ora però sono davvero esausto”. Contento naturalmente anche capitan Barazzutti: ”Fabio è stato eroico, un gladiatore. Come Seppi aveva perso avendo match point, oggi abbiamo vinto annullandolo. Questa è la Davis. Mi fa piacere per Fabio, mi fa piacere per questo gruppo di ragazzi, molto uniti, davvero fantastici”.

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